A brilliant debut album, - there are a bunch of good aces to play with, here.
Pipers are from Naples, Italy, an exciting four piece Band playing like an orchestra, focusing on a elegant indiepop route, actually a britpop route, a symphonic melancholia that places them along the coordinates of the early Coldplay and the Heavenly recordings releases, somehow. More, Stefano's soothing vocals makes me think of Bernard Sumner in True Faith, lenitive and relaxing.
Highlights on the album track - no wonder They decided to name the whole record after this song such it's pop-perfect, - then, the medium tempo of Eveline, Golden Sand - probably destined to be a potential single, - as well as Sick of you, with a totally infectious refrain.
There's also time for a moving ballad, - Bitter, - gentle and soft, - the suave waltz of Flourish again, - the Beatlesque intro and light clean psychedelic drift of Don't ask for more, - i mean, it woud be a shame if Pipers did not manage to get a larger audience of fans thanks to this album.
Save the tears is one more example of an excellent deal among songwriting and mixing, - there is a large room full of background details/sounds alternating each other, - something generously 80s retrò, one more song shaped to be a hit, with a final lysergic liaison with the last track Toonight goodbye, a final lullaby built on heartstrings melodies.
+++
Un brillante album di debutto, ci sono diversi assi da giocarsi qui e lí.
I Pipers sono di Napoli, - una Band di quattro che suona come un'orchestra, concentrandosi su un'elegante percorso indiepop, direzione terra d'Albione per la precisione, - una malinconia sinfonica che li piazza lungo le coordinate dei primi Coldplay e il catalogo della Heavenly recordings. Il lirismo di Stefano mi fa venire in mente il Bernard Sumner di True Faith, lenitivo e rilassante.
Primo piano sulla traccia che dà titolo al disco, - nessuna meraviglia che l'abbiano scelta per rappresentare l'intero lavoro, tanto è pop-perfetta, - quindi il tempo medio di Eveline, Golden Sand, - questa probabilmente destinata ad incarnare un potenziale prossimo singolo, - quanto anche Sick of you, - forte di un ritornello davvero contagioso.
C'è poi spazio per una toccante ballad, ovvero Bitter, - gentile e soft, o il soave valzer di Flourish again, - come anche la Beatlesiana intro e pulito taglio psichedelico di Don't ask for more, - il tutto fa pensare che sarebbe davvero una vergogna se i Pipers non riuscissero a guadagnarsi un pubblico più ampio grazie a questo album.
Save the tears è un altro esempio di una piena soddisfazione di accordi tra scrittura e mixaggio, - ci si ritrova in una stanza piena di suoni e dettagli alle spalle che si alternano l'un l'altro, - qualcosa di generosamente retrò anni 80, - un'ennesima canzone a forma di hit, con un finale lisergico, liaison con la canzone che chiude il disco, la finale lullaby di Toonight goodbye, una piena di melodie avvolgenti.
Pipers are from Naples, Italy, an exciting four piece Band playing like an orchestra, focusing on a elegant indiepop route, actually a britpop route, a symphonic melancholia that places them along the coordinates of the early Coldplay and the Heavenly recordings releases, somehow. More, Stefano's soothing vocals makes me think of Bernard Sumner in True Faith, lenitive and relaxing.
Highlights on the album track - no wonder They decided to name the whole record after this song such it's pop-perfect, - then, the medium tempo of Eveline, Golden Sand - probably destined to be a potential single, - as well as Sick of you, with a totally infectious refrain.
There's also time for a moving ballad, - Bitter, - gentle and soft, - the suave waltz of Flourish again, - the Beatlesque intro and light clean psychedelic drift of Don't ask for more, - i mean, it woud be a shame if Pipers did not manage to get a larger audience of fans thanks to this album.
Save the tears is one more example of an excellent deal among songwriting and mixing, - there is a large room full of background details/sounds alternating each other, - something generously 80s retrò, one more song shaped to be a hit, with a final lysergic liaison with the last track Toonight goodbye, a final lullaby built on heartstrings melodies.
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Un brillante album di debutto, ci sono diversi assi da giocarsi qui e lí.
I Pipers sono di Napoli, - una Band di quattro che suona come un'orchestra, concentrandosi su un'elegante percorso indiepop, direzione terra d'Albione per la precisione, - una malinconia sinfonica che li piazza lungo le coordinate dei primi Coldplay e il catalogo della Heavenly recordings. Il lirismo di Stefano mi fa venire in mente il Bernard Sumner di True Faith, lenitivo e rilassante.
Primo piano sulla traccia che dà titolo al disco, - nessuna meraviglia che l'abbiano scelta per rappresentare l'intero lavoro, tanto è pop-perfetta, - quindi il tempo medio di Eveline, Golden Sand, - questa probabilmente destinata ad incarnare un potenziale prossimo singolo, - quanto anche Sick of you, - forte di un ritornello davvero contagioso.
C'è poi spazio per una toccante ballad, ovvero Bitter, - gentile e soft, o il soave valzer di Flourish again, - come anche la Beatlesiana intro e pulito taglio psichedelico di Don't ask for more, - il tutto fa pensare che sarebbe davvero una vergogna se i Pipers non riuscissero a guadagnarsi un pubblico più ampio grazie a questo album.
Save the tears è un altro esempio di una piena soddisfazione di accordi tra scrittura e mixaggio, - ci si ritrova in una stanza piena di suoni e dettagli alle spalle che si alternano l'un l'altro, - qualcosa di generosamente retrò anni 80, - un'ennesima canzone a forma di hit, con un finale lisergico, liaison con la canzone che chiude il disco, la finale lullaby di Toonight goodbye, una piena di melodie avvolgenti.
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not yet, probably nobody cares, or nobody cared enough to tell something. Also: nobody reads komakino.
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