The Sonics
Live Cesena, 7/12/2010 @ George Best, ingr. 20 euro
w/ Hollywood Sinners
| Freddie Koratella
Appena visto che i Sonics tornavano in Italia dopo il Festival Beat a Salsomaggiore Terme di inizio luglio, che mi sono colpevolmente perso, è stato un attimo organizzare la trasferta in quel di Cesena... si perché 'sti gran cazzi che sul palco ci potrebbe essere mio nonno come ho letto in molti forum... 'sti cazzi perché dopo aver consumato i loro cd e dopo essermi fomentato ad ogni loro cover di tutti quei gruppi garage, che dalla band di Tacoma hanno preso spunti e ispirazioni, la voglia di vivere una serata da leggenda era veramente alta. Poi a proposito di leggende mai la location del George Best Club avrebbe reso la serata più epica.
Arriviamo al locale, immerso nella campagna romagnola, molto presto... abbiamo voglia di avere i biglietti in mano il prima possibile... si capisce da subito che ci sarà il pienone da come sono indaffarati i parcheggiatori del George Best Club. Purtroppo arriviamo cosí presto che il botteghino delle prevendite non è ancora aperto... visto i brontolii dello stomaco decidiamo di riempirci la pancia tornando in un'osteria notata lungo la tortuosa strada che dall'albergo ci ha portato al locale... una volta seduti al tavolo però ci siamo dimenticati in fretta del gruppo di apertura... peccato perché gli gli Hollywood Sinners ad ascoltarli sul myspace mi sembravano un ottimo antipasto prima della portata principale... loro maestà Sonics, ma la vita è fatta di priorità e i tortellini al ragù e un'abbondante grigliata mista annaffiata da un ottimo vino locale ha vinto sugli spagnoli di Toledo.
Ripresa la macchina e parcheggiata molto lontana dal George Best Club ci godiamo gli Hollywood Sinners mentre ci avviciniamo si intuisce, vista la fila di macchine al lato della strada, che la serata sarà stracolma e che in provincia, visto il volume della musica, non hanno gli stessi problemi di inquinamento acustico delle grandi città.
L'Emilia sarà anche paranoica, come cantavano i CCCP, ma la Romagna mi sembra da subito più godereccia. Mentre ci mettiamo in coda il fomento sale... parka, stivaletti di pelle, bottiglie di vino e lattine di birra affollano l'entrata... e noi in silenzio attendiamo che ci si apra la porta del George Best... non è cosa da tutti i giorni andare a vedersi un gruppo che non è un gruppo... ma è il pane quotidiano di chi ama un certo tipo di musica e non solo. Una volta dentro il fomento tocca punte che sfiorano il delirio... un tappeto di persone che a fatica riesce a spostarsi senza pestare i piedi a qualcun altro o senza far trasbordare la birra dal bicchiere... ancora più faticosamente riesco ad arrivare al bar dopo aver scavalcato un muro di persone che non vede l'ora di godersi i Sonics... cazzo sembra che tutti lo vogliano fare dopo aver fatto benzina al banco.
Quando il quintetto statunitense sale sul palco l'ovazione è in stile curva da stadio... loro maestà iniziano money e mentre i culi si incominciano a muovere io sono strafelice di aver investito i soldi che mi hanno portato fino a qui.
Loro, anche se con i capelli bianchi e con un tono più basso rispetto ai famosi e primitivi strilli che li contraddistinguono nei loro dischi, sembrano prenderci gusto e non si risparmiano... la fiumana di gente apprezza ed è un continuo di flash, applausi, urla, birre, e shakera-menti vari... le hit ci sono tutte una dopo l'altra. All'attacco di strychnine mi emoziono come un ragazzino... certe canzoni al primo ascolto possono cambiarti la vita.
L'atmosfera è incandescente... in perfetto stile maglia numero 7 del glorioso Machester United l'alcool è una cascata senza sosta... come le storiche perle di puro garage r'n'r' che infiammano tutti i presenti dal palco... proprio sul palco c'è mio nonno e altri suoi quattro amici e io capisco che sono innamorato delle vecchie maniere, quelle romantiche. Non oso immaginare il clima che si poteva respirare a Tacoma nei primi anni sessanta... e l'invidia sale.
Lo spettacolo si conclude con psycho... e veramente in un locale sperduto tra le nebbia della campagna romagnola più di seicento settecento o forse più persone escono fuori di matto... i Sonics intuiscono e rientrano sul palco per deliziarci un'ultima volta con keep a knockin' di Little Richard... di più non si poteva chiedere; perché come ho letto loro sono vecchi... ma a chi è rimasto a casa dico solo che sono ancora arzilli e soprattutto hanno tanta voglia di divertirsi e far divertire.
Questa sera sembrano averci preso in pieno e io rimango consapevole ancora una volta di più che nel leggendario mondo del r'n'r' contano i fatti; chi si accontenta delle parole è meglio che resti in poltrona. La notte continua infinita e la palla passa ai dj-set che si alternano sull'impianto... ci hanno fatto divertire anche loro... anche se devo dire che avrei omaggiato uno dei più grandi gruppi della storia con un po' più di garage vecchia maniere invece di sintonizzarsi su frequenze più vicine ai giorni nostri... ma questi sono solo punti di vista e a volte io preferisco rimanere cieco non solo per le mie attività manuali.
La mattina dopo, con una manciata di ore di sonno sulle spalle, mentre torniamo verso la capitale in macchina svolazza un cd dei Rolling Stones... alle note di you can't always get what you want capisco che questa volta abbiamo fatto bene a fare quello che ci pare... seguendo i consigli del cuore; si perché dopo lo spettacolo vissuto ieri, a distanza di anni, sono ancora innamorato del quintetto di Tacoma... come al primo ascolto questione di colpo di fulmine.
