intervista con i jennifer gentle

- lunapark in fiamme
[recensio su koma#1o]

k: Ok, situazione: sul treno, siede davanti a Voi una ragazza molto gentile e carina di nome Jennifer. Parlandoci esce fuori che si fa anche di acidi, quindi è molto psichedelica (oltre che bruciata), indossa un maglioncino con elefantini rosa, e le spunta dalla borsa la testa di una bambola di cera con il rossetto sbafato sulle labbra. Quanti anni ha? Da dove viene? Chi se la sposa?

Isacco: Jennifer ha solo 6 anni, ha avuto la pubertà precoce ed ora ne dimostra 20. Viaggia già in treno da sola e sta facendo il giro d'Italia, non in bicicletta ma in treno. E' un treno non convenzionale, i sedili sono variopinti e cambiano colore ogni dieci secondi. I finestrini si aprono verso l'esterno e ogni volta che qualcuno li spinge per aprirli questi se ne volano via spesso tranciando di netto la testa di uno sventurato passante. Jennifer si mette il rossetto (come quello della bambola) e dice di venire da un paese tipo Normolandia, dove l'acido lo fanno proprio bene, e sta facendo questo giro per scrutarsi attorno e cercare uno sposo, ma dice anche di essere di gusti difficili… mi volto un attimo perché un bradipo mi sta leccando un piede e quando mi rigiro Jennifer non c'è più.

Jennifer Gentle liveJennifer GentleJennifer Gentle live

Nicola: L'altro giorno stavo camminando per strada quando d'improvviso qualcuno mi fermò, era il bidello e disse che non c'era da sperare in una pioggia improvvisa per cui io feci bene attenzione a non schiacciare quella mosca bambina altrimenti c'era da giurare che la gente non avrebbe più mangiato biscotti in vita sua, comunque resta sempre la consolazione che non ho più il mal di mare quando il sole rimbalza tra le nuvole.

Alessio: Ovviamente non ha età… è uno spirito che attraversa la storia. Qualcuno dice venga dall'inferno, io penso sia sempre esistita, prima del tempo e dello spazio. La storia degli acidi è ovviamente una copertura, nasconde segreti ben più intriganti, come quella bambola lascia intuire. Non se la sposa nessuno, al limite noi umani possiamo solo eseguire i suoi ordini, come facciamo noi quattro che siamo completamente succubi di questa strega.

k: L'art-work dei collage sul cd, come Ti scrivevo (Alessio), per me è la perfetta traduzione figurativa del Vostro suono, in + mi viene in mente l'immagine di un lunaparkFunny Creatures Lane, Jennifer Gentle [click to enlarge / clicca x zoommare] , la casa degli specchi con riflesse immagini non proprio fedeli, una marcia di bambole viventi con capelli veri e vestitini stracciati, e una ruota panoramica che gira troppo veloce tra gente che urla alzando boccali di birra. Ok, a me piace pensarla così, ma Voi che immagini (e se) associate ai Vostri pezzi?

Isacco: Guarda, la descrizione che hai fatto mi trova pienamente d'accordo - tranne per la birra. Ogni pezzo suscita storie ed immagini diverse. Ad esempio My memories' book mi ricorda una banda di chechi* che si beccano tra loro fino all'arrivo di una pioggia che li infanga tutti e li fa impazzire più di prima; Locoweed un lunapark dilatato e distorto dai vapori e dall'ebbrezza dell'alcool; Wondermarsh una palude incantata ed abitata da fate e rane-infermiere… e non ti dico dove mi portano Couple in bed… e The Wax-Dolls Parade
[* I 'chechi' sono una popolazione di ginnasti un pò checche e un pò ciechi, tutti col nome Yuri, o degli animali o altresì di cui ignoro l'esistenza o è sempre il beffardo controllo automatico dell'ortografia microsoft? - ai posteri l'ardua sentenza e la mia simpatia - ndkomakino]

