Conveniamo che la tessera dell'Arci quest'anno non è diminuita.
Poco male, immaginiamo che saremo spesso nei prossimi 365 giorni al Dal
verme, e poi ammortizzeremo già per dopo la Befana, che c'è pure il
Nolebol. Inauguriamo il 2012 comunque con gli Ay,
interessantissimo terzetto romano che è da almeno una settimana che ha
sintonizzato tutte le suonerie autistiche in partenza automatica dal
nostro cervello su una specie di sistemino jazz-noise latin calypso
assolutamente irresistibile. Forse il progetto non ha una storia
lunghissima, ma i nostri hanno un'esperienza di tutto livello, maturata
in Italia con gli Squartet e addirittura in Belgio con Heinz Karlhausen
& the Diatonics.
La formazione a tre ricalca quella degli Zu, ma gli Ay
sembrano non inseguire subito le logiche di massacri e tifoni sonici
prossimi all'ex combo di Jacopo Battaglia e anzi mantengono una calma
apparente, destrutturata con sapienza su basi latin Calypso, ma sempre
sull'orlo di frammentazioni jazz e spedalamenti mastondontici alla No
Means No, Lightning Bolt e Mr. Bungle. Forse è presto per dare giudizi
definitivi, ma da quello che abbiamo sentito stasera gli Ay hanno il
passo e la padronanza di chi ha un bagaglio assolutmente di rispetto che
gli consente non solo di trovare la propria strada, ma di farne una
tutta loro ex novo. Il linguaggio è completamente differente, ma stasera
ci hanno fatto venire in mente le cose più rock dei Sonic Youth tipo
Murray street. Dietro una chiara lucidità pop anche in quelle cose c'è
una evidente registro sonico e sperimentale che toglie il fiato. Allo
stesso modo gli Ay giocano come Tito Puente con il calypso ma con il
braccio punk e il volume noise dai muscoli tatuati di jazz. Dopo gli
stessi Squartet, Neo, Eskimo Trio, No hay Banda era come se fosse
fisiologica una realtà meno sperimentale e più accessibile a tutti.
Tranne a quel babbu di Castaldo. Le considerazioni sulla scomparsa del
rock dalle classifiche di fine anno da uno che probabilmente non solo
non si rende conto dell'esistenza dei gruppi di cui sopra ma degli Zu,
sono comiche. Il fatto che ogni anno debba seguire da vicino Sanremo ci
sembra una punizione che si merita.
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