Venerdí 11 giugno.
Arrivo a Madrid nel primo pomeriggio tempo di prendere possesso dell'appartamento in zona Lavapies, poco distante dalla Sala Caracol dove in serata comincerà il Festival, e di aspettare l'arrivo da Milano di santrino, l'unico che ha deciso si seguirmi in terra spagnola, optando di fare subito amicizia con i banconi di diversi Tapas Bar madrileni per non sentirsi troppo solo. Appuntamento con santrino a metro Embajadores poco prima di cena... il tempo di salutarci, di presentargli prima casa e poi qualcuno dei miei amici nuovi (quelli più sostanziosi) e siamo in fila per prendere il braccialetto che al prezzo di sessanta euro lascia libero accesso a tutte le iniziative del festival. La fila incomincia ad allungarsi e si capisce da subito che non siamo a Roma e questo mi fa molto piacere; una volta dentro ci vengono svelati tutti i presupposti per una buona serata... locale efficientissimo da tutti i punti di vista e soprattutto a volume molto ma molto alto... come ci fanno subito capire le selezioni in 45 giri dei dieci dj che a turno si alterneranno ai piatti durante la manifestazione. Tra gli altri scopro che c'è anche Bone... cantante voce armonica degli olandesi The Anomalys un gruppo che mi ha fatto innamorare al primo ascolto... sorry state... piano piano la sala si riempie e assimiliamo subito che agli spagnoli piace fare tardi... noi questa volta invece siamo arrivati in largo anticipo ... e soprattutto che per loro il rock&roll è quasi un vizio... indiscretamente alcolico&stupefacente... ma in materia anche noi siamo madre lingua... e finalmente in una sala che continua a gremirsi ... iniziano i francesi Mean Things... un garage punk sudato e da ossi al collo... cattivo come il primissimo Henry Rollins ... organicamente distorto come il picchiare su certi tasti dissociati ... come inizio non c'è male... alla fine i sei transalpini sul palco ci hanno messo molto del loro e dagli applausi capisco che anche la platea ha apprezzato il loro sforzo.... altro dj set che scalda tutti i presenti mai quanto l'annuncio al microfono in perfetto stile rock&roll dei GRAVE DIGGER V... l'ho scritta in maiuscola come la performance di questa leggendaria band di San Diego ... Mr. Leighton è un messia del garage... la band è ben rodata e forse ha oleato bene qualche vecchia ruggine... sta di fatto che lo spettacolo prende fuoco sul palco... sotto la situazione è carica ... la gente balla e si diverte... (allora cazzo non è impossibile) ... forse è solo questione di latitudini... quando il messia si taglia con il tamburello spruzzando sangue dalla mano gli chiedo il miracolo ... di importare questa esaltante follia anche dalle nostre parti. A chi può consiglio di godersi questa formidabile band anche al Beat Festival di Salso Maggiore Terme in compagnia delle santità Sonics... il fomento è garantito anche per i più intransigenti. A finire il primo tempo del festival, per rimanere in tema mondiali tanto attuali in questi giorni, ci pensano i Birds... peccato che rispetto alla line-up originale l'unico titolare schierato in campo mi sembra la lead vox Ali McKenzie ... chiedere Sir Wood forse sarebbe stato veramente chiedere troppo... ma ci accontentiamo infatti ci siamo divertiti lo stesso ad ascoltare il loro rhytm and blues tra cui you're on my mind e leaving here... finita la loro performance nessuno ha voglia di lasciare la sala Caracol e anzi tutti sembrano intenzionati a seguire i ritmi infuocati che l'alternarsi dei dj fanno uscire dall'impianto... si balla, si suda, si beve; noi siamo dello stesso avviso e la serata finisce quando inizia la mattina... tornando a casa con passo scomposto io e il santrino abbiamo addosso la sensazione che venire a Madrid è stata un'idea geniale... e siamo solo al primo giorno.
Sabato 12 giugno.
