Simon Balestrazzi
The Sky Is Full Of Kites
(3tx CD, 56'15'' - Boring Machines rec 2012)
| pall youhideme
Simon Balestrazzi's CV is pretty fertile: from founding in early 80's T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata) (a re-issue last year by Sometimes rec) to joining Kirlian Camera, Moex, plus, loads of collabotarions here and there in last 30 years.
His second self-named record is not the classic singer-songwriter move, especially if released by one of my local favorite indie label, Boring Machines.
The Sky Is Full Of Kites, but it is also tinted grey, the air is thick, hard to breath, with mysterious and intricate ambients fed with analogue synths, oscillators, organ, various (self) prepared instruments, digital via laptop, and 'amplified objects' - here is the concrete music component, we might say.
Spectral and mesmeric. A different narrative. Obscure.
Three long instrumentals, watercolor portraits, soundscaping through the listener's mind. Somehow, in the same oblique universe of Philippe Petit. You can literally lay down on the floor where you are right now, and get an astral trip (Persistence Of Memory).
The path for dreaming with eyes wide open starts with a sky full of blood red kites. It lasts about one hour and you can buy a ticket here.
.·´¯¯`·. .·´¯¯`·.
° ° /_ .K ..·
·.. º .·
Il CV di Simon Balestrazzi è indubbiamente fertile: dall'aver fondato a inizio anni 80 i T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata) (lo scorso anno, una ristampa della Sometimes rec) all'aver preso parte ai Kirlian Camera, Moex, più, una lunga lista di collaborazioni che l'hanno tenuto occupato negli ultimi 30 anni.
Il suo secondo disco firmato nome&cognome non è esattamente la classica mossa da singer-songwriter, specialmente se a farlo uscire è una delle mie favorite etichette indie no-strane, ovvero la Boring Machines.
The Sky Is Full Of Kites, ma è anche tinto di grigio, l'aria è densa, difficile da respirare, con ambienti misteriosi e intricati, nutriti di synth analogici, oscillatori, organo, vari strumenti modificati (da lui), il digitale esce da un laptop, e altri suoni sono 'oggetti amplificati', questa, la componente da musica concreta, potremmo dire.
Spettrale e mesmerico. Una narrativa diversa. Oscura.
Tre lunghe strumentali, ritratti su acquarello, che spaziano nei suoni nei meandri del cerebrale dell'ascoltatore. In qualche modo, frugando nello stesso universo obliquo di Philippe Petit.
Potete letteralmente sdargliarvi lí dove siete ora, e farvi un trip astrale.
Il percorso per condurre un sogno ad occhi spalancati inizia con questo cielo pieno di acquiloni dal colore rosso sangue. Dura circa un'ora, e i biglietti sono disponibili qui.
His second self-named record is not the classic singer-songwriter move, especially if released by one of my local favorite indie label, Boring Machines.
The Sky Is Full Of Kites, but it is also tinted grey, the air is thick, hard to breath, with mysterious and intricate ambients fed with analogue synths, oscillators, organ, various (self) prepared instruments, digital via laptop, and 'amplified objects' - here is the concrete music component, we might say.
Spectral and mesmeric. A different narrative. Obscure.
Three long instrumentals, watercolor portraits, soundscaping through the listener's mind. Somehow, in the same oblique universe of Philippe Petit. You can literally lay down on the floor where you are right now, and get an astral trip (Persistence Of Memory).
The path for dreaming with eyes wide open starts with a sky full of blood red kites. It lasts about one hour and you can buy a ticket here.
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Il CV di Simon Balestrazzi è indubbiamente fertile: dall'aver fondato a inizio anni 80 i T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata) (lo scorso anno, una ristampa della Sometimes rec) all'aver preso parte ai Kirlian Camera, Moex, più, una lunga lista di collaborazioni che l'hanno tenuto occupato negli ultimi 30 anni.
Il suo secondo disco firmato nome&cognome non è esattamente la classica mossa da singer-songwriter, specialmente se a farlo uscire è una delle mie favorite etichette indie no-strane, ovvero la Boring Machines.
The Sky Is Full Of Kites, ma è anche tinto di grigio, l'aria è densa, difficile da respirare, con ambienti misteriosi e intricati, nutriti di synth analogici, oscillatori, organo, vari strumenti modificati (da lui), il digitale esce da un laptop, e altri suoni sono 'oggetti amplificati', questa, la componente da musica concreta, potremmo dire.
Spettrale e mesmerico. Una narrativa diversa. Oscura.
Tre lunghe strumentali, ritratti su acquarello, che spaziano nei suoni nei meandri del cerebrale dell'ascoltatore. In qualche modo, frugando nello stesso universo obliquo di Philippe Petit.
Potete letteralmente sdargliarvi lí dove siete ora, e farvi un trip astrale.
Il percorso per condurre un sogno ad occhi spalancati inizia con questo cielo pieno di acquiloni dal colore rosso sangue. Dura circa un'ora, e i biglietti sono disponibili qui.
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