There's a permanently elegant feeling that goes along the tracks of this new, beautiful record of Tupolev.
And it is soon clear that these guys know their own Art, everything is perfectly executed.
Vienna-based, second release, the quartet's instrumental compositions are a match point of classical tunes, jazz percussions and stains of electronics, a palette of sounds where the colours are piano, cello, bass, electronic glitches and drums.
It is like camera music, read in a post-rock key, an acoustic key, where the album's title track is a three movements suite, gentle yet vivacious, gloomy yet enlighted by fast and far flashes of prog music, soon sedated by the abstraction of dogma of classical.
Anyway, the melancholic real cut of this record comes with the last track, Juno: I'm sure there's an old noir movie perfectly matching with this piece.
Tower of sparks is a record good to open a red wine bottle with, and enjoy a reading in solitude: maybe every now and then You yawn, but perhaps it is because of the late hour, the faint light of your living room and probably the wine is too good to be drunk alone.
PS. I have a reserve about the lack of artwork for the digipack: the golden painting on the outside cover art, and inside, just a few notes on a yellow pantone, pretty spartan.. probably it's just me..
.·´¯¯`·. .·´¯¯`·.
° ° /_ .K ..·
·.. º .·
C'è un'eleganza permanente lungo le tracce di questo nuovo, bell'album dei Tupolev.
Ed è presto chiaro che questi ragazzi non sono dei novelli, ogni strumento è suonato ad Arte.
Di base a Vienna, seconda release per loro, le composizioni strumentali del quartetto sono un punto di incontro di melodie classiche, percussioni jazz e macchie di elettronica, una tavolozza di suoni dove i colori sono pianoforte, violoncello, contrabbasso, elettronica glitch e batteria.
E 'come musica da camera, letta in chiave post-rock, - una chiave acustica, - dove la title track dell'album è una suite di tre movimenti, delicati ma vivaci, una suite cupa ma illuminata qua e là da veloci lampi di musica prog, presto sedati dalla astrazione del dogma della classica.
In ogni caso, il taglio malinconico reale di questo disco viene fornito con l'ultima traccia, June: sono sicuro che da qualche parte c'è un vecchio film noir in perfetta armonia con questo pezzo.
Tower of sparks è un bel disco con cui aprire una bottiglia di vino rosso, e godersi una lettura in solitudine: forse ogni tanto si sbadiglia, ma forse è perché l'ora è tarda, o sarà la luce debole del salotto e, probabilmente, il vino è troppo buono per berselo senza compagnia.
PS. Ho una riserva circa la mancanza di artwork nel digipack: pittura dorata sulla copertina di fuori, e dentro, giusto qualche nota su un pantone giallo, piuttosto spartano.. ma magari sono solo io..
And it is soon clear that these guys know their own Art, everything is perfectly executed.
Vienna-based, second release, the quartet's instrumental compositions are a match point of classical tunes, jazz percussions and stains of electronics, a palette of sounds where the colours are piano, cello, bass, electronic glitches and drums.
It is like camera music, read in a post-rock key, an acoustic key, where the album's title track is a three movements suite, gentle yet vivacious, gloomy yet enlighted by fast and far flashes of prog music, soon sedated by the abstraction of dogma of classical.
Anyway, the melancholic real cut of this record comes with the last track, Juno: I'm sure there's an old noir movie perfectly matching with this piece.
Tower of sparks is a record good to open a red wine bottle with, and enjoy a reading in solitude: maybe every now and then You yawn, but perhaps it is because of the late hour, the faint light of your living room and probably the wine is too good to be drunk alone.
PS. I have a reserve about the lack of artwork for the digipack: the golden painting on the outside cover art, and inside, just a few notes on a yellow pantone, pretty spartan.. probably it's just me..
.·´¯¯`·. .·´¯¯`·.
° ° /_ .K ..·
·.. º .·
C'è un'eleganza permanente lungo le tracce di questo nuovo, bell'album dei Tupolev.
Ed è presto chiaro che questi ragazzi non sono dei novelli, ogni strumento è suonato ad Arte.
Di base a Vienna, seconda release per loro, le composizioni strumentali del quartetto sono un punto di incontro di melodie classiche, percussioni jazz e macchie di elettronica, una tavolozza di suoni dove i colori sono pianoforte, violoncello, contrabbasso, elettronica glitch e batteria.
E 'come musica da camera, letta in chiave post-rock, - una chiave acustica, - dove la title track dell'album è una suite di tre movimenti, delicati ma vivaci, una suite cupa ma illuminata qua e là da veloci lampi di musica prog, presto sedati dalla astrazione del dogma della classica.
In ogni caso, il taglio malinconico reale di questo disco viene fornito con l'ultima traccia, June: sono sicuro che da qualche parte c'è un vecchio film noir in perfetta armonia con questo pezzo.
Tower of sparks è un bel disco con cui aprire una bottiglia di vino rosso, e godersi una lettura in solitudine: forse ogni tanto si sbadiglia, ma forse è perché l'ora è tarda, o sarà la luce debole del salotto e, probabilmente, il vino è troppo buono per berselo senza compagnia.
PS. Ho una riserva circa la mancanza di artwork nel digipack: pittura dorata sulla copertina di fuori, e dentro, giusto qualche nota su un pantone giallo, piuttosto spartano.. ma magari sono solo io..
Feedback:
not yet, probably nobody cares, or nobody cared enough to tell something. Also: nobody reads komakino.
Leave a feedback about this post, or don't.
your sweet name:
your IMPORTANT text:
url:
icon: will be resized 30x30pxl
your IMPORTANT text:
url:
icon: will be resized 30x30pxl