Nel
pomeriggio è prevista l'esibizione dei nostrani Love Boat al Boca
del Lobo dietro puerta
del Sol... peccato che il sole è rimasto a casa e la pioggia tortura
Madrid già dalla mattina... noi troviamo rifugio al mercato San Miguel
dove vale la pena farci un salto per respirare la movida spagnola nella
sua vera essenza... vale vale... questo ci fa arrivare leggermente
in ritardo ma ci fa trovare la sala di questo piccolo locale ben
affollata
con molte di quelle facce già viste la sera prima ma un poco più sfrante
... è solo l'aperitivo alcoolico che scandirà senza sosta il proseguo
della giornata... i Love
Boat ci sanno fare e le
dimensioni minuscole del palco li fanno sembrare dei giganti... doppia
chitarra e batteria... il pubblico ne chiede sempre di più e loro
sudatissimi non si risparmiano... wait
for a long time... sembra la canzone dell'estate... io allora
spero di non aspettare poi tanto tempo per rivederli a Roma... la
situazione
è veramente divertente e dopo il live ancora selezioni viniliche a
go go... al piano di sopra conosco i ragazzi della Misty Lane records,
venuti con il banchetto direttamente dalla nostra capitale, con cui
bastano poche parole per meravigliarci del fatto che siano le sei del
pomeriggio e un locale è talmente pieno che il buttafuori non fa entrare
neanche la luce esterna... dalle nostre parti sembri cazzo si viva
di luce artificiale... ma per fortuna ora siamo nella capitale spagnola
ed è tutta un'altra musica.
La sera alla sala
Caracol arriviamo tardi,
ormai siamo entrati in pieno negli usi e nei costumi iberici, e ci
perdiamo
il live degli olandesi De
Keefman... ma tutta l'acqua
presa in giro e i piedi dentro le All Stars reclamavano una sosta a
casa più lunga del previsto. Facciamo appena in tempo a vedere l'entrata
degli austriaci Jay Birds... che sembrano i primi a divertirsi
trascinando
tutto il pubblico nell'attesa degli Standells. Quando il sipario si riapre sul palco ci
si rende conto che ne è passato di tempo da quando il quartetto
statunitense
regalava perle di puro 60 garage... sarà che l'attesa era tanta,
sarà che nei giorni precedenti alla partenza avevo letteralmente
consumato
il loro disco, sarà la irrepetibile emozione di vedere questi mostri
sacri al loro debutto europeo ma incomincio a godermi lo spettacolo
solo quando sento l'attacco somentimes
good guys don't wear white... infatti loro sono vestiti tutti
di nero... si sciolgono anche loro e la platea si infiamma... mai
visto un fiume di gente straripare tanto fomento... lo spettacolo vale
il viaggio e i soldi spesi per affrontarlo... il live set degli Standells si chiude con sorrisi e sudore con
l'immancabile
dirty water e ora tutte le volte che farò girare questa traccia
nell'impianto mi ricorderò come quattro signori sopra i sessanta
ancora non hanno un cazzo da invidiare ai propri nipoti. Poi i dj
prendono
in mano la situazione e si tira avanti senza sosta fino alla mattina
... sembra che nessuno voglia far finire la magia di questi due deliranti
giorni in cui ha trionfato la musica, il divertimento e la voglia di
essere presenti a questo spettacolo sopra le righe.
Complimenti per tutti
... all'organizzazione, ai gruppi, ai djs, agli spettatori a noi per
esserci stati con la certezza che non sarà né la prima né l'ultima
volta che torneremo in questa stupefacente città in cui ci si riesce
a divertire senza sforzarsi troppo a cercare di farlo... all'alba
di lunedí nel nostro bagaglio a mano mettiamo anche un po' di voglia
di smuovere le acque nella nostra città eternamente ferma.
Freddie Koratella (Dead Music
dj-set)
.·´¯¯`·. .·´¯¯`·.
° ° /_ .K
..·
·.. º .·
El festival Go Sinner Go!! lo descubrí en una de esas noches que pasas en casa en las que por un
lado te escuchas todas las últimas adquisiciones musicales de substancioso sabor de Soul Food
y por otro te pones a vagar por el Myspace en busca de nada... y como simpre, justo cuando no
se busca nada especial... tal vez sea porque se tienen menos prejuicios o tal vez porque el ojo es
menos indisciplinado y está más preparado para dejarse impresionar... a veces es suficiente una
sola dosis de insana curiosidad. De hecho descubrí con sorpresa que iban a tocar los Standells con
su formación original. En el momento eso fue suficiente para despertar las ganas de hacer lo que
después ocurrió.
