Pare che sulle salite delle migliori classiche del ciclismo si sentano sempre meno applausi. Cioè la gente che va a vedere dal vivo gli spunti di Tom Boonen e Fabian Cancellara più o meno è sempre quella. Solo che con gli smartphone ormai tutti fanno le foto e nessuno batte più le mani. Una controsenso, apparentemente. Come andare a vedere i Verbal e non provare una specie di Alzheimer cercando di ricordare almeno un gruppo che in Italia che spacchi dal vivo più di loro. Ho avuto l'opportunità di aprirgli con il mio gruppo tempo fa, ai tempi del disco omonimo e già al soundcheck al loro confronto la pochezza del nostro suono con l'ampiezza e la complessità di Kobayashi o Orwell non poteva riassumere in una specie di vergogna e inadeguatezza, per noi. O schifo e dolore, come direbbe Verdone.
Rivedendoli recentemente al Sinister Noise, oltre a battere le mani sempre come idioti al momento sbagliato, la prima sensazione che ci colpiva è che i Verbal è come se avessero superato da tempo la fase di prestare attenzione agli stacchetti o la precisione nelle chiusure, ma che si confrontassero in modo apollineo con l'essenza abbagliante del loro suono perfettamente libero e intangibile. Il fatto che la resa dei suoni fosse ciclopica anche in una venue che per le colonne e gli angoli disgraziati spesso da problemi è emblematico. Ai tempi del loro esordio, li paragonammo alla monumentalità del Gange. Se David Manuli avesse ascoltato la loro Kaspar Hauser prima di fare il suo film forse avrebbe fatto solo un'unica e interminabile sequenza di applausi, anche senza ciclisti e doping. Alla fine del loro ultimo concerto al Sinister Noise abbiamo deciso che se mai ci richiedessero di aprirgli una serata, prima andiamo al Cepu del conservatorio a spese nostre. Sentendo Rearmer dal loro ultimo ep abbiamo capito che non ci abbiamo mai capito un cazzo di come si usa il reverbero. L'unica cosa positiva è che parlando del nuovo dei Verbal si può tranquillamente tirare in ballo Cop Shoot Cop, King Crimson, Unwound, Mars Volta, Mosè e Stromberg senza che nessuno si senta offeso. Clap, Clap, Clap, Clap, Clap, Clap, Clap.
Rivedendoli recentemente al Sinister Noise, oltre a battere le mani sempre come idioti al momento sbagliato, la prima sensazione che ci colpiva è che i Verbal è come se avessero superato da tempo la fase di prestare attenzione agli stacchetti o la precisione nelle chiusure, ma che si confrontassero in modo apollineo con l'essenza abbagliante del loro suono perfettamente libero e intangibile. Il fatto che la resa dei suoni fosse ciclopica anche in una venue che per le colonne e gli angoli disgraziati spesso da problemi è emblematico. Ai tempi del loro esordio, li paragonammo alla monumentalità del Gange. Se David Manuli avesse ascoltato la loro Kaspar Hauser prima di fare il suo film forse avrebbe fatto solo un'unica e interminabile sequenza di applausi, anche senza ciclisti e doping. Alla fine del loro ultimo concerto al Sinister Noise abbiamo deciso che se mai ci richiedessero di aprirgli una serata, prima andiamo al Cepu del conservatorio a spese nostre. Sentendo Rearmer dal loro ultimo ep abbiamo capito che non ci abbiamo mai capito un cazzo di come si usa il reverbero. L'unica cosa positiva è che parlando del nuovo dei Verbal si può tranquillamente tirare in ballo Cop Shoot Cop, King Crimson, Unwound, Mars Volta, Mosè e Stromberg senza che nessuno si senta offeso. Clap, Clap, Clap, Clap, Clap, Clap, Clap.
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