Brian Eno
PRESENTISM – Time and Space in the Long Now
FutuRoma – 100 anni di Futurismo (1909- 2009)
| mike thumb
Apertura: h10 – h20
Ingresso GRATUITO
PALAZZO RUSPOLI
(Via del Corso , 418)
ROMA
20 febbraio – 15 marzo
[foto sopra: Naples, foto sopra sopra, Austria, - chiaro, no? Ndpallyouhideme]
Ingresso GRATUITO
PALAZZO RUSPOLI
(Via del Corso , 418)
ROMA
20 febbraio – 15 marzo
Del Futurismo musicale rimane ben poco: i futuristi hanno invocato la
distruzione delle prove, volevano dar fuoco agli scaffali delle
biblioteche, inondare i musei, demolire le città, per reagire alla
cultura del momento, per trasformare l'arte in vita, il presente in un
futuro non ancora vissuto.
Anche la musica, di natura immateriale,
è stata sottoposta a questa distruzione, non però facendo scomparire
gli strumenti ma creandone di nuovi in grado di infrangere il muro tra
suono e rumore. La con-fusione tra uomo e macchina profetizzata dai
futuristi ha portato alla con-fusione tra tradizione e tecnologia. La
simultaneità, il movimento e la velocità – concetti cari ai futuristi –
oggi rappresentano obiettivi in parte raggiunti.
Bisogna ammettere che la
profezia dell'uomo meccanico si è praticamente compiuta: l'uomo non
solo è “composto” di oggetti realizzati dalla tecnologia trapiantati
nel proprio corpo, ma utilizza le macchine come vere e proprie
“protesi” di sé: i computer e ogni altro tipo di macchina in grado di
processare delle informazioni sono pròtesi della nostra mente,
estensioni della nostre possibilità mentali. I futuristi volevano
creare un ambiente emotivo e il desiderio di di “intonare” i rumori con
cui si svegliava la città mostrava già un'esigenza ambient. Volendo il
ritorno all'armonia tra uomo e ambiente, umanità e tecnica, tra natura
e cultura, il Futurismo intendeva evitare il baratro dell'astrazione
cui era giunta la musica accademica. Se il Futurismo ha contribuito
alla simbiosi delle arti, Brian Eno ha mantenuto in stretta relazione
la mente, il corpo e la strumentazione, “colorando” l'atmosfera con una
musica che circonda l'ascoltatore, avvolgendolo. Eno è un musicista e
un artista visuale insieme. E' stato il primo a concepire musica per
spazi non convenzionali “immergendo” l'ascoltatore dentro l'ambiente.
“Presentism” si offre quindi come una sinestesia, una tavolozza di
sensazioni dilatate nello spazio dell'ascolto come pure della visione:
timbro e colore vengono fusi compiutamente in uno spazio totale, una
sintesi audiovisiva che offre un'immagine “presentista” di Roma. Nella
suggestiva cornice delle sale di Palazzo Ruspoli l'installazione di Eno
si offre, agli occhi e non solo, rivelandosi come un caledoscopico universo di micro-variazioni geometriche in cui si racchiude il senso
stesso della progressione, la tensione verso qualcosa di ancora non
scritto. Accomodandosi su bellissime poltrone vintage rosse, lo
spettatore può facilmente immergersi in suggestioni di sublime
astrazione e simmetria cromatica godendo di un'ottima colonna sonora
drone-ambient, come nella migliore tradione poliedrica ed innovativa
di un grande artista del calibro di Brian Eno.
[foto sopra: Naples, foto sopra sopra, Austria, - chiaro, no? Ndpallyouhideme]
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