Nicola: L'insieme di musica e immagini evoca appunto un lunapark felliniano, velato da reminiscenze decadenti e surrealiste, con quella tipica duplicità infantile di gaiezza e inquietudine. Un luogo giocoso straniato da uno tocco grottesco che ricorda Freaks di T. Browning [un film dei '3o davvero atroce nella sua spietata realtà, ovvero quella di sfondo di creature sub-normali adattatesi ad essere fenomeni da circo, e la storia d'amore tradita di un nano per una 'normale'; - i veri 'mostri' alla fin fine, si rivelano essere altri.. - guarda il trailer - ndkomakino], una successione istintiva di episodi, aneddoti o puri e semplici registrazioni di stati d'animo accostati spontaneamente come il flusso di coscienza di Joyce.

Alessio: L'idea di questo Luna Park è ottima, perché unisce i due aspetti principali della nostra musica: l'apparente serenità che però nasconde qualcosa di mostruoso e/o perverso. Io, a volte, ho anche delle immagini molto violente, veri e propri massacri… specialmente in The Wax-Dolls Parade… non riesco a togliermi quest'immagine: un coro di vergini in tunica bianca, una chiesa, la direttrice del coro dai tratti freddi e rigidi, il coro che cresce e ad un certo punto un'ascia che inizia a colpire, spruzzi di sangue ovunque, tanto sangue, teste che volano, ma il coro continua sotto lo sguardo impassibile della direttrice, fino a che tutta la chiesa è inondata di sangue…il tutto con una certa eleganza e freddezza kubrikiana, con ampio uso di slow-motion.

k. E' un piacere leggere che riuscite a suonare in giro (-grattatevi (noblesse oblige)) e sarei proprio curioso di vedervi dal vivo con le aspirapolveri (folletto?). Come (e se) risponde il pubblico? Bei o brutti ricordi? Il primo concerto? Chi se lo ricorda? Qualche sòla (aka fregatura, concorsi dove vincono sempre quelli che fanno cover dei cartoons, 'suoni solo se mi vendi 300 biglietti', etc)?

Isacco: Ai concerti io, in qualità di musico, mi diverto moltissimo - tranne quando devo caricare gli strumenti nel carretto di Jennifer. E il pubblico a volte si diverte quanto me/noi, altre volte sembra più diffidente e restio a sciogliersi. Quello che più mi colpisce è il fatto che solo rarissimamente rimane… "indifferente", nel senso che in male o in bene quasi tutti vengono "investiti" dai nostri concerti. Il primo concerto? Fattelo raccontare dagli altri visto che io ero ancora in una selva oscura…

Nicola: L'aspirapolvere è proprio un Folletto original, purtroppo non lo vedrai dal vivo perché non eseguiamo il pezzo in cui l'ho usato. Il primo concerto è stato nel febbraio 2000 al Plan 9, suonavamo insieme circa dal novembre precedente. Mi ricordo che l'avevamo fatto precedere da una presentazione fatta da un nostro amico attore e doppiatore a mo' di documentario alla Piero Angela, in cui noi eravamo degli animali con tanto di tratti caratteristici, magistrale!. La nostra performance è stata nella norma, con ancora un paio di cose da perfezionare, qualche carenza di ritmo, qualche pausa troppo lunga e qualche riassetto di formazione. Più o meno abbiamo suonato i pezzi del successivo I am you are. Le sòle non sono mancate, ma niente di grave, solo casi sporadici. I riscontri positivi sono stati molti di più, in testa all'Hit Parade delle serate migliori c'è la data al The Art & Co. di Gorizia.

