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N.A.M.B.

Bman

https://www.inkoma.com/k/3254

(18tx CD, 69'49'' - Monotreme rec 2010)

 | Enantiodromica
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E' difficile recensire questo eterogeneo e prolisso nuovo album dei N.A.M.B..
BMAN esce, in prima battuta a ottobre 2009 in Italia ed Europa e a febbraio 2010 negli Stati Uniti, per la britannica Monotreme rec e a distanza di quattro anni dall'album s/t di debutto uscito, invece, per la Mescal.
E' un progetto ambizioso, un concept album di ben 18 canzoni che, sulla scia di Wall-e, narra le avventure di un piccolo robot, di nome Bman, alla scoperta di se stesso e di ciò che resta dell'umanità.
Questo aspetto è stato una delle prime cose a incuriosirmi molto perché vede l'interazione tra musica e arti grafiche, avendo, Bman, preso forma e vita, sulla carta, nelle sapienti mani di Maq4ka, in una sorta di ciò che potremmo definire music-novel, ossia una graphic-novel trasposta in ambito sonoro: non è un romanzo o un racconto, in questo caso, ad essere trasformato in fumetto ma una pièce musicale a diventare illustrazione e le illustrazioni stesse, di rimando, ad ispirare il materiale sonoro.
Musicalmente parlando i N.A.M.B., acronimo sul quale la band riserva un alone di mistero e di democratico "qualunque cosa voi vogliate sia", nascono a Torino intorno al 2004 e, attualmente, presentano la seguente line-up: Davide Tomat (voce, chitarra, programming, carillon, batteria), Gabriele Ottino (cori, chitarra, farfisa, programming, basso, batteria), Silvio Franco (basso, chitarra, synth, piano, programming) e Davide Compagnoni (batteria, programming, loop station).
In questo nuovo lavoro abbandonano la madrelingua italiana usata nel primo album, tranne che per il geniale e stralunato Musichetta in pausa sigaretta, a favore dell'inglese, per un più ampio respiro internazionale, anche se alcuna critica americana li taccia di usare un linguaggio inappropriato e nonsense.
Addentrarsi nella definizione dei generi risulta impresa piuttosto ardua: c'è sicuramente una base di elettronica, del rock psichedelico, un pizzico di industrial, un condimento di indie e un retrogusto di inevitabile matrice italiana. Dall'inizio alla fine del disco non riesci a capire se facciano della musica mainstream travestita da musica di nicchia o, al contrario, della musica alternativa che strizza l'occhio al versante più pop. Il che li rende sui generis ma anche poco schierati e difficilmente fruibili da entrambi i lati del pubblico, sia esso underground o, appunto, popolare.
Quello che a me arriva, come primo impatto, è la seguente amalgama di sensazioni: sembra che i N.A.M.B. stiano rielaborando una più moderna versione (e con meno forme-canzone) degli U2 di Acthung Baby, suonati un po' dai Subsonica e un po' dai Nine Inch Nails, interpretati un po' dal Mike Patton dei Peeping Tom e un po' dal John De Leo dei Quintorigo, supportati sonoramente dai Primal Scream e da una pletora di suoni-giocattolo distorti e carillon malati e ubriachi.
Se vi state chiedendo se l'album mi sia piaciuto o meno, onestamente, non riesco a capirlo ancora nemmeno io. Continuo ad ascoltarlo volentieri, un po' con amore e un po' con perplessità.
Sicuramente con una grandissima ammirazione per tanta fertilità produttiva, per la bellezza cristallina dei suoni e la cura certosina di mixaggio e mastering.

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Heterogeneous and prolix, not that easy to review, here it is N.A.M.B.'s new record.
A first release in October 2009 in Europe, and then in USA last February, via Monotreme rec, BMAN comes out four years later their self-titled debut, produced by Mescal.
Kind of ambitious, a concept album listing 18 songs which, a little bit à la Wall-e, tell the story and adventures of a little robot called Bman, discovering itself and what's left of mankind. That's been one of the first reasons this record captured my attention, you know, the interaction between music and graphic arts, since Bman also took form on paper, thanks to Maq4ka, in a sort of so-called music-novel, that is, more properly, a graphic-novel in a sound frame: not a novel or a tale becoming a comics, in this case it is more like a piéce musical shaped like an illustration, itself turning the source of inspiration for the whole subject.
Musically speaking, N.A.M.B., - there's a kind of mystery behind this acronym, its meaning is left up to you -, are from Turin, Italy, together since 2004, and currently the line up sees Davide Tomat (vocals, guitar, programming, carillion, drums), Gabriele Ottino (backing vocals, guitar, farfisa, programming, bass, drums), Silvio Franco (bass, guitar, synth, piano, programming) and Davide Compagnoni (drums, programming, loop station).
In this new release they chosen to sing their lyrics in english, - except done for the oddity of Musichetta in pausa sigaretta, - to get a wider international exposure, although a couple of american reviews harshly criticize them of non-sense.
Anyway, trying to give them a tag is not that easy: for sure, there's electronic music, psychedelic rock, hint of industrial, and a sip of indie music, with a doubtless italian root. From the very first track to the last, you can't understand if they play mainstream music disguised by niche music, or, quite the reverse, alternative music approaching some more pop shores. And this makes them sui generis, but also hardly friendly for both the wings, underground or less.
I might try to draw some coordinates: N.A.M.B. are like reworking a renewed version of U2's Acthung Baby, with less song-form, performed by  Mike Patton of Peeping Tom and even by John De Leo of Quintorigo, supported by Primal Scream as orchestra, plus loads of toy instruments, distorted, bizzarre carillions, drunken for sure.
If you are wondering I liked it or not, well, honestly, I can't really say yet. I can say i still like to play their record, with love and perplexity.
For sure, they deserve praise for a such so rich fecundity, crystalline beauty of sounds and painstaking work of mixing and mastering.

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