Paolo Zucca
L’arbitro (Italia, 2013, ora in DVD)
Il cinema e il catenaccio italiano
| federico immigrato e rifugiato
Non possiamo non convenire che la maggior parte dei
tentativi volti a intellettualizzare lo sport preferito degli
italiani siano sempre andati clamorosamente a vuoto.
Hanno avuto molto più successo in questo senso, specie
al cinema, i tentativi volti a rappresentare
la rivincita degli ultraperdenti, o la componente democraticizzante che
caratterizza da sempre il mondo del pallone.
L'Arbitro di Paolo Zucca si pone esattamente in questa
scia e specie con il finale esageratamente farsesco riesce
a farlo con una certa originalità.
Cosí come il recente Kaspar Hauser di Manuli, il
lungometraggio con Accorsi si sviluppa in una Sardegna
deserta e in bianco e nero.
Più che dai superstiti del mito
sradicati dalla terra però, L'arbitro è abitato da
un'umanità inestirpabile, molto vicina ad una versione
zotica e agreste del proletariato di Orwell.
Se non fosse per la presenza della Cucciari avremmo
avuto molti meno problemi ad accettare l'accostamento
del film ad un ipotetico adattamento buonista e con la
dieta sana e integrale di qualcosa di Ciprí e Maresco.
Sono sicuramente più riusciti i tentativi di proporre le
sfide della mitica Atletico Pabarile in un'ottica da
western disperato e surreale.
Molto divertente in questo senso la scena dell'agguato
della squadra avversaria in una gola vicino ad un
cimitero da campo che rimanda direttamente a Leone e
tutto il clima degli spaghetti western.
L'arbitro in questo senso è ricchissimo di citazioni, non
solo dal mondo del cinema, ma avrebbe potuto
funzionare anche senza.
Da menzionare la prova di Messeri, disegnata
accuratamente sulla figura di Innocenzo Mazzini, uno
dei nomi più oscuri della nostra Calciopoli.
Non rendono al meglio forse le parti più musicali e
coreografiche con Accorsi.
Più che per la funzionalità
onirica di quelle scene in questo senso, pesa forse
proprio la scelta dei tappeti musicali, un po' troppo da
spot televisivo e prevedibile.
Nel complesso la scena finale sorprendente riesce a
riabilitare molte delle piccole ingenuità del film e con
Tutti all'attacco (YT) di Vignolo si pone come una delle
farse sul calcio più riuscite uscite in Italia negli ultimi
anni.
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