The Drop Machine / Quiet in the Cave
s/t
(4+4tx CD, 55'04'' - Hyper Shape rec 2010)
| pall youhideme
Released a couple of months ago, these songs are actually from 2006/2007, then recently remastered as they found room in this split signed by indie record label Hyper Shape. Both bands born as side-projects of Viscera/// and Malfeitor, - nothing Your mom would approve of.
The Drop Machine have got a post-rock lineage, no doubt about that: downtempo vs melancholic vehemence, melodic ideas along dense guitar wall of sound, saturation and chorus pedal in unison, - Take It All might make the day of Tristeza's fans, while German Warehouse is not that far from that 90s spleen dear to Unwound's instrumental trips (although this track features some inaudibly vocals): a mind-blowing 7 minutes escape velocity from your own self, where at the end You feel like dead beat, body and emotionally.
Do not think that the following track, 00:00 Light, will let You lay your bones, - it is like Godflesh still sounded good, chatartic and rancid as in their golden age, - Megalo Kayo's voice perfectly enchances the whole feeling of the bass/guitar/drums' formula of spiritual elevation: a track that makes of The Drop Machine one of the (sadly) best-kept-secret Bands in Italy.
Then it is time for Quiet In The Cave, - restless riders of horses shaped Into the Deep of esoteric distortion and gloomy soundscapes, - long echoed guitar swirls, - actually Their field is the bright side of a dark star, - doom psych rock blended with roots of black metal (Mike's vocals are like unbearable shrieks). I saw Them once performing live, - They have a kicking-ass drummer, total flawless power and control: here it comes Stalker, - named after Tarkovsky's homonym film (whose takes an audio excerpt at the end) - hypnotic darkness, slow and heavy dynamics, a come&go of depressed passages and virtuosity, from a contemplative inner view, a deeper look inside the obscurity.
Last but not least, - the whole CD artwork, symbolic and surreal graphics, by Filippo Garilli.
.·´¯¯`·. .·´¯¯`·.
° ° /_ .K ..·
·.. º .·
Pubblicato un paio di mesi fa, queste canzoni in verità sono registrazioni del 2006/2007, poi recentemente rimasterizzate come si è trovato spazio per lo split a firma della indie label Hyper Shape. Entrambe le band nascono come side-project di Viscera/// e Malfeitor, nulla di cui Vostra madre vorrebbe scoprirVi ascoltare.
The Drop Machine hanno un lignaggio post-rock, non mi sembra ci siano dubbi: downtempo contro veemenza malinconica, idea melodiche lungo densi wall of sound di chitarra, in unisono di saturazione e chorus, - dove Take it All potrebbe fare contenti i fan dei Tristeza, mentre German Warehouse non è lontana da quello spleen anni 90 caro ai trip strumentali degli Unwound (sebbene questa traccia contenga un cantato quasi impercettibile): una velocità di fuga da se stessi lunga 7 minuti, devastante, - alla fine ci si sente esausti, fisicamente ed emozionalmente.
Poi non pensate che segua una tregua, - anzi, 00:00 Light gira come se i Godflesh suonassero ancora bene, catartici e rancidi come agli esordi, - qui la voce di tale Megalo Kayo enfatizza perfettamente l'intero feeling espresso dalla formula chitarra/basso/batteria, - pura elevazione spirituale: di più, direi che questa canzone fa della Drop Machine una delle Band meglio tenute segrete in patria - il che, tristemente.
Poi è la volta di Quiet In The Cave, - corrono senza posa i Loro cavalli forgiati in atmosfere di esoterica distorsione, nel profondo della nera pece (appunto, Into the Deep), - lunghi mulinelli di chitarra in delay/eco, - direi che il Loro campo è quello parossistico del volto luminoso di una stella nera, del sano rock di matrice doom e psichedelico, mescolato a radici black metal (la voce di Mike pare espressione di dolori lancinanti).
Li ho visti suonare dal vivo una volta, - ricordo avevano un batterista tecnicamente spaccaculi, ineccepibile potenza e controllo, - la stessa che ho risentito in Stalker, - che prende titolo dall'omonima pellicola di Tarkovsky (e da cui verso la fine tra un estratto audio), - oscurità ipnotica, dinamiche lente ed heavy, un viavai di virtuosità e passaggi depressi, tutto da un punto di vista contemplativo, - sorta di sguardo interiore in quella che è propria di oscurità.
