Released last week for Happy/Mopy records, Black holes for dummies is the debut record of Die Stille, three piece from Naples, Italy, featuring Diego Quintano, previously from Valderrama 5 and The Goonies.
Think of a melodic sensibility dear to the 90s, I'd say, à la Motorpsycho of Blissard era, blending brilliant indie pop hooks with frailty and adrenaline.
Ecstatic, minimal six string riffs, substained by baritone guitar or bass, beautiful harmonic vocal lines: these are all coordinates for building a wow sound, handling the renewed surprise of being simply pop-genuine.
The two first tracks after the intro, Grey and Empty Box, are perfect trampolines for capturing the listener into gentle guitarplaying loaded by enthralling percussion: the smooth vocals of Quintano and Eugenio Cocchi keep the heartbeat under control as they inoculate a high dose of emotional crescendo.
Following, the rest of tracklist keep a low profile, differently chilled down: the bossanova mood of Sandman, the bitterness of random biblical-inspiration in Zephanias, then, Breakdown, Somebody Else, all mellow and memorable in their harmonics; and when it's time for Own Again, and the tempo is again that accelerated, the relative crash at the end of the ride is like seen in slow motion, as if you could watch your own tears apart before the mortal impact.. I'm dreaming.
The last piece, PLEASE LEAVE BRITNEY ALONE, well, the title speaks for itself.. there's a player below, press play.
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° ° /_ .K ..·
·.. º .·
Pubblicato la scorsa settimana per Happy/Mopy records, Black holes for dummies è il disco debutto per i Die Stille, trio da Napoli, che vede Diego Quintano, già Valderrama 5 e The Goonies.
Immaginatevi una sensibilità melodica cara agli anni 90, qualcosa, direi, à la Motorpsycho dell'era Blissard, dosando brillanti pigli indie pop tra fragilità e adrenalina.
Sei corde minimale ed estatica nei riff, sostenuta da chitarra baritono o basso, belle le linee armoniche delle voci: queste sono le coordinate giuste per costruire un wow sound che sa come metter mano alla rinnovata sorpresa dell'essere semplicemente genuino con la materia pop.
Le prime due tracce dopo l'intro, Grey e Empty Box, sono perfetti trampolini per catturare l'ascoltatore in gentili giochi di chitarra su trascinanti percussioni: le morbide parti vocali di Quintano ed Eugenio Cocchi tengono sotto controllo il battito cardiaco mentre inoculano una dose elevata di crescendo emozionale.
A seguire, il resto della tracklist tiene un profilo basso, diversamente freddo e lenitivo: l'umore bossanova di Sandman, l'amarezza di ispirazione biblica di Zephanias, e poi Breakdown, Somebody Else, tutto melliflue e memorabili nelle loro armoniche; e quando arriva il turno di Own Again, e il tempo della batteria torna ad accelerare, il relativo crash alla fine della corsa è come visto al rallenty, come se si potessero osservare le proprie lacrime lasciarci il viso prima dell'impatto. Sto sognando.
Il pezzo finale, PLEASE LEAVE BRITNEY ALONE, il titolo parla per sè, fate prima a premere play al player qua sotto.
Think of a melodic sensibility dear to the 90s, I'd say, à la Motorpsycho of Blissard era, blending brilliant indie pop hooks with frailty and adrenaline.
Ecstatic, minimal six string riffs, substained by baritone guitar or bass, beautiful harmonic vocal lines: these are all coordinates for building a wow sound, handling the renewed surprise of being simply pop-genuine.
The two first tracks after the intro, Grey and Empty Box, are perfect trampolines for capturing the listener into gentle guitarplaying loaded by enthralling percussion: the smooth vocals of Quintano and Eugenio Cocchi keep the heartbeat under control as they inoculate a high dose of emotional crescendo.
Following, the rest of tracklist keep a low profile, differently chilled down: the bossanova mood of Sandman, the bitterness of random biblical-inspiration in Zephanias, then, Breakdown, Somebody Else, all mellow and memorable in their harmonics; and when it's time for Own Again, and the tempo is again that accelerated, the relative crash at the end of the ride is like seen in slow motion, as if you could watch your own tears apart before the mortal impact.. I'm dreaming.
The last piece, PLEASE LEAVE BRITNEY ALONE, well, the title speaks for itself.. there's a player below, press play.
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Pubblicato la scorsa settimana per Happy/Mopy records, Black holes for dummies è il disco debutto per i Die Stille, trio da Napoli, che vede Diego Quintano, già Valderrama 5 e The Goonies.
Immaginatevi una sensibilità melodica cara agli anni 90, qualcosa, direi, à la Motorpsycho dell'era Blissard, dosando brillanti pigli indie pop tra fragilità e adrenalina.
Sei corde minimale ed estatica nei riff, sostenuta da chitarra baritono o basso, belle le linee armoniche delle voci: queste sono le coordinate giuste per costruire un wow sound che sa come metter mano alla rinnovata sorpresa dell'essere semplicemente genuino con la materia pop.
Le prime due tracce dopo l'intro, Grey e Empty Box, sono perfetti trampolini per catturare l'ascoltatore in gentili giochi di chitarra su trascinanti percussioni: le morbide parti vocali di Quintano ed Eugenio Cocchi tengono sotto controllo il battito cardiaco mentre inoculano una dose elevata di crescendo emozionale.
A seguire, il resto della tracklist tiene un profilo basso, diversamente freddo e lenitivo: l'umore bossanova di Sandman, l'amarezza di ispirazione biblica di Zephanias, e poi Breakdown, Somebody Else, tutto melliflue e memorabili nelle loro armoniche; e quando arriva il turno di Own Again, e il tempo della batteria torna ad accelerare, il relativo crash alla fine della corsa è come visto al rallenty, come se si potessero osservare le proprie lacrime lasciarci il viso prima dell'impatto. Sto sognando.
Il pezzo finale, PLEASE LEAVE BRITNEY ALONE, il titolo parla per sè, fate prima a premere play al player qua sotto.
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not yet, probably nobody cares, or nobody cared enough to tell something. Also: nobody reads komakino.
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