Intervista a Simone Pace dei blonde redhead

Siamo sicuramente in molti a conoscere il gruppo nippo-italo-americano niuiorchese giunto ormai al suo quarto disco. Abbiamo incontrato, durante un festival estivo tenutesi a Roma, il batterista della band [Simone Pace] che ha risposto a qlc ns. domanda. N: Avete sicuramente conservato rispetto agli inizi un vostro sound, anche se ci sono negli ultimi BRH delle aperture verso campionamenti etc... La mia impressione è quella di sentire un gruppo che ha a che fare con l'emotività. Questo mi rimanda a un'immagineBlonde Redhead [foto trovata su DNAconcerti.com]: una specie di elastico teso, ma teso appunto nel senso dell'emozionalità. E' così per voi? S: Penso di sì, la nostra musica è sempre quella... conta molto quello che succede tra noi tre quando suoniamo, che magari non ha niente ha che fare con la musica. E' una cosa che esiste... C'è un legame tra noi, una tensione o quello che vuoi... E' sempre diverso, ma sempre molto intenso. N: Parlaci dei tuoi ultimi ascolti. S: In questo momento ascolto un misto di cose, ci sono musiche abbastanza leggere tipo musiche francesi, Serge Gainsbourg [i BRH hanno pubblicato per 'Touch & Go' un 7" il cui lato A è una cover di un pezzo di S. Gainsbourg 'Slogan' n.d.c] oppure musica elettronica ma anche gruppi come noi, gruppi contemporanei con cui suoniamo insieme tipo i Make-up, Unwound. Noi ascoltiamo i loro dischi, loro ascoltano i nostri... N: Cosa stà succedendo a New York, che viene fuori da quella città, vivete lì? S: Sì, ma ci stiamo poco. Non seguo molto la scena di N.Y., seguo più che altro quella di Washington D.C., quella di Washington State, magari delle cose da San Diego, come Black Heart Procession che a me piacciono molto. N: Loro sono abbastanza tradizionali... S: Sì, però sono pezzi ben scritti. In fondo se un pezzo è bello viene fuori, se riesce a prenderti in qualche maniera non è importante il tipo di musica, lo stile... Però N.Y... è strano... ci sono un sacco di cose in tanti campi diversi e magari... io quando vado a casa sto a casa, stiamo fuori talmente tanto... Vado a vedere dei concerti ma cerco anche di riposarmi un pò. N: I vostri impegni di questo periodo. S: Adesso andiamo in Danimarca a fare un festival, poi torniamo a casa, poi andiamo a fare un'altra piccola tournèe con Man Or Astroman? dalle parti di Chicago, Detroit, quel giro lì... N: La scena di chicago ti interessa? Jim 'O Rourke, Sam Prekop... S: Abbastanza, ma non è il genere che prediligo. N: Che ne pensi degli Uzeda? Si può parlare di una scena italiana in America? S: Gli Uzeda sono simpatici, bravi. Loro sono abbastanza conosciuti, il loro disco viene distribuito come gli altri dalla T. & G.. Poi quanta gente ce l'abbia non lo so, quanti ne abbiano venduti. Però hanno fatto due o tre tournèe negli Stati Uniti e questo serve. N: C'è un altro gruppo italiano che ha fatto un tour in America con June of 44 i Three Second Kiss... S: I T.S.K. hanno fatto qualche data con noi in Italia e sono stati molto gentili. N: Avete mai lavorato con Albini? S: No, ma abbiamo suonato con Shellac. N: E con i Sonic Youth che rapporti avete? S: Non abbiamo molti rapporti. I nostri primi due dischi sono ancora fuori con Smell Like Records di Steve [Shelley], per cui il rapporto di lavoro ce l'abbiamo. N: Solo quello? S: No... sai... è strano... ci hanno talmente paragonato e straparagonato e questo dà fastidio non solo a noi, penso dia fastidio anche a loro e allora... N: Beh, avete sicuramente una specificità che è vostra, è innegabile. Siete voi, siete i Blonde Redhead, anche se qualche attinenza con i Sonic Youth la si può trovare... S: Ma sai, quando uno scrive una cosa gli altri scrivono la stessa cosa... anche perché certa gente scriveva certe cose e non sapeva neanche... facevano dei paragoni assurdi tipo: Thurston [Moore] alla batteria... cioè delle robe e allora lì realizzi che... Poi quando uno cambia, cambiano tutti. La stampa va bene fino a un certo punto. Penso che negli Stati Uniti sia abbastanza complicata come cosa. Forse in Italia ti paragonano, però riescono ad esprimere delle cose che magari sono un po' più profonde, anche in Francia. In Europa specialmente, c'è uno sforzo, capisci..? Invece, sai, quando devi scrivere tante critiche di tanti dischi, magari nella stessa settimana... un disco quante volte lo puoi ascoltare? Una volta, due... N: C'è un discorso che lo sceneggiatore di Taxi Driver [il film di Martin Scorsese] Paul Schrader fà a proposito dell'andare in profondità oppure no; un pò volgarizzato suonerebbe così: in America la gente sta male e non se ne chiede il perché, in Europa la gente sta male e se ne chiede il perché... Ci può stare come differenza tra USA ed Europa, no? S: Si... ok...grazie. N: Grazie a te. --- Kazu [basso] invece parlava del fatto che sarebbero andati in Danimarca per un festival, ma a lei non piacciono molto i grandi festival: è come essere un piccolo pesce assieme a molti altri pesci in un grande acquario. Lei preferisce suonare nei piccoli clubs che quando ci torni puoi riconoscere le persone e dire hey!... Alla domanda: mi dici di che cosa parla il testo di una tua canzone, Without Feathers, lei ha risposto che quel disco è stato registrato in due giorni and it was like aaaaaahhhh! e poi a lei non piace ascoltare i dischi che ha registrato!

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Info & sounds: Southern.com

Intervista apparsa nel settembre del '99 su komakino#1, fatta da Nikkozz.