Alessio: Potrebbe comunque andare meglio, va già meglio dell'anno scorso me è una faticaccia riuscire a fissare i concerti. L'aspirapolvere è un folletto, ma non ce lo portiamo dietro, mentre da quest'anno ci portiamo un quinto elemento che principalmente suonerà le tastiere. Direi che siamo uno di quei gruppi che spezza in due il pubblico, difficilmente ho colto indifferenza e questo mi fa molto piacere. Potrei sbilanciarmi e dirti che mi pare che raccogliamo più consensi tra i non musicisti che i musicisti, e anche questo mi fa molto piacere. Altra cosa che mi gratifica è quando sono i 40 enni che vengono a prendersi il CD finito il concerto. Il primo concerto conteneva già buona parte di I am you are, ne ho un buon ricordo. I ricordi sono principalmente buoni, qualche serata storta c'è stata, soprattutto quando abbiamo suonato con altre band…non si riesce a creare un buon clima, forse questo è un nostro limite umano, ma è così. I ricordi più eccitanti sono legati ad un concerto acustico che abbiamo tenuto in una fondamenta di Venezia con tutta la gente attorno ubriaca che ballava mentre noi suonavamo qualsiasi cosa ci venisse in mente…molto divertente. Molte volte i concerti migliori sono venuti fuori nelle situazioni più impensate…sto pensando a quando ho suonato con una spalla lussata pochi giorni prima del concerto, oppure ad un concerto che si è tenuto il giorno dopo aver rotto la macchina e non aver dormito la notte. Praticamente ho dormito fino a cinque minuti prima del concerto. Penso che i concorsi siano il posto peggiore dove proporre la propria musica, a prescindere dal risultato.

k: Quant'è difficile spargere la voce sull'esistenza dei J. G.? Quanto costa mantenere Jennifer? Quanto avete venduto con il precedente I Am You Are? [Non x farvi i conti in tasca, ma per capire quanta risposta c'è stata]

Isacco: Quando mi ritrovo con qualche amico, capita che prima di congedarci io gli proponga di venire a vedere un nostro concerto. Scatta a questo punto la classica domanda: "Ma hai un gruppo? Ma dai? E come si chiama?" Io, pensando di averglielo già detto, rispondo "Jennifer Gentle" naturalmente. E il commento puntuale dell'amico: "Mai sentiti prima!". Così va la vita: a puttane.

Nicola: Il nostro rapporto con la stampa è buono, Internet offre una visibilità senza precedenti, tutt'al più qualcuno non ci prende molto sul serio…

Alessio: Abbiamo esaurito la prima stampa che era di 500 copie. Secondo me non è tanto difficile far sapere che si esiste, è spingere la gente ad acquistare il CD e soprattutto farglielo trovare nel momento in cui avrà voglia di comprarlo che è difficile. Ora con Giucar, il nostro nuovo distributore, le cose dovrebbero migliorare. Noi non possiamo investire molto in pubblicità e Giucar ha tanti titoli da vendere. Per fortuna recensioni ed interviste stanno arrivando abbondanti…diciamo che puntiamo sulla qualità e non sulla quantità. In questo momento siamo fuori di un bel po' di soldi ma abbiamo anche le case invase di CD che inizieremo a vendere ai concerti. Sono fiducioso, molto.

k: Ci sono altri Gruppi dell'indie italiano da accostare ai Jennifer Gentle? Al momento non mi viene nessun nome in mente. Magari invece Vi sentite parte di qualche scena?

Isacco: Gentle Jennifer.
Alessio: No.

k: Se poteste istruire un giovine che si sta appena affacciando fuori del tunnel de 'la musica che passa il convento' (da sanremo a tutti gli hit delle pubbli omnitel, mtv, gruppi situazionisti, etc), quale nome essenziale gli suggerireste x intravedere la luce?

Isacco: Innanzitutto bisogna accertarsi che il "tunnel" non gli abbia provocato danni irreversibili al cervello. Poi si può cominciare con la terapia, ma in modo graduale. Inizierei con 2 mg/die di Beatles '62-'66 tanto per ristabilire le perdute connessioni; poi assocerei 3 mg/die di Beck Hansen per arrivare ai 5 mg/die di Barrett. Ora il giovane è fuori pericolo e si spera possa continuare sulla scia tramite l'autosomministrazione musicologica. Se non lo farà: prognosi infausta!

