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Carla Bozulich

w/ Father Murphy + Gowns

https://www.inkoma.com/k/639

@ init - roma, 21 novembre 2007, - ingr. 1o€ - booking: wakeupandream.

 | pall youhideme
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Father MurphyFather MurphyFather Murphy
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Legato alla promessa no-scooter sino primavera, arrivo col potente multietnico e multialcolico 105 bus all'init che gli ottimi Father Murphy erano già su palco ad aprire il Loro set con We Know Who our Enemies Are, - oramai cantilena fissata nel mio cervello da mesi [leggi passata komarecensio]. - Cmq, scelta dell'essere o non essere la scorsa sera, perchè a 1o mt al circolo suonavano anche i meritevoli Cat Claws (finalmente su label, la 42 rec!) e i californicati You Say Party! We Say Die!, che per la seconda volta mi perdo. Ritornate, cari.
In tre, me Li aspettavo vestiti da curia, un pò come nelle foto che vedevo in giro, invece erano del tutto indie, con Chiara Lee nascosta sotto capelli e organo, a suonare campanelli, gingilli vari risonanti, con megafono giocattolo e microfono, a cantare insieme a Freddie Federico Murphy, voce e chitarra, - una voce accostabile a Fasolo dei Jennifer Gentle quando ai Supergrass in estasi di santa teresa, e Vittorio De Marin, già Franklin Delano, a percussioni e violino, - anzi, contemporaneamente a percussioni e violino.
I tre hanno superato le mie aspettative, già alte, - poi riconfermate dall'acquisto e ascolto dell'album dello scorso anno Six Musicians Getting Unknown, una vera perla di psichedelia orientata folk e mantra pop, - con l'ottima voce di Federico, chitarra scordata in riverbero, toccata minimale, e un ricchissimo stile di partiture, niente lasciato - pare - al caso, sanno raggiungere apici estatici e sacri: ottimi su I Was in A Coma.., Brain, - la maggior parte della tracklist era dal nuovo album che stanno completando, non vedo l'ora di sentirlo.

 


Mentre i Gowns finiscono di preparare il palco, la bionda chitarrista/cantante Erika Anderson tira fuori una busta di plastica, che ad una prima occhiata mi pare una busta di enormi funghi secchi - come mi toglie parola dalla bocca il caro Michel One, - invece la plastica contiene una serie di cani di gomma, che Lei andrà poi a collocare a bordo palco, insomma, a preparare quella che sarà un'esperienza abbagliante. Scusate. - Poi si ritira dietro le quinte, e il claudicante (con bastone) nerd Ezra Buchla (a fine concerto dimostrerà che di nerd ha solo gli occhiali) apre insieme con batterista e bassista una intro puro inno al noise, - e più tardi su pezzi come Mercy Springs, White Like Heaven ho pensato di trovarmi davanti ai Velvet Underground + trascendentali che potessi sognare, quasi degli European Son benchè americani, - c'era il rischio di ritrovarsi sollevati ad un palmo da terra, - in un'atmosfera lisergica e drammatica. Ezra ha una valigia piena di effetti, ed è un genio al violino, che sulle note più forti si corrode di saturazione, anche grazie agli interventi spettacolo del bassista, che con sorta di mini big muff e loop station curvava delle ondate di distorsione come provenienti dall'onirico, - gran sperimentatore, non certo un tournista, - mentre il batterista con un set ridotto a rullante, timpano, cassa, charleston e due piatti si dimenava a piovra a picchiare e carezzare le frenetica ritimica di ogni crescendo. Erika si inginocchia spesso a terra, butta la chitarra, - ha una gestualità ipnotica e una minigonna mozzafiato, - Ezra sull'ultimo pezzo del set, - mi sfugge il nome - ha spaccato il culetto a tutti: ben lo illuminava un'unico faro mentre esplodeva urlando al microfono, con lo sguardo scomparso sotto il riflesso delle lenti degli occhiali. - Cristo, ci vorranno generazioni prima che in italia degli italiani formino un Gruppo che sa osare e comandare il caos come Loro.. - Il batterista vendeva anche un Suo vinile solista, suonato se ho capito bene con due batterie e un sax.. o cosa simile.. io ho speso tutto quello che avevo per Red State [leggi passata komarecensio] e Father Murphy.

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Carla Bozulich ha un occhio pesto: o è una voglia? non lo so, fatto è che ce lo siamo chiesti tutti, - specie sapendo / avendo letto quello che c'è in internet della Sua tormentata vita.
Suona dell'operetta - un Donizetti, non so, - mentre Loro fanno il cambio palco, - 'Loro', perchè Carla ha una squadra di 4 elementi, - batteria, viola, basso e tastierista mezzanuda che sula tastiera ha trasformato il logo Korg in orgY il che le fa guadagnare la mia simpatia e stima, un pò come ad altri maschietti (e maschiette, anche) che sento rischiare di scivolare sulla propria bava. La musica si interrompe, ma Carla non è ancora pronta, e dice al fonico 'more opera please, do not stop the music, we're not ready yet - more opera please'.
Ero relativamente nuovo alla di Lei Musica, - e direi che il sempre di Lei dolore mi ha fatto pensare a Shannon Wright, - per quel senso di lancinante oramai è troppo tardi, - la Musica è cmq diversa, fra parentesi d'improvvisazione free jazz sinfonico, - pieno di passione, sacralità e lamenti.
La voce di Lei è rabbiosa, feroce nel suo panico, mi vengono in mente Shannon e i Godspeed You! Black Empereor, ed è più o meno nel mezzo di queste considerazioni che Carla comincia a guardarmi, e mi fa cenno di aiutarla a scendere dal palco mentre microfono in mano canta accompagnata unicamente dall'Orgy, - e il palco dell'init è alto un metro.. con savoir faire al limite dell'imbarazzo e consapevole di stare 8 ore col sedere piantato su una sedia in ufficio, le porgo una mano, e Lei invece di usarmi come bastone, mi usa come materasso tipo lanciandosi da un palazzo in fiamme, - e penso di aver salvato il concerto, perchè non so come sono riuscito a non farle spezzare il collo.. al che mi dico, ok, è fatta, ora torno nel pubblico, invece Lei decide di passeggiare e cantare con un braccio sul mio collo, - e non conosco le parole (né il titolo, sorry) della canzone in atto, ma probabilmente prevede di teatrare qualche svenimento simil casquet, al che per 4 o 5 volte mi ritrovo a tenerla a due centimetri da terra, a peso morto, e mi viene da ridere, specie quando si rialza e tutto quel dolore me lo frantuma urlandomi nelle orecchie.. un concerto letteralmente coinvolgente.. specie quando poi l'ho dovuta far risalire sul palco, e lei mi sussurra ok, push.. Ad una donna non si chiede l'età, e nemmeno il peso, ma credo mi debba un cd gratis :-/ no, cmq mi sono divertito.. sono quasi le 2 di notte, a fine concerto le luci della rasentano il buio, specie su palco, le tenebre, e allora ho capito come Carla si è fatta quell'occhio pesto. Gran concerto.


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