Ieri sera sono entrato al cinema per entrare nella pellicola di Lasciami entrare, by Tomas Alfredson, e mi pare di essere entrato in un loop non-morto giacchè mi sono anche adentrato in poco meno di due settimane, nell'intera prima serie entrante di True Blood.
Sceneggiatura dello stesso autore del libro, John Ajvide Lindqvist, da cui è tratta la pellicola, - la tantissima neve bianco accecante di Blackeberg, sobborgo di Stoccolma, si pinge di cremisi quando il piccolo disadattato Oskar fa entrare nella sua vita, addirittura nel suo letto, Eli.
La trama: "[..] Han slår aldrig tillbaka och drömmer om revansch, bland annat genom att nattetid öva in en knivattack på gårdsplanen. Där träffar han och blir vän med Eli, en till synes tolvårig flicka, som nyligen blivit Oskars granne. Eli, som bor tillsammans med en äldre herre, kommer bara ut om natten och verkar inte beröras av snö och kyla, hon går inte i skolan eller är speciellt medveten om modern teknik som Rubiks kub eller kassettbandspelare. [..] ".
- Questo perchè io la trama dei film ordinariamente odio raccontarla a chi il film in questione ancora non l'ha visto, - però amo raccontarla in svedese.
Posso dirVi però i personaggi di Let the Right One In sono praticamente tutti adentrati in qualche follia di fondo della propria misera vita e miseria, - e che a differenza di in True Blood, la vita di un vampiro deve essere davvero dura visto che il sangue sintetico i giapponesi non l'hanno ancora inventato, e che deve essere proprio una fregatura diventare vampiri a 12 anni, - un pò come la tutta-boccoli Claudia in Intervista col Vampiro (che tra l'altro era una dodicenne Kirsten Dunst).
La fame di sangue di questo film, mi ha ricordato la stessa di Vampire Diary, per quanto qui non ci sono completini in pelle nera, cerone, nè i Fields of the Nephilim nella o.s.t.: ne guadagna la credibilità e il dolore poetico del film, - genuino e non patinato, si vince la ripugnanza e ci si ritrova dalla parte degli assassini, alienati e soli come loro, - si sorride pure della goffagine di un tagliagole, nemmeno fosse una scena dei Coen. Pochi effetti speciali, nessuno si trasforma in pipistrello o esce da bare di frassino vestito di pizzo e merletti.
- Credo che la versione italiana sia stata censurata, o almeno tagliata di alcune scene, come quella della porta in faccia al povero coprotagonista Oskar.
E - visto che agli americani quando piace un film, ne fanno un remake per venderne l'anima al merdonald, - pare che siano stati acquistati i diritti del libro per una mainstream produzione hollywoodiana nel 2010, affidando la regia di Matt Reeves, già director di Cloverfield.
E in ultimo, per i nostalgici, sí, il nome del film (quello in inglese, - sia mai che in italiano facciano un minimo di attenzione a queste cose), Let the Right One In, si rifà alla Let the Right One Slip In di Morrisey, da Viva Hate, - per quanto non ci sia nemmeno nei titoli di coda.
Sceneggiatura dello stesso autore del libro, John Ajvide Lindqvist, da cui è tratta la pellicola, - la tantissima neve bianco accecante di Blackeberg, sobborgo di Stoccolma, si pinge di cremisi quando il piccolo disadattato Oskar fa entrare nella sua vita, addirittura nel suo letto, Eli.
La trama: "[..] Han slår aldrig tillbaka och drömmer om revansch, bland annat genom att nattetid öva in en knivattack på gårdsplanen. Där träffar han och blir vän med Eli, en till synes tolvårig flicka, som nyligen blivit Oskars granne. Eli, som bor tillsammans med en äldre herre, kommer bara ut om natten och verkar inte beröras av snö och kyla, hon går inte i skolan eller är speciellt medveten om modern teknik som Rubiks kub eller kassettbandspelare. [..] ".
- Questo perchè io la trama dei film ordinariamente odio raccontarla a chi il film in questione ancora non l'ha visto, - però amo raccontarla in svedese.
Posso dirVi però i personaggi di Let the Right One In sono praticamente tutti adentrati in qualche follia di fondo della propria misera vita e miseria, - e che a differenza di in True Blood, la vita di un vampiro deve essere davvero dura visto che il sangue sintetico i giapponesi non l'hanno ancora inventato, e che deve essere proprio una fregatura diventare vampiri a 12 anni, - un pò come la tutta-boccoli Claudia in Intervista col Vampiro (che tra l'altro era una dodicenne Kirsten Dunst).
La fame di sangue di questo film, mi ha ricordato la stessa di Vampire Diary, per quanto qui non ci sono completini in pelle nera, cerone, nè i Fields of the Nephilim nella o.s.t.: ne guadagna la credibilità e il dolore poetico del film, - genuino e non patinato, si vince la ripugnanza e ci si ritrova dalla parte degli assassini, alienati e soli come loro, - si sorride pure della goffagine di un tagliagole, nemmeno fosse una scena dei Coen. Pochi effetti speciali, nessuno si trasforma in pipistrello o esce da bare di frassino vestito di pizzo e merletti.
- Credo che la versione italiana sia stata censurata, o almeno tagliata di alcune scene, come quella della porta in faccia al povero coprotagonista Oskar.
E - visto che agli americani quando piace un film, ne fanno un remake per venderne l'anima al merdonald, - pare che siano stati acquistati i diritti del libro per una mainstream produzione hollywoodiana nel 2010, affidando la regia di Matt Reeves, già director di Cloverfield.
E in ultimo, per i nostalgici, sí, il nome del film (quello in inglese, - sia mai che in italiano facciano un minimo di attenzione a queste cose), Let the Right One In, si rifà alla Let the Right One Slip In di Morrisey, da Viva Hate, - per quanto non ci sia nemmeno nei titoli di coda.
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