Scriveva Harold Brodkey, che una bugia è fatta per essere detta e per essere capita.
La verità invece, espressa a parole, risulta sempre piena di omissioni, e può finire per sembrare persino diversa da se stessa.
Proprio sul lato più oscuro delle cose non dette, Stefano Sgambati sembra costruire il ritmo de Gli Eroi imperfetti in un romanzo che si allunga sotto il peso delle certezze poco profonde, e fino al bordo di un fiume nero e irriconoscibile.
Avevamo apprezzato il giovane scrittore romano nell'irresistibile e coinvolgente Fenomenologia di Youporn. Con il suo esordio nel mondo del romanzo vero e proprio però, è come se l'autore ci costringesse a cancellare la cronologia recente dei suoi lavori precedenti, o dei post su Minimaetmoralia, per far apprezzare uno stile molto più controllato, riflessivo e maturo.
Non mancano iperboli dal sangue caldo e le metafore sorprendenti, ma è come se Sgambati preferisse un andamento lento ed enigmatico, per dare ancora più peso alle parole dei suoi protagonisti.
Con Gli Eroi imperfetti si guarda, da come dietro una vetrina su strada, l'andamento di alcuni giochi di coppia, in cui la relazione non segue le leggi dell'amore, ma principalmente solo rapporti di forza.
Chi soffre di dipendenza non fa quasi mai la cosa giusta. Con lo scorrere delle pagine assistiamo allo spostarsi della ragione e di chi fa lo sbaglio più grande.
Si dice che nei racconti di Carver non accade nulla perché le cose sono già accadute, oppure stanno per accadere. Sgambati in questo senso non si affida certo allo spiegone finale, né al meccanicismo della colpa dei gialli da classifica, e preferisce un confronto con i principi più misteriosi e stimolanti della letteratura. E' emblematico il fatto che si arrivi a sapere dell'innocenza di Corrado quasi sciattamente, mentre l'incidenza delle indagini sull'andamento dei suoi pensieri scorre in modo sempre incessante e irrefrenabile. Che l'autore miri all'assoluto delle cose, emerge anche da come, pur ambientando il romanzo a Ponte Milvio, eviti di ingabbiare i personaggi nei tic riconoscibilissimi di Roma Nord per dargli una profondità e una dimensione più indecifrabile.
Non ci stupirebbe se Gli Eroi Imperfetti finisse per sbaglio nello scaffale noir di qualche libraio distratto e innamorato della donna sbagliata.
Speriamo però che anche alla Feltrinelli non facciano mai lo sbaglio di renderlo meccanicamente, anche se sono passati più di 40 giorni dall'uscita.
La verità invece, espressa a parole, risulta sempre piena di omissioni, e può finire per sembrare persino diversa da se stessa.
Proprio sul lato più oscuro delle cose non dette, Stefano Sgambati sembra costruire il ritmo de Gli Eroi imperfetti in un romanzo che si allunga sotto il peso delle certezze poco profonde, e fino al bordo di un fiume nero e irriconoscibile.
Avevamo apprezzato il giovane scrittore romano nell'irresistibile e coinvolgente Fenomenologia di Youporn. Con il suo esordio nel mondo del romanzo vero e proprio però, è come se l'autore ci costringesse a cancellare la cronologia recente dei suoi lavori precedenti, o dei post su Minimaetmoralia, per far apprezzare uno stile molto più controllato, riflessivo e maturo.
Non mancano iperboli dal sangue caldo e le metafore sorprendenti, ma è come se Sgambati preferisse un andamento lento ed enigmatico, per dare ancora più peso alle parole dei suoi protagonisti.
Con Gli Eroi imperfetti si guarda, da come dietro una vetrina su strada, l'andamento di alcuni giochi di coppia, in cui la relazione non segue le leggi dell'amore, ma principalmente solo rapporti di forza.
Chi soffre di dipendenza non fa quasi mai la cosa giusta. Con lo scorrere delle pagine assistiamo allo spostarsi della ragione e di chi fa lo sbaglio più grande.
Si dice che nei racconti di Carver non accade nulla perché le cose sono già accadute, oppure stanno per accadere. Sgambati in questo senso non si affida certo allo spiegone finale, né al meccanicismo della colpa dei gialli da classifica, e preferisce un confronto con i principi più misteriosi e stimolanti della letteratura. E' emblematico il fatto che si arrivi a sapere dell'innocenza di Corrado quasi sciattamente, mentre l'incidenza delle indagini sull'andamento dei suoi pensieri scorre in modo sempre incessante e irrefrenabile. Che l'autore miri all'assoluto delle cose, emerge anche da come, pur ambientando il romanzo a Ponte Milvio, eviti di ingabbiare i personaggi nei tic riconoscibilissimi di Roma Nord per dargli una profondità e una dimensione più indecifrabile.
Non ci stupirebbe se Gli Eroi Imperfetti finisse per sbaglio nello scaffale noir di qualche libraio distratto e innamorato della donna sbagliata.
Speriamo però che anche alla Feltrinelli non facciano mai lo sbaglio di renderlo meccanicamente, anche se sono passati più di 40 giorni dall'uscita.
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not yet, probably nobody cares, or nobody cared enough to tell something. Also: nobody reads komakino.
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