Seth Rogers
Facciamola Finita
I BACKSTREET BOYS SONO TUTTI MORTI, COME I BABILONESI
| federico immigrato e rifugiato
Il grosso studioso di scienza e di morale Robert A. Scott scriveva che, il fatto di essere accettati tra i ciechi e il comportarsi come dei non vedenti sono fatti in buona misura indipendenti dal proprio livello di menomazione ottica.
Allo stesso modo si può convenire che per Seth Rogen, essere acclamato dalla folta comunità degli assidui consumatori di canapa indiana è un fatto che prescinde totalmente dalla mera circostanza che lui reciti, intervenga alla consegna degli Mtv o compri un cd dei Deftones.
In Facciamola finita, il suo ultimo film appena uscito ora in dvd anche in Italia, il nostro gioca a cartine scoperte con la sua presunta fama di fruitore ufficiale di marijuana o scassinatore perfetto di party Hollywoodiani.
Insieme ad altre celebrità come James Franco, Jonah Hill, Jay Baruchel e Craig Phillip Robinson, Rogen qui interpreta se stesso e riesce a scardinare in maniera sorprendente l'idea del rapporto di un attore con l'appropriazione mediatica della propria immagine, ma anche il mito di certe cerchie di amicizie vip fuori dal set (Clooney-Matt Damon, Ben Stiller-Owen Wilson, Rocco-Elio).
La trama del film sembra quella che può dare una specie di dignità artistica alle cazzate che si sparano durante una partita collettiva alla playstation da strafatti.
Non è perché durante una scena di una rissa si possono ascoltare quasi sei o sette secondi di Hole in the earth dei Deftones, ma Facciamola finita è un esperimento fulminante che concilia la tipica vorticosa velocità dei dialoghi di Judd Apatow ad una riflessione feticista e metafisica con gli strumenti del proprio successo. Enblematica in questo senso la carrellata nella stanza dei cimeli di Franco, insospettabilmente nerd nella sua versione intima di amante delle opere d'arte.
Nel corso di una festa totale in qualche villa di Hollywood, dove è anche presente, Rihanna, mezzo cast di How i Met your mother e Paul Rudd (poi tutti sterminati) cominciano le brusche avvisaglie di un tragico terremoto che sarà solo il preludio del giudizio universale.
Oltre che a dare il pretesto per battute ravvicinate e surreali la prossimità della fine darà anche il pretesto per un omaggio al cinema insospettabilmente colto anche in frangenti noise, decadenti e trash.
Il balletto finale ci da occasione per citare finalmente i Backstreet boys, morti, anche qui su Inkoma.com.
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