Freddie Koratella (Dead Music dj-set)
Photos courtesy of Jonas Severi
Arriviamo al locale, immerso nella campagna romagnola, molto presto... abbiamo voglia di avere i biglietti in mano il prima possibile... si capisce da subito che ci sarà il pienone da come sono indaffarati i parcheggiatori del George Best Club. Purtroppo arriviamo cosí presto che il botteghino delle prevendite non è ancora aperto... visto i brontolii dello stomaco decidiamo di riempirci la pancia tornando in un'osteria notata lungo la tortuosa strada che dall'albergo ci ha portato al locale... una volta seduti al tavolo però ci siamo dimenticati in fretta del gruppo di apertura... peccato perché gli gli Hollywood Sinners ad ascoltarli sul myspace mi sembravano un ottimo antipasto prima della portata principale... loro maestà Sonics, ma la vita è fatta di priorità e i tortellini al ragù e un'abbondante grigliata mista annaffiata da un ottimo vino locale ha vinto sugli spagnoli di Toledo.
Ripresa la macchina e parcheggiata molto lontana dal George Best Club ci godiamo gli Hollywood Sinners mentre ci avviciniamo si intuisce, vista la fila di macchine al lato della strada, che la serata sarà stracolma e che in provincia, visto il volume della musica, non hanno gli stessi problemi di inquinamento acustico delle grandi città.
L'Emilia sarà anche paranoica, come cantavano i CCCP, ma la Romagna mi sembra da subito più godereccia. Mentre ci mettiamo in coda il fomento sale... parka, stivaletti di pelle, bottiglie di vino e lattine di birra affollano l'entrata... e noi in silenzio attendiamo che ci si apra la porta del George Best... non è cosa da tutti i giorni andare a vedersi un gruppo che non è un gruppo... ma è il pane quotidiano di chi ama un certo tipo di musica e non solo. Una volta dentro il fomento tocca punte che sfiorano il delirio... un tappeto di persone che a fatica riesce a spostarsi senza pestare i piedi a qualcun altro o senza far trasbordare la birra dal bicchiere... ancora più faticosamente riesco ad arrivare al bar dopo aver scavalcato un muro di persone che non vede l'ora di godersi i Sonics... cazzo sembra che tutti lo vogliano fare dopo aver fatto benzina al banco.
Quando il quintetto statunitense sale sul palco l'ovazione è in stile curva da stadio... loro maestà iniziano money e mentre i culi si incominciano a muovere io sono strafelice di aver investito i soldi che mi hanno portato fino a qui.
Loro, anche se con i capelli bianchi e con un tono più basso rispetto ai famosi e primitivi strilli che li contraddistinguono nei loro dischi, sembrano prenderci gusto e non si risparmiano... la fiumana di gente apprezza ed è un continuo di flash, applausi, urla, birre, e shakera-menti vari... le hit ci sono tutte una dopo l'altra. All'attacco di strychnine mi emoziono come un ragazzino... certe canzoni al primo ascolto possono cambiarti la vita.
L'atmosfera è incandescente... in perfetto stile maglia numero 7 del glorioso Machester United l'alcool è una cascata senza sosta... come le storiche perle di puro garage r'n'r' che infiammano tutti i presenti dal palco... proprio sul palco c'è mio nonno e altri suoi quattro amici e io capisco che sono innamorato delle vecchie maniere, quelle romantiche. Non oso immaginare il clima che si poteva respirare a Tacoma nei primi anni sessanta... e l'invidia sale.
Lo spettacolo si conclude con psycho... e veramente in un locale sperduto tra le nebbia della campagna romagnola più di seicento settecento o forse più persone escono fuori di matto... i Sonics intuiscono e rientrano sul palco per deliziarci un'ultima volta con keep a knockin' di Little Richard... di più non si poteva chiedere; perché come ho letto loro sono vecchi... ma a chi è rimasto a casa dico solo che sono ancora arzilli e soprattutto hanno tanta voglia di divertirsi e far divertire.
Questa sera sembrano averci preso in pieno e io rimango consapevole ancora una volta di più che nel leggendario mondo del r'n'r' contano i fatti; chi si accontenta delle parole è meglio che resti in poltrona. La notte continua infinita e la palla passa ai dj-set che si alternano sull'impianto... ci hanno fatto divertire anche loro... anche se devo dire che avrei omaggiato uno dei più grandi gruppi della storia con un po' più di garage vecchia maniere invece di sintonizzarsi su frequenze più vicine ai giorni nostri... ma questi sono solo punti di vista e a volte io preferisco rimanere cieco non solo per le mie attività manuali.
La mattina dopo, con una manciata di ore di sonno sulle spalle, mentre torniamo verso la capitale in macchina svolazza un cd dei Rolling Stones... alle note di you can't always get what you want capisco che questa volta abbiamo fatto bene a fare quello che ci pare... seguendo i consigli del cuore; si perché dopo lo spettacolo vissuto ieri, a distanza di anni, sono ancora innamorato del quintetto di Tacoma... come al primo ascolto questione di colpo di fulmine.
Freddie Koratella (Dead Music dj-set)
Photos courtesy of Jonas Severi
Feedback:
not yet, probably nobody cares, or nobody cared enough to tell something. Also: nobody reads komakino.
Leave a feedback about this post, or don't.
your sweet name:
your IMPORTANT text:
url:
icon: will be resized 30x30pxl
your IMPORTANT text:
url:
icon: will be resized 30x30pxl