ok sí. ti stavo guardando. tu non guardavi me. almeno sino a poco fa. ora mi hai guardato. o per lo meno, hai notato ti stavo guardando. non ho fatto nemmeno in tempo a volgere lo sguardo altrove. non ho nemmeno avuto il tempo di far finta di guardare nel vuoto, tra te e me. o di fingere un contatto casuale dei nostri sguardi. sí, insomma. stavo guardando. volevo esistere per un attimo, questa mattina per te. almeno, credo che guardandosi direttamente in viso, sia sufficiente una manciata di secondi per esistere per qualcun altro, qualcun altro per cui vorresti esistere, anche se per un attimo. non che possa essere un incontro indimenticabile. immagino. fra nemmeno un'ora avrai sicuramente altro a cui pensare. salvo che io faccia qualcosa di memorabile. quanto memorabile? abbastanza. ne sarei in grado? hai smesso di guardarmi, che già mi stai rivolgendo di nuovo lo sguardo per controllare se ancora ti sto guardando. fissando. forse insistentemente. telapatia, niente, eh. ti sembrerò solo strano. pervertito. cazzo guardi. Qualcosa di memorabile. forse qualcosa di drammatico, in modo da toccarti nell'animo. oppure qualcosa di fisico, in modo da sfigurarti fisicamente. non in modo violento, ma in modo figurato. anzi no, in modo fisico. in modo che ogni volta che ti riguarderai allo specchio, ripenserai a questo momento andato. andato, perchè io me ne andrò indisturbato. so essere veloce. potrei romperti un dito. forse sto esagerando. vorrei solo catturare la tua attenzione e un po' della tua memoria. Mi ricorderai? Aut aut. devo decidermi sul cosa fare. il nostro incontro non è stato fortuito. lo so. e presto, io voglia o no, non ci sarà più traccia di te. nè di me in te. le nostre vite continueranno a scorrere per i loro binari, come sin ora han fatto. senza troppo tergiversare. siamo stati divisi alla nascita? dalla nascita. tu dove hai passato la tua infanzia? ci siamo già incontrati, ignorandoci? forse ho io, ignorato te, l'ultima volta. devo scusarmi? o siamo frequentatori assidui senza saperlo? chi ce lo dirà mai? dove sono i testimoni della nostra ignoranza reciproca? un'affinità cosí non l'ho mai provata. e tu sei qui davanti me. una decina di persone ci dividono. e si ignorano. ignorano il nostro incontro. Tu ora no. E se invece ci ricordassero tutti per quel qualcosa che sto per fare? devo trovare il coraggio di farlo. cosa abbiamo da perdere? se non il nostro incontro. nulla accade per caso, o meglio, quel che accade per caso resta affidato al caso, salvo noi si faccia qualcosa. non a caso. cominci a guardarmi male. e non abbassi lo sguardo. cosa voglio? voglio che mi ricordi. non trovi malevolenza nel mio sguardo. almeno, credo di non comunicarne alcuna. ma ognuno vede quel che vede. ma io sono chiaro. non trovi amore? ho amore per questo incontro. per questo non incontro. per questa vita in parallelo. dovremmo far convergere le nostre parallele. che sto dicendo, stiamo per dividerci, lo sento. non girarti altrove. non te ne andare. aspetta. l'uscita non è da quella parte. da quella parte ritorni dove eri sino poco fa. lo senti? mi senti? sono io. non dirò niente, giuro. non ti rovinerò questo mistero che è l'isteria di un incontro non voluto. già ti odio. sono quasi sicuro tu non sia tu. no, sei tu. che la tua voce non sia la tua. no, è la tua. anzi, se ti sentissi parlare, sono sicuro tu abbia una voce imperfetta, sgradevole. dimmi che vivi nell'imperfezione più sgradevole. dimmi che mi sono sbagliato. ecco, dimmi solo, 'non sono io, chi cerchi'. ma se non mi dici nulla, probabilmente, già, non sei tu. e la folla. già fatico a vederti. ma hai guardato ancora una volta. ti ho visto. mi hai visto. forse hai capito. è di nuovo troppo tardi. la folla tra noi. di nuovo separati. me, misero, ci siamo persi di nuovo.
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