Nota a margine, non meno degna di attenzione, - il lavoro grafico del CD, simbolista e surreale, by Filippo Garilli.
The Drop Machine have got a post-rock lineage, no doubt about that: downtempo vs melancholic vehemence, melodic ideas along dense guitar wall of sound, saturation and chorus pedal in unison, - Take It All might make the day of Tristeza's fans, while German Warehouse is not that far from that 90s spleen dear to Unwound's instrumental trips (although this track features some inaudibly vocals): a mind-blowing 7 minutes escape velocity from your own self, where at the end You feel like dead beat, body and emotionally.
Do not think that the following track, 00:00 Light, will let You lay your bones, - it is like Godflesh still sounded good, chatartic and rancid as in their golden age, - Megalo Kayo's voice perfectly enchances the whole feeling of the bass/guitar/drums' formula of spiritual elevation: a track that makes of The Drop Machine one of the (sadly) best-kept-secret Bands in Italy.
Then it is time for Quiet In The Cave, - restless riders of horses shaped Into the Deep of esoteric distortion and gloomy soundscapes, - long echoed guitar swirls, - actually Their field is the bright side of a dark star, - doom psych rock blended with roots of black metal (Mike's vocals are like unbearable shrieks). I saw Them once performing live, - They have a kicking-ass drummer, total flawless power and control: here it comes Stalker, - named after Tarkovsky's homonym film (whose takes an audio excerpt at the end) - hypnotic darkness, slow and heavy dynamics, a come&go of depressed passages and virtuosity, from a contemplative inner view, a deeper look inside the obscurity.
Last but not least, - the whole CD artwork, symbolic and surreal graphics, by Filippo Garilli.
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° ° /_ .K ..·
·.. º .·
Pubblicato un paio di mesi fa, queste canzoni in verità sono registrazioni del 2006/2007, poi recentemente rimasterizzate come si è trovato spazio per lo split a firma della indie label Hyper Shape. Entrambe le band nascono come side-project di Viscera/// e Malfeitor, nulla di cui Vostra madre vorrebbe scoprirVi ascoltare.
The Drop Machine hanno un lignaggio post-rock, non mi sembra ci siano dubbi: downtempo contro veemenza malinconica, idea melodiche lungo densi wall of sound di chitarra, in unisono di saturazione e chorus, - dove Take it All potrebbe fare contenti i fan dei Tristeza, mentre German Warehouse non è lontana da quello spleen anni 90 caro ai trip strumentali degli Unwound (sebbene questa traccia contenga un cantato quasi impercettibile): una velocità di fuga da se stessi lunga 7 minuti, devastante, - alla fine ci si sente esausti, fisicamente ed emozionalmente.
Poi non pensate che segua una tregua, - anzi, 00:00 Light gira come se i Godflesh suonassero ancora bene, catartici e rancidi come agli esordi, - qui la voce di tale Megalo Kayo enfatizza perfettamente l'intero feeling espresso dalla formula chitarra/basso/batteria, - pura elevazione spirituale: di più, direi che questa canzone fa della Drop Machine una delle Band meglio tenute segrete in patria - il che, tristemente.
Poi è la volta di Quiet In The Cave, - corrono senza posa i Loro cavalli forgiati in atmosfere di esoterica distorsione, nel profondo della nera pece (appunto, Into the Deep), - lunghi mulinelli di chitarra in delay/eco, - direi che il Loro campo è quello parossistico del volto luminoso di una stella nera, del sano rock di matrice doom e psichedelico, mescolato a radici black metal (la voce di Mike pare espressione di dolori lancinanti).
Li ho visti suonare dal vivo una volta, - ricordo avevano un batterista tecnicamente spaccaculi, ineccepibile potenza e controllo, - la stessa che ho risentito in Stalker, - che prende titolo dall'omonima pellicola di Tarkovsky (e da cui verso la fine tra un estratto audio), - oscurità ipnotica, dinamiche lente ed heavy, un viavai di virtuosità e passaggi depressi, tutto da un punto di vista contemplativo, - sorta di sguardo interiore in quella che è propria di oscurità.
Nota a margine, non meno degna di attenzione, - il lavoro grafico del CD, simbolista e surreale, by Filippo Garilli.
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not yet, probably nobody cares, or nobody cared enough to tell something. Also: nobody reads komakino.
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