Smooth melodies like open geometries, wide ambient perspectives, liquid electric guitars phrasing, acrobatically gentle drumming, synth for bass, glockenspiel/xylophone, - this is narrative for math-rockers, porn for sound engeneers, a genuine sound score needing a documentary of scenic, natural destinations, projected on a 180 degree widescreen.
Released this month, self-titled record, this is the brilliant debut for three guys from Leeds UK - now moved in Berlin, The Pattern Theory.
Think Tortoise's early orchestral rhythms, but not that jazz-infected: the first track, Pyramid Schemes, has got a majestic ambient opening, pretty ecstatic, which shades into a different algebric rhythmic, crossing a new tempo/bpm, out of sync, but - at the same time - surprisingly correct in its matching development.
Later, Bell Curves peacefully reaches a karmic medium speed and crescendo, a journey through the multi-colored light filtering through the bright clouds of the aforementioned documentary, - a wordless film, just sounds of Nature, and your renewed wonder.
Chevrons has room for more gelid, melancholic overtures, like also Framed Fields, and the nocturnal Names For Places, with the xylophone played on tiptoe. The three play like an orchestra, wisely dosing means and abilities, following a rule of quiet elegance.
As with all documentaries on Nature and Wildlife, you might find yourself yawning here and there - but there is no doubt that the spectacular impact of these landscapes, their beauty is self-evident.
And who knows if Valeot rec sent also a promotional copy to Ulf Grenander.
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Melodie levigate come geometrie aperte, ampie prospettive da ambient, liquidi fraseggi di chitarre elettriche, percussioni acrobaticamente gentile, synth per basso, glockenspiel / xilofono, - questa è narrativa per math-rockers, porno per ingegneri del suono, una genuina partitura sonora cui manca solo un documentario di sceniche destinazioni naturali, proiettato su un grande schermo a 180 gradi.
Pubblicato questo mese, self-titled debutto, indubbiamente brillante, - loro son tre ragazzi di Leeds (UK), ora di base a Berlino.
Tenete a conto i primi Tortoise, ma senza infezioni da jazz: la prima traccia, Pyramid Schemes, ha una magistrale apertura ambient, molto estatica, che sfuma in una ritmica algebrica differente, incrociandosi con un nuovo tempo/bpm, fuori sincro, ma al tempo, sorprendentemente collimante nello sviluppo.
Più avanti, Bell Curves raggiunge pacificamente una media velocità karmica di crescendo, simile ad una sorta di viaggio inseguendo la luce attraverso delle chiare nuvole multicolore del sopracitato documentario, - un film muto, salvo i suoni della Natura, e la Vostra rinnovata meraviglia.
Chevrons dà spazio ad overture più melanconiche e gelide, come anche Framed Fields e la notturna Names for Places, suonando lo xylofono in punta di piedi.
I tre danno corpo ad un'orchestra, dosando saggiamente mezzi ed abilità, seguendo uno stilema di quieta eleganza.
C'è da dire, che come per tutti i documentari su Natura e Fauna, ogni tanto Vi ritroverete a sbadigliare qua e là, ma non v'è dubbio che l'impatto di molti scorci sarà spettacolare nella sua evidente bellezza.
E chissà se la Valeot rec ha spedito anche un promo a Ulf Grenander.
Released this month, self-titled record, this is the brilliant debut for three guys from Leeds UK - now moved in Berlin, The Pattern Theory.
Think Tortoise's early orchestral rhythms, but not that jazz-infected: the first track, Pyramid Schemes, has got a majestic ambient opening, pretty ecstatic, which shades into a different algebric rhythmic, crossing a new tempo/bpm, out of sync, but - at the same time - surprisingly correct in its matching development.
Later, Bell Curves peacefully reaches a karmic medium speed and crescendo, a journey through the multi-colored light filtering through the bright clouds of the aforementioned documentary, - a wordless film, just sounds of Nature, and your renewed wonder.
Chevrons has room for more gelid, melancholic overtures, like also Framed Fields, and the nocturnal Names For Places, with the xylophone played on tiptoe. The three play like an orchestra, wisely dosing means and abilities, following a rule of quiet elegance.
As with all documentaries on Nature and Wildlife, you might find yourself yawning here and there - but there is no doubt that the spectacular impact of these landscapes, their beauty is self-evident.
And who knows if Valeot rec sent also a promotional copy to Ulf Grenander.
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Melodie levigate come geometrie aperte, ampie prospettive da ambient, liquidi fraseggi di chitarre elettriche, percussioni acrobaticamente gentile, synth per basso, glockenspiel / xilofono, - questa è narrativa per math-rockers, porno per ingegneri del suono, una genuina partitura sonora cui manca solo un documentario di sceniche destinazioni naturali, proiettato su un grande schermo a 180 gradi.
Pubblicato questo mese, self-titled debutto, indubbiamente brillante, - loro son tre ragazzi di Leeds (UK), ora di base a Berlino.
Tenete a conto i primi Tortoise, ma senza infezioni da jazz: la prima traccia, Pyramid Schemes, ha una magistrale apertura ambient, molto estatica, che sfuma in una ritmica algebrica differente, incrociandosi con un nuovo tempo/bpm, fuori sincro, ma al tempo, sorprendentemente collimante nello sviluppo.
Più avanti, Bell Curves raggiunge pacificamente una media velocità karmica di crescendo, simile ad una sorta di viaggio inseguendo la luce attraverso delle chiare nuvole multicolore del sopracitato documentario, - un film muto, salvo i suoni della Natura, e la Vostra rinnovata meraviglia.
Chevrons dà spazio ad overture più melanconiche e gelide, come anche Framed Fields e la notturna Names for Places, suonando lo xylofono in punta di piedi.
I tre danno corpo ad un'orchestra, dosando saggiamente mezzi ed abilità, seguendo uno stilema di quieta eleganza.
C'è da dire, che come per tutti i documentari su Natura e Fauna, ogni tanto Vi ritroverete a sbadigliare qua e là, ma non v'è dubbio che l'impatto di molti scorci sarà spettacolare nella sua evidente bellezza.
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