E' un lunedí un po'piovoso a Roma, quasi da starsene a casa, ma questo non ha frenato la gente ad accorrere a questo che è stato
uno dei concerti sicuramente migliori della stagione.
Il Circolo era infatti pieno, a dimostrazione di come l'indie abbia ancor a molti fan, soprattutto quando la proposta è di un certo livello.
Ad aprire la serata una band romana, i Boxerin Club, giovanissimi e con un suono non proprio originale, legato sicuramente ad una matrice post punk.
La band è compatta, sicuramente cresceranno.
Arriva poi Jack Tatum, titolare del progetto Wild Nothing, accompagnato da altri musicisti per questo tour che ha toccato anche l'Italia e che segue a qualche mese di distanza l'uscita del disco Gemini per la newyorkese Captured Tracks.
Un disco dalla copertina molto bella, tipo Man Ray, con lo stesso viso di donna in bianco e nero, che si rifrange in un gioco di incastri.
Il suono di Wild Nothing si rifà sicuramente agli anni '80, e dal vivo questa caratteristica risalta ulteriormente, è debitore dei Cure, ed infatti c'è qualcuno che si lamenta ad alta voce della somiglianza fra il suono dei Wild Nothing e la band di Robert Smith.
Crediamo di riconoscere all'inizio il brano Your Rabbit Feet, tratto dall'EP Golden Haze, e si intuisce che il concerto sarà molto coinvolgente.
Sono passate poi in rassegna le canzoni tratte dall'unico LP di lunga durata del nostro (Live in Dreams, Confirmations, Summer Holidays, Chinatown), quadretti indie registrati quasi low fi a casa, la cui resa live ricalca integralmente, senza derive di nessun tipo o rivisitazioni, non fosse per la già citata somiglianza fra Wild Nothing e Cure, soprattutto nel suono della chitarra ma anche della voce.
Non riscontriamo invece le altre influenze di cui si parla in giro a proposito di Wild Nothing: My Bloody Valentine, Cocteau Twins o New Order.
Citerei forse The Radio Dept, semmai ed una generica inclinazione verso il dream pop.
Comunque, Jack Tatum è molto colpito da tutta questa attenzione che gli è piovuta addosso, e non fa che ringraziare costantemente il numeroso pubblico del Circolo in questa sua prima apparizione romana.
Un bel concerto davvero, anche se ho personalmente raccolto qualche parere contrario al mio, a dimostrazione di come l'occhio di chi guarda o, come in questo caso, l'orecchio di chi ascolta, è legato inscindibilmente al gusto personale.
Il Circolo era infatti pieno, a dimostrazione di come l'indie abbia ancor a molti fan, soprattutto quando la proposta è di un certo livello.
Ad aprire la serata una band romana, i Boxerin Club, giovanissimi e con un suono non proprio originale, legato sicuramente ad una matrice post punk.
La band è compatta, sicuramente cresceranno.
Arriva poi Jack Tatum, titolare del progetto Wild Nothing, accompagnato da altri musicisti per questo tour che ha toccato anche l'Italia e che segue a qualche mese di distanza l'uscita del disco Gemini per la newyorkese Captured Tracks.
Un disco dalla copertina molto bella, tipo Man Ray, con lo stesso viso di donna in bianco e nero, che si rifrange in un gioco di incastri.
Il suono di Wild Nothing si rifà sicuramente agli anni '80, e dal vivo questa caratteristica risalta ulteriormente, è debitore dei Cure, ed infatti c'è qualcuno che si lamenta ad alta voce della somiglianza fra il suono dei Wild Nothing e la band di Robert Smith.
Crediamo di riconoscere all'inizio il brano Your Rabbit Feet, tratto dall'EP Golden Haze, e si intuisce che il concerto sarà molto coinvolgente.
Sono passate poi in rassegna le canzoni tratte dall'unico LP di lunga durata del nostro (Live in Dreams, Confirmations, Summer Holidays, Chinatown), quadretti indie registrati quasi low fi a casa, la cui resa live ricalca integralmente, senza derive di nessun tipo o rivisitazioni, non fosse per la già citata somiglianza fra Wild Nothing e Cure, soprattutto nel suono della chitarra ma anche della voce.
Non riscontriamo invece le altre influenze di cui si parla in giro a proposito di Wild Nothing: My Bloody Valentine, Cocteau Twins o New Order.
Citerei forse The Radio Dept, semmai ed una generica inclinazione verso il dream pop.
Comunque, Jack Tatum è molto colpito da tutta questa attenzione che gli è piovuta addosso, e non fa che ringraziare costantemente il numeroso pubblico del Circolo in questa sua prima apparizione romana.
Un bel concerto davvero, anche se ho personalmente raccolto qualche parere contrario al mio, a dimostrazione di come l'occhio di chi guarda o, come in questo caso, l'orecchio di chi ascolta, è legato inscindibilmente al gusto personale.
Feedback:
nic writes:
OMG! che brutta la vecchia copertina!
(25/11/2010 16:48:00 - ip: 87.23....)
OMG! che brutta la vecchia copertina!
(25/11/2010 16:48:00 - ip: 87.23....)
pall youhideme writes:
Mi son permesso di pubblicare l'artwork che originariamente doveva fare da copertina al disco. Chiedo perdono.
(25/11/2010 10:22:00 - ip: 89.97....)
Mi son permesso di pubblicare l'artwork che originariamente doveva fare da copertina al disco. Chiedo perdono.
(25/11/2010 10:22:00 - ip: 89.97....)
Leave a feedback about this post, or don't.
your sweet name:
your IMPORTANT text:
url:
icon: will be resized 30x30pxl
your IMPORTANT text:
url:
icon: will be resized 30x30pxl