The Pink Rays
w/ The Shadow Line
@ Zoobar, roma, 21 settembre 2007 - ingr. 1o openbar
| pall youhidemeArrivo allo zoobar e mi ritrovo in fila con una decina di 18/19enni.. ddio, ho viaggiato nel tempo e mi ritrovo 30enne in un attimo, con questi che parlano della prof di scuola, che sono lí + per l'openbar e la disco che per i concerti, di cui ad una prima occhiata mi sembrano sbattersene altamente. Beata gioventù che si fugge tuttavia.. Demoralizzato faccio un salto al casale di fronte allo zoobar che scopro essere il centro sociale bencivenga, che scopro esserci da sempre, che scopro quindi di esserci passato davanti mille volte senza averlo mai notato.. un ragazzino stampato punkabbestia fa cassa e mi dice che ci saranno un paio di gruppi crust a suonare, e ride. Beata gioventù che si fugge tuttavia.. Meglio tornare di là a fare la fila, anche perchè già da myspace questi The Pink Rays mi avevano impressionato.
Aprono i capitolini The Shadow Line, formazione a quattro, pezzi veloci power pop misto quasi garage, - mi viene da pensare ai We Are Scientists e Stone Roses, non ancora a quei livelli, ma sulla buona strada, con ritmi ballabili, accellerazioni coinvolgenti senza essere rancidi. C'era un mucchietto di gente a vederli all'inizio, ma piano piano si sono defilati, - peccato, perchè The Shadow Line non sono male e il cantante ha una voce potente. Davano gratis il Loro ep, lasciato timidamente su uno stand di cartoline e flyer, - io me ne sono preso uno, - a recensire, a gg.
I Pink Rays: ECCELLENTI, davvero, - oltre le mie aspettative, - ascoltando i demo su myspace avevo pensato 'ecco finalmente un gruppo fulminato Bene dagli Strokes', ma personalmente a fine concerto mi sono ritrovato convinto del fatto che l'analogia con gli Strokes è una pura coincidenza, che anzi farebbero ance il culo agli Strokes (che amo), e che hanno un gusto torbido new-wave che Li porta altrove. - Forse il miglior live-act indie italiano a cui abbia mai assistito, - con un cantante Enrico, totale animale da palco (mi è venuto in mente Iggy), - sa come giocare con l'asta del microfono, come sporgersi verso il pubblico senza guardare nessuno, urlare, salire e scendere con la voce, - pienamente a proprio agio, navigato e naturale senza artifizio. Penso che tutte le sbarbine si siano sentite turbate..
Il batterista, Gerald, ha un drum set ridottissimo (no tom, solo cassa, charleston, rider rullante e timpano), - eppure a creare potentissime ritmiche che altalenano tribale new wave a garage, una valanga percussiva. - Dopo il secondo pezzo, quando io ero già con gli occhi di fuori, un ragazzino accanto a me fa al suo amico 'niente di che..', io mi giro verso di lui nemmeno avesse bestemmiato in chiesta, e lo guardo sulla riga nobile del 'maccheccazzo dici??', - ma forse stava parlando della sua vita, non importa, degustibus.
Pezzi come Modern Life, Abstract Love mi hanno fatto perdonare al bassista di avere un basso a 5 corde (personalmente la ritengo una mano a 6 dita..), - la lovesong strappamutande, e tutti gli altri titoli di pura adrenalina non smettevano di galvanizzarmi.. - ogni tanto vedevo bassista e chitarrista sorridere di pura soddisfazione, - cazzarola, tutta meritata, non vedo l'ora che esca il disco a novembre.
ps. all'inizio ero anche esaltato perchè si erano presentati come un gruppo di Milano, e mi ero detto 'cazzo, finalmente IL gruppo italiano pronto a sfondare' - era palese a tutti i presenti che erano eccellenti e stavamo assistendo a qualcosa di grosso (anzi, mi stupisco della storia raccontata dal cantante quando ha detto che il precedente concerto a roma era andato malissimo).. poi invece scopro che il cantante è barese/svedese (!) e il batterista venezuelano.. ok, allora servono ancora un paio di generazione per avere un Gruppo tanto esplosivo per 4/4 italiano.. accendiamo un cero alla madonna..
Feedback:
not yet, probably nobody cares, or nobody cared enough to tell something. Also: nobody reads komakino.
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