Nicola: Allo smarrito fuggiasco direi: "Ragazzo, non disperare, non gettare la spugna, Supergiovane è sempre tra noi, pronto a portare conforto nel momento del bisogno, con animo disinteressato erra per il mondo sulla sua moto a scorreggetta per liberarlo dal giogo dei matusa!"

Alessio: Velvet Underground, in assoluto il gruppo con la discografia migliore: non hanno mai sbagliato nulla, tutti gli album sono perfetti per quello che devono rappresentare, e si passa dalle atmosfere più scure e malate fino al pop più solare.

k: Come avete cominciato? Come Vi siete conosciuti? Anni? Autodidatta?

Nicola: Nicola, 20 anni. Impara a suonare la chitarra alle medie. Tenta senza successo di entrare in conservatorio. In terza superiore conosce Marco, un anno dopo comincia a suonare con i Carcers, conosce Isacco. Il gruppo si scioglie. Dopo qualche mese viene chiamato da Marco a partecipare ad un misterioso progetto senza nome. In quel momento conosce Alessio. Apprenderà poi di far parte di Jennifer Gentle.

Alessio: Gli altri tre suonavano già nei Carcers. Io li ho conosciuti perché gestivo un locale e loro erano venuti a chiedermi di suonare. Avevano 16 anni all'epoca e io li snobbai… d'altronde quando mi portarono la cassetta uno di loro si ubriacò e vomitò in cesso… non era un bel biglietto da visita. La cassetta invece a casa mi folgorò e li feci suonare. Divenni un loro ammiratore e dopo 2-3 anni Marco mi ha chiesto di suonare con lui, perché dei Carcers si era rotto. Dopo un po' si sono uniti Nicola ed Isacco. Io ho quasi 29 anni e suono la batteria, praticamente da autodidatta. All'inizio o preso delle lezioni ma ho dovuto impegnarmi per dimenticare quello che mi avevano insegnato, ovviamente non tanto dal punto di vista tecnico quanto per l'approccio allo strumento e alla musica. Qui non c'è Marco, comunque lui ha 21 anni canta, suona la chitarra e nel disco molte altre cose (tutte le parti di tastiere sono sue). So che ha fatto un po' di conservatorio come percussionista, un anno mi pare. Si occupa anche della registrazione e del missaggio.

Isacco: 24 anni, chitarra, membro fondatore dei Carcers. Qualche lezione di chitarra.

k: Questa l'ho trovata su Sodapop, m'è piaciuta e Ve la giro: fatti una domanda e risponditi da solo.

Isacco: Domanda: Cosa ti piace oltre la musica? Risposta: Giovanna, la mia fidanzata, e Meo, il mio gatto zoppo.

Nicola: Accidenti, non so cosa rispondere, mi daresti qualche suggerimento?
Visto che ci sei, perché non parli un po' del cortocircuito metaliguistico che assale il malcapitato destinatario e lo inviluppa in un vortice di inferenze introspettive autoreferenziali scatenanti una reazione a catena incontrollata culminante in una scissione dell'entità autocosciente bombardata da una serie in crescita esponenziale di quesìti riflessivi inerenti le strutture formali dik quei processi cognitivi che producono l'autocoscienza alla v ricerca di neskso risshsolutjiyore trx la vekf clkd dkccm lsc dlsl kdmcls dkmlscmd llsdcmldcmsfffelkmv rlvml rlkvmkm v frjnk-----bhju---cfc----b---

