Ruggine
Iceberg
(9tx CD, V4V-Records, Canalese Noise, Vollmer, Sangue Dischi, Escape From Today rec 2014)
| federico immigrato e rifugiato
Pare che sognare un iceberg richiami la presenza nell'inconscio di problemi vissuti come minacce imminenti.
Sicuramente rivela la convivenza con tutta una serie di sensazioni inespresse di gelo interiore, solitudine e paura.
Non vogliamo entrare nel merito di cosa hanno sognato i Ruggine la notte prima di scegliere il nome del disco. Senza ombra di dubbio hanno dedicato il loro nuovo lavoro al ventennale di una tragedia come quella dell'alluvione del Tanaro che, nel '94, ha sfigurato per sempre le loro memorie e il paesaggio reale di dove oggi ancora vivono (Narzole).
Negli ambienti del noise o post-hardcore italiano, il termine popolarità è una cosa che tocca più il subconscio e il mondo dei sogni che non la pratica dei fatti tangibili.
Loro però nel 2011, con Estrazione Matematica di Cellule, erano quasi andati vicino a concretizzare qualcosa che a una vaga idea di piccolo clamore gli si avvicinasse davvero.
Con Iceberg, gli auguriamo di raccogliere ancora più consensi. La cosa che ci affascina del loro stile è se si ascoltano con attenzione solo le chitarre o la voce, le singole tracce separate funzionerebbero e avrebbero senso anche senza gli altri strumenti. Nel complesso invece tutte le parti sembrano mirare a un concetto di spigolosità e fragore radicale, come se si volesse continuamente togliere punti di riferimento a chi ascolta.
Per la lucidità dei testi, i Ruggine fanno pensare ancora ai gloriosi Tempo zero. Per la profondità e l'incandescenza del volume, a certe cose dei Debord (che speriamo sempre si riformino presto). In generale Raijin è un pezzo fantastico e fa pensare a gli Unsane che vanno a lezione di italiano da Emidio Clementi, e che in un'ora capissero tutto quello che serve per insultare a ricreazione Pierpaolo Capovilla. CDS da l'idea che i nostri possono uscire quando vogliono dalla gabbia rovente e urticante che hanno deciso di tatuarsi addosso.
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° ° /_ .K ..·
·.. º .·
Apparently, dreaming iceberg recalls the unconscious presence of problems sensed as imminent threats.
Surely, it reveals the coexistence with a whole range of unexpressed feelings, inner coldness, loneliness and fear.
We do not want to speculate much about what they dreamed the night before choosing the title of their latest release. Without a doubt, they have dedicated their new work to the twentieth anniversary of a tragedy such as that of the flood of the Tanaro that, in '94, has disfigured forever their memories and the real landscape of where today still live (Narzole).
In the niche of noise or post-hardcore Italian scene, the term popularity is something that touches more the subconscious and the dream world and less the practical, tangible facts.
Anyway, our guys in 2011, with Estrazione Matematica di Cellule, were almost close to a vague idea of a small clamor, seemingly getting closer and closer.
With Iceberg, we wish them to gain even more followers. The thing that fascinates us of their style is that, if you listen carefully only guitars or vocals, the single audio tracks would work flawless anyway. Differently, taken together, all seems to be aimed at a radical concept of angularity and power, as if it wanted to clear out any point of reference to the listener.
About the clarity of their lyrics (in Italian), Ruggine remind me of the glorious Tempo zero. For the depth and glow of the volumes, in certain things, of Debord (which we hope always to reunion soon).
More generally, Raijin is a fantastic piece and it suggests the idea of Unsane, taking Italian lessons by Emidio Clementi, like if in only one hour they can have learnd enough to be able to go and insult Pierpaolo Capovilla during playtime. CDS gives the idea that ours can abandon the hot cage they have decided to tattoo on their skin when they wish to.
Sicuramente rivela la convivenza con tutta una serie di sensazioni inespresse di gelo interiore, solitudine e paura.
Non vogliamo entrare nel merito di cosa hanno sognato i Ruggine la notte prima di scegliere il nome del disco. Senza ombra di dubbio hanno dedicato il loro nuovo lavoro al ventennale di una tragedia come quella dell'alluvione del Tanaro che, nel '94, ha sfigurato per sempre le loro memorie e il paesaggio reale di dove oggi ancora vivono (Narzole).
Negli ambienti del noise o post-hardcore italiano, il termine popolarità è una cosa che tocca più il subconscio e il mondo dei sogni che non la pratica dei fatti tangibili.
Loro però nel 2011, con Estrazione Matematica di Cellule, erano quasi andati vicino a concretizzare qualcosa che a una vaga idea di piccolo clamore gli si avvicinasse davvero.
Con Iceberg, gli auguriamo di raccogliere ancora più consensi. La cosa che ci affascina del loro stile è se si ascoltano con attenzione solo le chitarre o la voce, le singole tracce separate funzionerebbero e avrebbero senso anche senza gli altri strumenti. Nel complesso invece tutte le parti sembrano mirare a un concetto di spigolosità e fragore radicale, come se si volesse continuamente togliere punti di riferimento a chi ascolta.
Per la lucidità dei testi, i Ruggine fanno pensare ancora ai gloriosi Tempo zero. Per la profondità e l'incandescenza del volume, a certe cose dei Debord (che speriamo sempre si riformino presto). In generale Raijin è un pezzo fantastico e fa pensare a gli Unsane che vanno a lezione di italiano da Emidio Clementi, e che in un'ora capissero tutto quello che serve per insultare a ricreazione Pierpaolo Capovilla. CDS da l'idea che i nostri possono uscire quando vogliono dalla gabbia rovente e urticante che hanno deciso di tatuarsi addosso.
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Apparently, dreaming iceberg recalls the unconscious presence of problems sensed as imminent threats.
Surely, it reveals the coexistence with a whole range of unexpressed feelings, inner coldness, loneliness and fear.
We do not want to speculate much about what they dreamed the night before choosing the title of their latest release. Without a doubt, they have dedicated their new work to the twentieth anniversary of a tragedy such as that of the flood of the Tanaro that, in '94, has disfigured forever their memories and the real landscape of where today still live (Narzole).
In the niche of noise or post-hardcore Italian scene, the term popularity is something that touches more the subconscious and the dream world and less the practical, tangible facts.
Anyway, our guys in 2011, with Estrazione Matematica di Cellule, were almost close to a vague idea of a small clamor, seemingly getting closer and closer.
With Iceberg, we wish them to gain even more followers. The thing that fascinates us of their style is that, if you listen carefully only guitars or vocals, the single audio tracks would work flawless anyway. Differently, taken together, all seems to be aimed at a radical concept of angularity and power, as if it wanted to clear out any point of reference to the listener.
About the clarity of their lyrics (in Italian), Ruggine remind me of the glorious Tempo zero. For the depth and glow of the volumes, in certain things, of Debord (which we hope always to reunion soon).
More generally, Raijin is a fantastic piece and it suggests the idea of Unsane, taking Italian lessons by Emidio Clementi, like if in only one hour they can have learnd enough to be able to go and insult Pierpaolo Capovilla during playtime. CDS gives the idea that ours can abandon the hot cage they have decided to tattoo on their skin when they wish to.
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