Viernes 11 de junio. Llego a Madrid a primera hora del mediodía a tiempo de tomar posesión del
piso en la zona de Lavapiés, que dista poco de la Sala Caracol, donde de noche comenzará el
festival, y de esperar la llegada desde Milán de Santrino, el único que ha decidido seguirme en
tierras españolas, haciendo en seguida amistad con la barra de distintos bar de tapas madrileños.
Cita en Embajadores... el tiempo de saludarnos, de presentarle primero la casa y después alguno
de mis nuevos amigos (los más sustanciosos), y ya estamos en la fila para coger la pulsera que al
precio de setenta euros deja libre acceso a todas las propuestas del festival. La fila se empieza a
alargar y se nota en seguida que no estamos en Roma, y esto me da gran satisfacción; una vez
dentro nos vienen dados todos los prerrequisitos para una buena velada... un local muy eficiente
desde todos los puntos de vista y sobre todo a un volumen alto, pero que muy alto... como en
seguida nos lo muestran las selecciones de 45 vueltas de los diez dj's que a turnos se alternarán en
los platos durante la demostración. Entre otros descubro que está también Bone... cantante voz
armónica de los holandeses The Anomalys, un grupo que me ha enamorado desde la primera
escucha... Sorry state... poco a poco la sala se llena y asimilamos en seguida que a los españoles les
gusta llegar tarde... nosotros esta vez hemos llegado con anticipación... y sobre todo que para ellos
el rock&roll es casi un vicio... indiscretamente alcohólico&estupefaciente... pero también nosotros
en materia hablamos la misma lengua... y por fin en una sala que sigue llenándose... comienzan los
francese Mean Things... un garage punk sudado y de huesos al cuello... malo como el primerisímo
Henry Rollins... orgánicamente distorsionado como al golpear en unas teclas disociadas... como
inicio no está mal... al final los tres trasalpinos sobre el palco han puesto mucho de sí mismos y por
los aplausos entiendo que también el público ha apreciado su esfuerzo... otra sesión de dj que
calienta a todos los presentes, aunque nunca como el anuncio por el micro en perfecto estilo
rock¬roll de los Grave Digger V... lo he escrito en mayúsculas como la actuación de esta legendaria
banda de San Diego... el señor Leighton es un mesías del garage... la banda no está para nada
oxidada y tal vez ha desengrasado sus viejas bujías... sirva como prueba de ello que el espectáculo
prende fuego sobre el palco... abajo la situación está cargada... la gente baila y se divierte...
(entonces, joder, no es posible)... tal vez sea sólo cuestión de latitud... cuando el mesías se corta
con la pandereta y salpica sangre de su mano le pido el milagro... de importar esta locura
exaltante, también donde vivimos nosotros. A quien pueda le recomiendo disfrutar de esta
formidable banda también en el “Beat Festival” de Salso Maggiore Terme en compañía de las
santidades The Sonics... el fomento está garantizado también para los más intransigentes. Para
acabar el primer tiempo del festival, y quedándonos en la coyuntura del Mundial, tan actual en
estos días, contamos con los Birds... pena es que respecto a la alineación original el único jugador
titular en el campo sea la voz solista Ali McKenzie... contar con Wood tal vez hubiera sido
realmente mucho pedir... pero nos acontentamos y de hecho nos hemos divertido igualmente
escuchando su rhythm & blues entre el que se encuentra You're on my mind e Leaving here... pero
terminado su espectáculo nadie tiene ganas de dejar la sala Caracol y de hecho todos parecen
tener la intención de seguir los ritmos ardientes que la alternancia de los dj's sacan de sus
equipos... se baila, se suda, se bebe; nosotros somos de la misma opinión y la velada acaba cuando
el día empieza... volviendo a casa con paso tambaleante Santrino y yo tenemos la sensación de que
venir a Madrid ha sido una idea genial... y es sólo el primer día.
