The Victorian English Gentlemens Club
Bag of meat
(11tx + 1 ghost track CD, 35'58'' - Fake DIY rec 2011)
| pall youhideme
It's all guitars, bass and drums. And voices. No synths. No keys. That's what credits say in the booklet. Probably our victorians are tired to read reviews stating they play synths and keyboards when they're not: - it's something you can stand for two records, not three, I guess. And this is their third release, always for This is Fake DIY rec.
Ours - now back in three, with a new drummer, - simply experiment sound with abrasive chemistries, kicking pedals on bass and guitar. A cradle of electricity, boy/girl falsetto, gin, fuzzy distortions, loops, and obliquity. There's no a real straight line here. And Adam, this time, recorded a bunch of guitars (I am curious to hear these tracks live). Uh, actually there's a flute (John Denver's Wife) and a mouth harmonica on My Imagination Can't Save Me Now, one more unorthodox track of theirs, powered with a memorable refrain that would turn Damon Albarn pale. But I can't say if The Victorian English Gentlemens Club would appreciate this parallel, indeed, seen they are more on a plan mixing B52's (Lost My Face In A Fast Car Race) and The Fall, I think, adding their own special solution of discordant, sometimes even utterly screeching (Not Waving But Drowning) melodies. Actually this record is like saying they might write a pop song by screeching the chalk on the blackboard.
Adam, Louise and James dance naked (or covered with meat) around a pagan fire in the middle of an albion jungle (As Jungle Drums Rang Across The Amazon (We Held Our Heads And Screamed)) of diverse whateveritis-wave music: this time their fetish is a bag of meat, a recurring dead godness of pop music (the 70s taste of the under-an-octave guitar riff of Pistol Whipped), invoked in most of their songs, to whom they offer human sacrifices and explosive bananas (Card Trick With A Chimp).
An hallucinatoion of human sacrifices offered by vegetarians, actually.
Some day I expect to find A Conversation scoring the closing credits of a new cool movie. Three records, three gems. I love this Band.
.·´¯¯`·. .·´¯¯`·.
° ° /_ .K ..·
·.. º .·
E' tutto chitarre, basso e batteria. E voci. Niente synth. Niente tastiere. Questo è quel che scrivono nei credits del booklet. Probabilmente i Victorian si son stufati di leggere recensioni dove si scrive che suonano synth e tastiere quando non lo fanno. E' qualcosa che puoi sopportare per due dischi, ma non tre. E questo è il loro terzo, uscito sempre per la This is Fake DIY rec.
I nostri - di nuovo in tre, con un altro batterista, - semplicemente sperimentano il suono con chimiche abrasive, prendendo a calci i pedali su basso e chitarra. Una culla di elettricità, boy/girl falsetto, gin, distorsioni fuzz, loop e obliquità. Non c'è proprio una linea dritta qui, anzi. Nonchè, Adam, a questo giro ha dato molto più spazio alla sue chitarre, registrandone diverse, cosa che mi rende curioso di vedere come le ripropongono dal vivo. Ah, in verità c'è un flauto in John Denver's Wife e un'armonica a bocca in My Imagination Can't Save Me Now, un'altra traccia inortodossa delle loro, carica di un memorabile ritornello che farebbe impallidire Damon Albarn. Ma magari è un parallelo che Victorian English Gentlemens Club non gradirebbero troppo, - li vedo più come deipuristi che si ritrovano più un parallelo tra B52's (Lost My Face In A Fast Car Race) e The Fall, aggiungendo la propria dose di melodie storte, spesso stridule (Not Waving But Drowning). Anzi, tutto questo disco pare come dire che potrebbero scrivere una canzone pop facendo strillare il gessetto su una lavagna.
Adam, Louise e James ballano intorno ad un fuoco pagano nel mezzo di una giungla d'Albione (As Jungle Drums Rang Across The Amazon (We Held Our Heads And Screamed)), una danza di diverso genere quello-che-volete-wave: questa volta il loro feticcio è una sacca di carne, la Bag of Meat, una divinità pop estinta (il gusto 70s del giro di chitarra sotto di un'ottava di Pistol Whipped, squisito), invocata in più canzoni, per poi offrirle sacrifici umani e banane esplosive (Card Trick With A Chimp).
