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No Hay Banda Trio

Live Roma, 10/12/2011 @ Fusolab

https://www.inkoma.com/k/3849

w/ Los Bucias

 | federico immigrato e rifugiato
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Il telefonino è entrato cosí prepotentemente nei nostri sistemi affettivi che, stando ad un'autorevole istituto di ricerca svizzero, il suono di un sms in arrivo sul nostro cellulare pare essere ormai il secondo tipo di rumore in assoluto più gradito in termini chimico-emozionali a tutto il nostro organismo.
Ignoriamo con quali criteri si possano misurare tali parametri, sabato sera però quando Il Cristo Fluorescente ci ha smessaggiato che il concerto dei Los Bucias e dei No hay banda sarebbe cominciato in ritardo, ammettiamo che ci è presa benissimo. La ridda di treni cancellati in serata infatti rischiava di farci perdere uno delle performance che attendavamo con maggiore trepidazione negli ultimi tempi, sia perchè mancavamo da troppo ad un'esibizione del madornale trio Recchia-Allulli-Tomasi, sia perchè quella al Fusolab era l'esordio assoluto di questo nuovo e misterioso quintetto  prog-acid-azz buciardo.
Il fatto che per scendere alla sala concerti abbiamo atteso più che sulla scaletta di un aereo carico di tabagisti esperti atterrato a Kathmandu ha confermato che il concerto era di quelli buoni.
L'impressione che i nostri sappiano maneggiare abilmente una sorta di propensione innata all'approccio a tutto campo di più linguaggi creativi, è dimostrata anche dal tipo di proiezioni che vengono mandate alle loro spalle. I Los Bucias non sono certo i primi a ricorrere a questo espediente, ma va detto che sorpassano a sinistra le miriadi di band che in questi ultimi tempi ricorrono sempre alle solite immagini evocative o più o meno criptiche, optando invece per un materiale scarno, amatoriale, ma incredibilmente esplicativo su quella che è la linea rossa del loro discorso musicale. Ventrali, come direbbe Max Collini. La carnalità e una certa attidudine terrosa e avvinazzata da un'impronta tutta particolare alla loro personalissima matrice prog-barbarica. Certe cose rimandano allo stesso tempo al primissimo dei King Crimson, ma anche ad una certa estetica propensa al carosello spettacolare degli inseguimenti di alcuni polizieschi degli anni '70. Tutte le volte che gorgheggiano in un arrangiamenti che mettono a nudo la loro ragguardevole competenza tecnica hanno poi il fiuto umoristico per ribaltarla in un a sorta di farsa ord-rock
che chiama in causa Goblin, Piero Piccioni e il maestro Trovajoli. Se avessimo il loro stesso senso dello humour sapremmo trovare il modo perfetto per paragonarli a Zappa. I punti di contatto con i No hay banda che li seguono sono molto più di quello che possiate pensare. Il fatto che quando la loro esibizione comincia la luce sia rimasta accesa è quasi un segno emblematico di come la loro forza e la loro dirompenza è sotto gli occhi di tutti. Trasparente. Laddove gli Zu hanno la propensione alla distruzione barbarico assassina, il terzetto dell'esimio Allulli ha una specie di gusto innato alla costruzione architettonica barocco-rom-giostresca con il rovescio della medaglia di una competenza al massacro maturata sul campo tra l'altro con Inferno e Flu!. Messo da parte l'irruenza irresistibile di piece come Tsuzuku, stasera l'ensemble dell'ex tastierista degli Inferno, Mr. reeks. dimostra come abbia la forza e la sapienza buddhistico-himalayana per confrontarsi con gli arrangiamenti che partono dal basso di un jazz metafisico e mefistofelico e che ha le stesse mille sfaccettature di un ghigno di Diamanda Galas.
La tecnica inconfondibile del dr. Reeks, che per chi non lo sapesse suona contemporaneamente basso e chitarra come se fossero due tastiere è il simbolo inconfondibile di un terzetto che in ogni momento sembra di confrontarsi con il doppio dei registri possibili sintetizzandoli sempre nella soluzione più inaspettata e devastante. Veramente grandi. Se la gente invece di stare a parlare se i Cani siano un fenomeno generazionale o demenziale andasse più spesso a vederli, tutta la scena creerebbe solo per osmosi come il numero delle endorfine quando ci chiama il nostro spacciatore. 
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