The Radio Dept.
w/ Everything Everything
Live 23/03/2011 Roma @ Circolo degli Artisti, ingresso 10 euro + 1,50 d.p.
| Nicola Basile
Bella serata quasi di primavera al Circolo, con tante persone accorse per assistere a questo doppio live che sa un po' di evento.
Abbiamo visto solo una piccola parte del concerto degli Everything Everything, da Manchester, un gruppo che in patria ha riscosso un discreto successo e pare abbia dei seguaci anche da noi, considerando l'interesse del pubblico nei loro riguardi. La caratteristica di questa band è una resa live energica, un suono molto inglese (alcuni li accostano ai Foals), e su tutto svetta la voce in falsetto del cantante Jonathan Higgs, a volte forse troppo presente a se stessa.
Il concerto degli EE finisce, la gente esce fuori dal Circolo e nel frattempo i tecnici preparano il cambio palco.
L'attesa per i Radio Dept. è grande, ma diciamo subito che il concerto non è stato all'altezza delle nostre aspettative.
D'altronde, sapevamo da chi li aveva già visti che dal vivo i RD sono a tratti un po' soporiferi e poi hanno un suono lo-fi che non permette al pubblico di godere appieno delle loro malinconie. Iniziano molto bene però, eseguendo il singolo Freddie and the trojan horse, assestando cosí il primo colpo al cuore.
Sempre di alto livello I wanted you to feel the same, un loro vecchio brano che tanto ha saputo suggerire alle nostre anime vaganti tra le nubi del tramonto... Il resto della scaletta alterna brani dal loro ultimo disco Clinging to a scheme, a dire il vero non un disco memorabile, e brani della loro passata produzione tra cui spicca The worst taste in music da Pet Grief.
Insomma ci aspettavamo di più in quanto a qualità del suono da questi Radio Dept., che scopriamo essere già venuti a suonare a Roma parecchie volte. Questa sarebbe la quarta, a detta del cantante Johan Duncanson, che ogni tanto ringraziava il pubblico e annunciava i titoli delle canzoni che i tre avrebbero eseguito. Il suono era comunque troppo scarno, anche se sul palco c'era un laptop ed una tastiera, oltre a basso e chitarra.
Un vero peccato, perché se fossero stati più attenti a curare il loro live, ci avrebbero sicuramente coinvolti molto di più.
Note: per qualche buon scatto fotografico, suggeriamo di visitare foggypunk.com
Abbiamo visto solo una piccola parte del concerto degli Everything Everything, da Manchester, un gruppo che in patria ha riscosso un discreto successo e pare abbia dei seguaci anche da noi, considerando l'interesse del pubblico nei loro riguardi. La caratteristica di questa band è una resa live energica, un suono molto inglese (alcuni li accostano ai Foals), e su tutto svetta la voce in falsetto del cantante Jonathan Higgs, a volte forse troppo presente a se stessa.
Il concerto degli EE finisce, la gente esce fuori dal Circolo e nel frattempo i tecnici preparano il cambio palco.
L'attesa per i Radio Dept. è grande, ma diciamo subito che il concerto non è stato all'altezza delle nostre aspettative.
D'altronde, sapevamo da chi li aveva già visti che dal vivo i RD sono a tratti un po' soporiferi e poi hanno un suono lo-fi che non permette al pubblico di godere appieno delle loro malinconie. Iniziano molto bene però, eseguendo il singolo Freddie and the trojan horse, assestando cosí il primo colpo al cuore.
Sempre di alto livello I wanted you to feel the same, un loro vecchio brano che tanto ha saputo suggerire alle nostre anime vaganti tra le nubi del tramonto... Il resto della scaletta alterna brani dal loro ultimo disco Clinging to a scheme, a dire il vero non un disco memorabile, e brani della loro passata produzione tra cui spicca The worst taste in music da Pet Grief.
Insomma ci aspettavamo di più in quanto a qualità del suono da questi Radio Dept., che scopriamo essere già venuti a suonare a Roma parecchie volte. Questa sarebbe la quarta, a detta del cantante Johan Duncanson, che ogni tanto ringraziava il pubblico e annunciava i titoli delle canzoni che i tre avrebbero eseguito. Il suono era comunque troppo scarno, anche se sul palco c'era un laptop ed una tastiera, oltre a basso e chitarra.
Un vero peccato, perché se fossero stati più attenti a curare il loro live, ci avrebbero sicuramente coinvolti molto di più.
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Note: per qualche buon scatto fotografico, suggeriamo di visitare foggypunk.com
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