Alessio: Guarda che lo fa sempre anche Gigi Marzullo. Ne approfitto per chiarire una cosa che un po' velatamente è venuta fuori nella tua domanda iniziale… il discorso sugli acidi. Non è la prima volta che viene fuori, e spesso finiti i concerti c'è gente che ci chiede cosa prendiamo. Non ho nessuna immagine pubblica da difendere, e non sento nemmeno la necessità di fare della morale a qualcuno. Infatti non la faccio e quello che voglio dire non ha niente a che fare con inviti a stare lontani dalla droga e simili. Voglio solo dire che noi suoniamo così, perché siamo così. Al naturale, senza alcol e senza droga. E' triste pensare che un certo tipo di musica necessiti di additivi per essere prodotta. Non sto dicendo che siamo dei puritani, anzi, è molto probabile vederci "allegri" dopo un concerto, però prima no. L'adrenalina che può dare un concerto è una droga potentissima, perché annullarne l'effetto con un'altra? Se non ci credi puoi pensarla come il nostro web-master, che sostiene che qualcuno di noi nell'acido ci è caduto da piccolo…

k. Che acidi prendete? - Scherzo. No, cmq non c'era nulla di velato o sottointeso, - è stato un frainteso: - ho tirato all'inizio in ballo la storia degli acidi solo perchè nell'immaginario collettivo è la liaison + facile per descrivere l'ingresso nella psichedelica... niente di +. // Leggo spesso di gente che si lamenta riguardo il trattamento fiscale della prezzatura dei cd, ovvero vengono considerati beni di lusso (iva + alta), invece che di 'cultura' (iva + bassa). Ma Voi sareste contenti se il disco di ramazzotti o zucchero venisse definito 'bene di cultura'?

Isacco: Certo che no! I CD che tu hai nominato sono senz'altro beni di 'lusso' ed è giusto che quelli (…) che li acquistano paghino il prezzo più alto. Altri CD sono beni di 'cultura' e spesso costano meno. Concludo con una poesia, se mi permetti:


Iva alta o iva bassa
la varabile indipendente è comunque questa:
"c'è sempre qualcuno che ci fa la cresta…"
(mister X).

Nicola: Il nostro disco pur avendo lo stesso trattamento fiscale degli aspiranti beni di cultura esce a circa 2/3 del prezzo degli altri, il primo a metà prezzo, quindi non è questo che influenza la prezzatura bensì i margini di guadagno che si prendono i produttori, tra l'altro con tirature molto più ampie.

Alessio: Non me ne fregherebbe nulla… è gente che non entra nemmeno nella mia vita. Non penso che il male della musica siano ramazzotti e compagnia, quelli esisteranno sempre come esisterà sempre chi li vuole ascoltare, e saranno sempre una maggioranza. Io trovo molto più pericolosi e fastidiosi i gruppi "alternativi" costruiti a tavolino e i predicatori. Quelli sì mi rompono i ciglioni, anche perché invadono la mia vita più della pausini e potenzialmente possono portare via visibilità a gruppi dello stesso "segmento" di pubblico ma più onesti intellettualmente e moralmente, oltre che artisticamente più meritevoli.

k: Il fatto che abbiate registrato/prodotto tutto da soli per me Vi fa onore, specie per i risultati. Pensate di produrre qlc altro nome sotto la Silly Boy ent. ?

Nicola: Se ci sarà un allargamento dell'etichetta, non sarà per una pura esigenza di incremento economico; cercheremo di promuovere altri gruppi qualora questi ci appaiano validi e interessanti.

Alessio: Fino a poco tempo fa la cosa non ci passava nemmeno per la testa, ora qualche pensiero lo stiamo facendo. Forse organizzeremo il tour italiano al chitarrista di un gruppo famoso fuori dall'Italia ma la cosa è ancora troppo prematura per rivelare il nome, che comunque qui da noi è sconosciuto, mentre Mojo (ma anche Blow Up a dire il vero) gli ha già dedicato più volte spazio. Vedremo. Potrebbe essere l'inizio di una collaborazione, o comunque un momento in cui ci mettiamo alla prova come etichetta più che come gruppo.

k: [brrr, che mistero!] Alcune riviste musicali di settore vedo che mettono i voti a fine recensione.. che ne pensate?

