Con l'approssimarsi della
discesa delle ronde
politicizzate da Pdl e Lega sta incubando la nostra brama
di disturbare la quiete pubblica e di ubriacarci di frappe fritte per
dimenticare. Meno male che stiamo nel bel mezzo di carnevale, la festa
legata al nostro folklore che in assoluto e ateisticamente adoriamo
di più. Certo non è che cederemo agli spottini deliranti di djOreste per andare al Circolo martedí
grasso, al massimo il giorno dopo per un po' di Katarro. Domenica però cade a castagna
la celebrazione del Carnevale
Liberato
a Poggio
Mirteto.
Unico nel suo genere infatti, l'appuntamento in maschera che si tiene
nel comune sabino è il solo che si tiene in periodo di Quaresima. La
concessione risale ai tempi del 1861 quando, spontaneamente, gli abitanti
della cittadina alle porte di Roma si ribellarono al governo pontificio
per entrare a far parte del Regno d'Italia.
Il commissario straordinario che prese possesso del paese Gioacchino Pepoli che governava al tempo l'intera Umbria, per premiare la loro azione, si dichiarò disposto a soddisfare ogni richiesta che i poggiani gli avessero rivolto, e probabilmente resto non poco sorpreso quando questi, anziché una riduzione di tasse, avanzarono l'ipotesi di festeggiare il carnevale in tempo di quaresima, periodo tassativamente vietato dal calendario liturgico, ma non dalle consuetudini del rito ambrosiano.
Ovviamente si trattava di un escamotage perché ai poggiani più che del rito ambrosiano stava a cuore mettere in campo una iniziativa ironica nei confronti del passato governo pontificio.
Nacque cosi il Carnevale Liberato di Poggio Mirteto che da allora non ha mai perso il suo carattere satirico e dissacratorio.
Oggi rappresenta una testimonianza importante della cultura tradizionale del nostro territorio, forse quelle maggiormente conosciuta al di fuori di esso come per altro testimonia il grande successo di pubblico che riscuote ogni anno.
Unico avvertimento a chi va in macchina. Annusando l'aria che tira nella festa tutte le volte i controlli della polizia all'entrata del paese sono abbastanza pedissequi.
Niente Fuga di mezzanotte la sera prima in tv che porta male insomma.
Il commissario straordinario che prese possesso del paese Gioacchino Pepoli che governava al tempo l'intera Umbria, per premiare la loro azione, si dichiarò disposto a soddisfare ogni richiesta che i poggiani gli avessero rivolto, e probabilmente resto non poco sorpreso quando questi, anziché una riduzione di tasse, avanzarono l'ipotesi di festeggiare il carnevale in tempo di quaresima, periodo tassativamente vietato dal calendario liturgico, ma non dalle consuetudini del rito ambrosiano.
Ovviamente si trattava di un escamotage perché ai poggiani più che del rito ambrosiano stava a cuore mettere in campo una iniziativa ironica nei confronti del passato governo pontificio.
Nacque cosi il Carnevale Liberato di Poggio Mirteto che da allora non ha mai perso il suo carattere satirico e dissacratorio.
Oggi rappresenta una testimonianza importante della cultura tradizionale del nostro territorio, forse quelle maggiormente conosciuta al di fuori di esso come per altro testimonia il grande successo di pubblico che riscuote ogni anno.
Unico avvertimento a chi va in macchina. Annusando l'aria che tira nella festa tutte le volte i controlli della polizia all'entrata del paese sono abbastanza pedissequi.
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