A bite of late 80s, early 90s, electro-goth synth vibe, something post-punk, dipped into lo-fi aesthetic: Dream Affair are from NY, fe/male vocals, cold wave three piece of our days, - with a debut release for the italian anti-label Avant!.
Think to massive listenings of The Cure's dark age, Clan Of Xymox, Lycia, or some more modern, obscure romanticism à la Former Ghosts.
Apology sounds like a dancefloor hit, stolen to the 80s, vibrating beat for pale dancers fixing the floor and avoiding (eye) contact: when the guitar loads its run, it's pure delight, reason why you understand how Avant! has found interest in these people.
Lucid shines differently melancholic, thanks to the melodious bitterness of Abby's voice, - later matching with Hayden's grave tones in No Use Hiding.
While the first half of this record may sound somehow naive in its darkness (read, lo-fi sound production and a light glue), the second part speaks a diverse mature language and songwriting (Until the Fall).
Doomy keys, airy like the wind of decadence, retro drum machines percussions (why the hell there are no real drummers, flesh and blood, in cold wave bands?), nothing to be shown under the Sun.
Probably there's no a proper memorable single, but the whole record is a genuine jump into those times when you felt a depressed goth boy. Or sorta. And there's nothing better than playing these tracks loud in your earphones, - it makes you wish you didn't sell your chorus pedal and it tells you maybe you're still a anguished soul.
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° ° /_ .K ..·
·.. º .·
Un morso di tardo anni 80, primi 90, vibrazioni da synth electro-goth, qualcosa di post-punk, intinto in estetica lo-fi: i Dream Affair sono di NY, lui/lei alla voce, trio cold-wave dei nostri giorni, con una release di debutto per la nostrana anti-etichetta Avant!.
Pensate ad ascolti massicci di The Cure (dark era), Clan Of Xymox, Lycia, o un romanticismo più moderno ed oscuro à la Former Ghosts.
Apology suona come una hit da alternative disco, rubata agli 80, con beat vibrante per pallidi danzanti che fissano per terra, evitando il contatto (visivo) l'un l'altra: quando la chitarra fa la sua carica, è piacere puro, e ragione e motivo per cui si capisce come l'Avant! abbia trovato interesse in questa gente.
Lucid suona differentemente malinconica, sarà per la melodiosa amarezza della voce di Abby, - che poi in seguito fa il controcanto ai toni gravi di Hayden in No Use Hiding.
Mentre la prima metà del disco può risultare talvolta naive nella sua dark-ezza (leggi suono lo-fi e poco collante), la seconda metà parla invece in toni diversamente maturi (Until the Fall).
Tastiere ariose come vento di decadenza, drum machines dal timbro retro (i gruppi cold wave non hanno mai un batterista in carne ed ossa, pare), insomma, nulla da esser esposto al sole.
Probabilmente non c'è un vero e proprio pezzo memorabile, ma il disco per intero è un godibilissimo salto in quell'età in cui ci si sentiva un goth boy depresso. O qualcosa del genere. E non c'è niente di meglio di farlo suonare a volumi alti in cuffia, - ti vien a male di aver venduto il pedale chorus secoli fa, e ti ricorda che in verità sei ancora un'anima in pena.
Think to massive listenings of The Cure's dark age, Clan Of Xymox, Lycia, or some more modern, obscure romanticism à la Former Ghosts.
Apology sounds like a dancefloor hit, stolen to the 80s, vibrating beat for pale dancers fixing the floor and avoiding (eye) contact: when the guitar loads its run, it's pure delight, reason why you understand how Avant! has found interest in these people.
Lucid shines differently melancholic, thanks to the melodious bitterness of Abby's voice, - later matching with Hayden's grave tones in No Use Hiding.
While the first half of this record may sound somehow naive in its darkness (read, lo-fi sound production and a light glue), the second part speaks a diverse mature language and songwriting (Until the Fall).
Doomy keys, airy like the wind of decadence, retro drum machines percussions (why the hell there are no real drummers, flesh and blood, in cold wave bands?), nothing to be shown under the Sun.
Probably there's no a proper memorable single, but the whole record is a genuine jump into those times when you felt a depressed goth boy. Or sorta. And there's nothing better than playing these tracks loud in your earphones, - it makes you wish you didn't sell your chorus pedal and it tells you maybe you're still a anguished soul.
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Un morso di tardo anni 80, primi 90, vibrazioni da synth electro-goth, qualcosa di post-punk, intinto in estetica lo-fi: i Dream Affair sono di NY, lui/lei alla voce, trio cold-wave dei nostri giorni, con una release di debutto per la nostrana anti-etichetta Avant!.
Pensate ad ascolti massicci di The Cure (dark era), Clan Of Xymox, Lycia, o un romanticismo più moderno ed oscuro à la Former Ghosts.
Apology suona come una hit da alternative disco, rubata agli 80, con beat vibrante per pallidi danzanti che fissano per terra, evitando il contatto (visivo) l'un l'altra: quando la chitarra fa la sua carica, è piacere puro, e ragione e motivo per cui si capisce come l'Avant! abbia trovato interesse in questa gente.
Lucid suona differentemente malinconica, sarà per la melodiosa amarezza della voce di Abby, - che poi in seguito fa il controcanto ai toni gravi di Hayden in No Use Hiding.
Mentre la prima metà del disco può risultare talvolta naive nella sua dark-ezza (leggi suono lo-fi e poco collante), la seconda metà parla invece in toni diversamente maturi (Until the Fall).
Tastiere ariose come vento di decadenza, drum machines dal timbro retro (i gruppi cold wave non hanno mai un batterista in carne ed ossa, pare), insomma, nulla da esser esposto al sole.
Probabilmente non c'è un vero e proprio pezzo memorabile, ma il disco per intero è un godibilissimo salto in quell'età in cui ci si sentiva un goth boy depresso. O qualcosa del genere. E non c'è niente di meglio di farlo suonare a volumi alti in cuffia, - ti vien a male di aver venduto il pedale chorus secoli fa, e ti ricorda che in verità sei ancora un'anima in pena.
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