Carlo Feltrinelli
Senior Service
431 pp | 8,50 euro, Feltrinelli 2007
| federico immigrato e rifugiatoGli editori negli anni del biscione
Pensiamo che nella sua pochezza e dalla posizione di assoluto
privilegio di chi se la può permettere, la disputa letteraria di questa
estate in merito all'opportunità (o l'opportunismo) che spinge ancora molti autori palesemente anti-berlusconiani a
scrivere per il gruppo Mondadori sia del tutto lecita.
Il punto semmai è capire quanto la capacità di autodeterminazione degli intellettuali di oggi riesca ad andare oltre questo gesto che sa un pò di ultima spiaggia o possa - almeno - accompagnarsi anche a una critica
profonda che investi tutta la società.
In giro del resto, non sembrano esserci molti altri tipi di denunce
efficaci contro il sistema imperante se non quelle alla Travaglio. Il
giornalista de il Fatto è sempre incredibilmente concreto e quasi
esilarante nel tono dei suoi attacchi. Finchè l'unica linea
all'orizzonte è quella di una legittimissima contesa sul piano della della trasgressione
delle regole è difficile però aspettarsi anche la definizione di un
punto di vista più ampio o quantomeno alternativo al modello del
drive-in.
Certo meglio Travaglio e la scuola di Chiarelettere a tanti altri
che intellettuali veri oggi ci si credono proprio. Belpoliti
per esempio scrive di letteratura su l'Espresso. Nel suo ultimo libro, si era proposto il nobilissimo tentativo di
trattare il senso di smarrimento del sentimento di vergogna nell'Italia
del caimano. Il fatto che poi tutta l'opera si risolva però in una
sommaria analisi della storia della verecondia nella letteratura è
abbastanza emblematico su come gli strumenti della critica si arrocchino
oggi sull'accademismo e l'autoreferenzialità.
Purtroppo se gli autori latitano, le case editrici scappano.
La Feltrinelli per esempio negli ultimi dieci anni ha
rinunciato alla valorizzazione di qualsiasi autore che non sia Ligabue,
Grillo o Benni, puntando esclusivamente sul multiprodotto all'interno
dei suoi megastore che pompano poi Vespa, Volo e Morelli.
Non è un caso che l'ultimo titolo decente arrivato in classifica
sia quello di Sorrentino.
La recente storia della Effelunga pare contraddire di punta e
volontariamente tutte le gesta e la biografia del suo fondatore Giangiacomo.
La figura del Senior Service è stata sin dall'inizio paurosamente
controversa e contraddittoria. Il patrimonio colossale della sua
famiglia gli ha permesso sin dall'inizio di essere uno dei più grandi
finanziatori del partito comunista dal secondo dopoguerra in poi. La sua
veste di grande industriale però non lo ha mai del tutto sdoganato dal
ruolo di grande padrone tra compagni.
Non vogliamo assolutamente mitizzare il personaggio, ma la pochezza
degli editori di oggi, le loro proposte da zero-a-zero, e la schiavitù
congenita alle regole binarie del profitto rendono estremamente
romantica la storia dell'imprenditore milanese.
I maligni dicono che la sua biografia scritta dal figlio Carlo, sia solo
stata un modo per blindare i diritti su un'eventuale film sulla sua
vita. Di sicuro il tutto non potrebbe che essere un kolossal.
Aldilà delle vicende più tecniche su come Feltrinelli ha costruito
la sua fortuna editoriale avendo l'intuito di puntare su il Dottor
Zivago o Il Gattopardo che poi gli hanno reso una fortuna ancora più
immensa, quella di Senior Service è sicuramente uno storia che è anche
un pretesto per entrare nelle vicende meno conosciute della Milano
liberata, il boom economico e le prime avvisaglie degli anni di Piombo.
Quella della pubblicazione del Dottor Zivago è ancora oggi una storia
incredibile che per anni ha anche messo in difficoltà i vertici del
partito comunista italiano con le autorità di Mosca e che poi ha
contribuito ad allontanare Feltrinelli dalle stanze delle Botteghe
Oscure per avvicinarsi invece all'idealizzazione del modello di Castro
di cui il nostro poi divenne un'amico fidatissimo.
Non è un caso che il figlio Carlo con questo libro avalla le voci secondo cui il padre Giacomo fu uno degli intermediari che trattarono con il dittatore della bolivia la liberazione del Che, ma anche uno dei golpisti solitari che mirava a creare una Sardegna libero-cubana nel cuore dell'Europa capitalista. Purtroppo l'infatuazione castrista portò l'editore anche sulla strada della lotta armata e della morte nel marzo del '72.
Ancora oggi si moltiplicano le ipotesi sul decesso. Siamo sicuri
che nemmeno lui avrebbe potuto arginare l'ascesa del biscione, ma almeno
oggi ci sarebbero molte meno librerie sparse per l'Italia con 450 copie
per una di Mangia Prega ed Ama.
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