Isacco: Il voto numerico mi fa una tale tristezza! Mi basta già quello universitario. La recensione basta e avanza. Si può dire tutto ciò che si vuole. Il numero è in più.

Nicola: Non penso che ci sia nulla di male, le riviste che lo fanno dimostrano abbastanza spigliatezza nel trattare ugualmente la musica main-stream e quella indipendente. Forse è un modo per schematizzare o riassumere, anche se per la musica la comparazione quantitativa è inevitabilmente riduttiva.

Alessio: Indifferente.

k: Non vorrei allargarmi, ma secondo me qlcs negli ultimi tempi è cambiato in ambito 'indie': cioè + etichette, + concerti, più diffusione di una professionalità nella produzione (engineering, registrazione, vedi Wallace, Loretta, Riot Maker), addirittura i Giardini di Mirò su MTV (ok, quella italiana), che per quanto non possano eventualmente piacere, sono stati (à mon avis) cmq pionieri dell'annuncianzione televisiva (o dell'ufficializzazione mediatica (appaio in televisione, ergo sum)) dell' "attenzione, c'è dell'altro" (tanto che la stessa sera ospiti c'erano stati anche jovanotti e neffa..). Non credo, pensando a mtv, che l'abbiano fatto tanto per amore per il prossimo (tant'è vero che nemmeno li hanno fatti parlare..), - però la cosa è stata in sé significativa, no? E non per le parole (diceva qualcosa del tipo "questo gruppo mi tocca nell'intimo" con la mano sul cuore.. aveva detto le stesse cose di neffa..) del presentatore, o le varie icone dell'alternativa youth tra il pubblico, - ma quanto canale di eco. Riprendo fiato, e Vi lascio la parola.

Isacco: TV REGNA, questa è una costante…

Nicola: Sinceramente sono nuovo all'ambito indie, lo conosco da quando ci ho a che fare con il gruppo, non so bene come fosse prima. Sicuramente le tecnologie ora disponibili a produzioni a basso costo sono di tutto rispetto e le rendono in grado di competere con le produzioni major, se non altro qualitativamente. Devo dire che conoscere la scena indie italiana non mi ha sconvolto, vi ho trovato una buona vivacità ma non una spiccata differenza dall'ambito major, anzi c'è più una tendenza all'emulazione. La probabilità di incontrare proposte interessanti è la stessa in entrambe i settori, i modelli e le aspirazioni spesso coincidono. In quanto alla politica di MTV penso che le sue aperture all'indie siano assolutamente indolori vista la sostanziale uniformità di contenuti.

Alessio: La televisione è IL MEZZO di comunicazione. Essere ospiti di una trasmissione od avere un video che gira rende moltissimo in termini di visibilità, più di qualsiasi concerto. Supersonic ha aperto questa finestra sull'indie italiano. Speriamo continui. E' vero quello che dicevi tu, è notevolmente aumentata la professionalità… peccato manchino i fuoriclasse, ma quelli forse in Italia non ci sono mai stati. Parlo di gente veramente con le palle, in grado di sviluppare un percorso proprio fino al successo vero, alle decine-centinaia di migliaia di copie. Secondo me non è solo un limite di pubblico ed infrastrutture come si dice di solito. A me viene in mente solo Battiato, anche se non capisco questa frenesia che ha avuto ultimamente di correre dietro ai giovani… non capisco proprio le collaborazioni con Morgan e compagnia, soprattutto non ne ha alcun bisogno.

k: Ok, l'ultima domanda, - perchè i Jennifer Gentle meritano l'ascolto?

Nicola: Il vero motivo, si sa, non si può dire.

Isacco: Perché sennò vi facciamo fuori tutti. Mi sembra ovvio.

Alessio: Perché sono contraddittori.

Info:
Homepage: www.jennifergentle.it
Label: www.sillyboy.it

Intervista apparsa su komakino#1o, marzo 'o2, by paolo miceli, foto by Max Boldrin.