Sábado 12 de junio. Al mediodía está prevista la actuación de nuestros paisanos Love Boat en el
Boca del Lobo, detrás de la Puerta del Sol... pena que el sol se haya quedado en casa y que la lluvia
torture Madrid ya desde la mañana... nosotros encontramos refugio en el mercado de San Miguel,
donde vale la pena dejarse caer para respirar la movida española en su verdadera esencia... vale,
vale... esto nos hace llegar con un ligero retraso pero también nos muestra la sala de este pequeño
local bien abarrotada, con muchas caras ya vistas la noche anterior pero algo más hechas polvo
es sólo el aperitivo alcohólico que marcará el ritmo sin pausa del resto de la jornada... los Love
Boat saben como se hacen las cosas y las dimensiones minúsculas del escenario les hacen parecer
unos gigantes... dobre guitarra y batería... el público pide siempre más y ellos sudados a tope no
se guardan nada en la manga... Wait for a long time... parece una canción del verano... yo después
espero no tener que esperar a verlos mucho tiempo en Roma... la cosa es realmente divertida y
después del directo aún quedan selecciones de vinilos a gogó... en el piso de arriba conozco a los
chicos de la Misty Lane Records, que vienen con su chiringo montado directamente desde nuestra
capital, con los que chegan pocas palabras para maravillarnos del hecho de que sean las 6 de la
tarde y un local esté tan sumamente lleno que no haya espacio ni siquiera para que entre la luz
exterior... por allá, joder, todo parece indicar que se viva con luz artificial... pero por suerte ahora
estamos en la capital española y la música es otra historia.
Por la noche llegamos tarde a la sala Caracol, ahora ya hemos entrado de lleno en las usanzas
y costumbres ibéricas, y nos perdemos el directo de los holandeses De Keefman... pero toda
la lluvia que hemos pillado por ahí y los piés dentro de las All Stars reclamaban una parada en
casa más larga de lo previsto. Llegamos justo a tiempo para ver la entrada de los austríacos
JayBirds... que parecen los primeros en divertirse arrastrando a todo el público a la espera de los
Standells. Cuando el telón se abre de nuevo en el escenario uno se da cuenta de que ha pasado
mucho tiempo desde que el cuarteto estadounidense regalara perlas de puro garage... será que
la espera era mucha, será que en los días anteriores a mi partida había consumido literalmente
su disco, será la irrepetible emoción de ver a estos sagrados monstruos en su debut europeo,
pero comienzo a disfrutar del espectáculo sólo cuando oigo el inicio de Sometimes good guys
don't wear white... de hecho todos ellos van vestidos de negro... se relajan y la platea arde en
llamas... nunca había visto un mar de personas excederse así en tanta animación... el espectáculo
vale el viaje y el dinero gastados para afrontarlo... la actuación en vivo de los Standells se cierra
con sonrisas y sudor con la inevitable Dirty water y todas las veces que pinche esta pista en mis
platos me acordaré de como cuatro señores por encima de los sesenta aún no tienen una mierda
que envidiar a sus mismos nietos. Después los dj's toman en mano la situación y se tira para
delante sin parar hasta la mañana... parece que nadie quiere que acabe la magia de estos dos días
delirantes en los que ha triunfado la música, la diversión y las ganas de estar presentes en este
espectáculo descomunal.
Enhorabuena a todos... a la organización, a los grupos, a los dj's, a los espectadores, a nosotros
por haber estado allí con la certeza de que no será ni la primera ni la última vez que volveremos a
esta estupefaciente ciudad en la que uno consigue divertirse sin demasiado esfuerzo intentando
hacerlo... en nuestro equipaje de mano metemos también unas pocas ganas de remover las aguas
de nuestra ciudad eternamente parada.
Freddie Koratella (Dead Music
dj-set)
Feedback:
PS. Freddie Koratella sul suo blog @ myspace ha linkato anche qualche video della serata.
(23/06/2010 16:41:00 - ip: 89.97....)
your IMPORTANT text:
url:
icon: will be resized 30x30pxl