Un'allucinazione di sacrifici umani offerti da vegetariani.
E prima o poi mi aspetto di ritrovarmi la loro A Conversation nei titoli di coda di qualche nuovo film. Tre dischi, tre gemme. Amo questa Band.
Ours - now back in three, with a new drummer, - simply experiment sound with abrasive chemistries, kicking pedals on bass and guitar. A cradle of electricity, boy/girl falsetto, gin, fuzzy distortions, loops, and obliquity. There's no a real straight line here. And Adam, this time, recorded a bunch of guitars (I am curious to hear these tracks live). Uh, actually there's a flute (John Denver's Wife) and a mouth harmonica on My Imagination Can't Save Me Now, one more unorthodox track of theirs, powered with a memorable refrain that would turn Damon Albarn pale. But I can't say if The Victorian English Gentlemens Club would appreciate this parallel, indeed, seen they are more on a plan mixing B52's (Lost My Face In A Fast Car Race) and The Fall, I think, adding their own special solution of discordant, sometimes even utterly screeching (Not Waving But Drowning) melodies. Actually this record is like saying they might write a pop song by screeching the chalk on the blackboard.
Adam, Louise and James dance naked (or covered with meat) around a pagan fire in the middle of an albion jungle (As Jungle Drums Rang Across The Amazon (We Held Our Heads And Screamed)) of diverse whateveritis-wave music: this time their fetish is a bag of meat, a recurring dead godness of pop music (the 70s taste of the under-an-octave guitar riff of Pistol Whipped), invoked in most of their songs, to whom they offer human sacrifices and explosive bananas (Card Trick With A Chimp).
An hallucinatoion of human sacrifices offered by vegetarians, actually.
Some day I expect to find A Conversation scoring the closing credits of a new cool movie. Three records, three gems. I love this Band.
.·´¯¯`·. .·´¯¯`·.
° ° /_ .K ..·
·.. º .·
E' tutto chitarre, basso e batteria. E voci. Niente synth. Niente tastiere. Questo è quel che scrivono nei credits del booklet. Probabilmente i Victorian si son stufati di leggere recensioni dove si scrive che suonano synth e tastiere quando non lo fanno. E' qualcosa che puoi sopportare per due dischi, ma non tre. E questo è il loro terzo, uscito sempre per la This is Fake DIY rec.
I nostri - di nuovo in tre, con un altro batterista, - semplicemente sperimentano il suono con chimiche abrasive, prendendo a calci i pedali su basso e chitarra. Una culla di elettricità, boy/girl falsetto, gin, distorsioni fuzz, loop e obliquità. Non c'è proprio una linea dritta qui, anzi. Nonchè, Adam, a questo giro ha dato molto più spazio alla sue chitarre, registrandone diverse, cosa che mi rende curioso di vedere come le ripropongono dal vivo. Ah, in verità c'è un flauto in John Denver's Wife e un'armonica a bocca in My Imagination Can't Save Me Now, un'altra traccia inortodossa delle loro, carica di un memorabile ritornello che farebbe impallidire Damon Albarn. Ma magari è un parallelo che Victorian English Gentlemens Club non gradirebbero troppo, - li vedo più come deipuristi che si ritrovano più un parallelo tra B52's (Lost My Face In A Fast Car Race) e The Fall, aggiungendo la propria dose di melodie storte, spesso stridule (Not Waving But Drowning). Anzi, tutto questo disco pare come dire che potrebbero scrivere una canzone pop facendo strillare il gessetto su una lavagna.
Adam, Louise e James ballano intorno ad un fuoco pagano nel mezzo di una giungla d'Albione (As Jungle Drums Rang Across The Amazon (We Held Our Heads And Screamed)), una danza di diverso genere quello-che-volete-wave: questa volta il loro feticcio è una sacca di carne, la Bag of Meat, una divinità pop estinta (il gusto 70s del giro di chitarra sotto di un'ottava di Pistol Whipped, squisito), invocata in più canzoni, per poi offrirle sacrifici umani e banane esplosive (Card Trick With A Chimp).
Un'allucinazione di sacrifici umani offerti da vegetariani.
E prima o poi mi aspetto di ritrovarmi la loro A Conversation nei titoli di coda di qualche nuovo film. Tre dischi, tre gemme. Amo questa Band.
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