Alessio Gastaldello l'ho incontrato qua e là durante la mia vita ai suoi concerti con i Jennifer Gentle (quando ne faceva ancora parte), o per via elettronico-epistolare qua e là, insomma, più o meno sono rimasto testimone attento delle sue piroette musicali, che mi pare di capire hanno sempre seguito una simmetria evolutiva volta alla regressione più primitiva della psichedelia, prima saltellante pop con i JG, ora de-pop-izzata in un bagno astrale con i Mamuthones.
Ci scambio qualche chiacchiera in occasione del suo primo (quasi secondo, visto l'esordio con Fabio Orsi) disco solista a titolo Sator.
komakino: Wiki insegna: "I Mamuthones e gli Issohadores sono tipiche maschere del carnevale di Mamoiada in Sardegna. Le due figure si distinguono per i vestiti e per il modo di muoversi all'interno della processione: i Mamuthones procedono affaticati e in silenzio, come degli schiavi in catene, mentre gli Issohadores vestono in modo colorato e brioso e danno movimento alla processione": - Alessio, potremmo definire la tua Musica come un cerchio di fatica e silenzio? Il concetto di schiavo in catene riusciamo ad infilarcelo anche? Quest'anno a carnevale come ti mascheri?
Alessio Gastaldello aka Mamuthones: La scelta del nome Mamuthones è stata presa di fatto senza conoscere bene la tradizione. Mi colpí molto il loro aspetto, esoterico, ancestrale, primitivo. Leggendo qua e là ho trovato molte interpretazioni. Forse quella che più si avvicina a ciò che vorrei rappresentasse la mia musica è quella del rito propiziatorio.
Ho letto anche di una rappresentazione della lotta tra il Bene e il Male che mi piace molto. In silenzio e con fatica è forse il modo in cui ho lavorato in questi anni, ma ciò forse è servito a “togliermi qualche catena”.
Ah...a mia figlia ho promesso che, molto modestamente, mi vestirò da Superman...
komakino: Ascoltando questo e il precedente album dove collaboravi con Fabio Orsi, il primo termine che mi viene in mente come chiave di lettura per il tuo sound mi pare essere 'esoterico': e non intendo darkettone, gotico o pacchianamente/ormonalmente diavolesco; - ma una sorta di psichedelia indotta, quasi una posa immota yoga che sfocia nell'autoipnotismo sino la catarsi. Una primitiva religiosità dei suoni. Insomma, non mi sembri molto per la quale del chorus/verse/chorus..
Mamuthones: Guarda, io ho molto rispetto per il pop.
Credo sia molto difficile saper scrivere una bella canzone pop. Io non ne sono in grado. Con Marco/Jennifer Gentle cercavavamo la canzone pop e direi che qualcuna l'abbiamo trovata, ma il mio contributo era legato all'arrangiamento, alla scelta dei suoni, a qualche sfumatura, la scrittura era in mano a Marco. Oggi, anche per dei miei limiti tecnici, questo non mi interessa, ma questo non significa che disdegni il pop.
Come dici tu sono sicuramente più interessato a “una primitiva religiosità dei suoni”. L'auspicio è stato quello di creare una musica che avrebbe potuto esistere anche senza gli strumenti di oggi, come fosse un rito che precede l'uomo.
komakino: Riesci a definire un punto di partenza e uno di fine nella creazione di Sator? Si tratta solo di improvvisazioni o c'è una ricerca attenta, una regola d'insieme? - Come e dove hai registrato l'album? Puoi farci qualche cenno sugli strumenti che hai usato?
Mamuthones: Le session di registrazione sono coincise con il momento della scrittura stessa. Quando ho dato vita a Mamuthones non avevo un metodo di lavoro e nemmeno avevo le idee chiare su cosa volessi fare e soprattutto come.
Avevo in mente le atmosfere di cui ti ho parlato prima e sapevo che volevo suonare da solo.
Ho sistemato gli strumenti che avevo in taverna dai miei, dove abbiamo registrato i primi due album dei Jennifer Gentle. Ho comprato una scheda audio e ho imparato ad usare il pc per registrare.
Poi la mia strumentazione era principalmente composta da batteria e percussioni, per cui avevo bisogni di altro. Avevo avuto modo di provare un organetto ad aria e mi era piaciuto molto. Per cui sono partito da lí... ne ho comprato uno su e-bay e all'inizio ho registrato principalmente con quello e le percussioni, molte volte lavorando pesantemente sui suoni e l'effettistica.
I miei amano viaggiare e spesso portano a casa “strumenti” che sono più dei gadget turistici che altro... la taverna dove registro ne è piena. Viene dunque spontaneo integrare qualcuno di questi oggetti: ho usato dunque un thumb piano, una sorta di strumento a corda africano a mò di basso, flauti e flautini a volontà... Isacco (Maretto, ndk), anche lui nei primissimi Jennifer Gentle ci ha messo una bella chitarre elettrica, Marco/Jennifer Gentle e Marco/SillyBoy Entertainment un po' di voci e bisbigli.
Alcune voci le ho rubate in rete, altre cose alla processione dell'Assunta al mio paese e infine sono riuscito a farmi prestare anche un Fender Rhodes.
komakino: Leggevo sul sito della Boring Machines che è il primo di due capitoli, - in che modo possiamo (o puoi) riconoscerlo incompleto?
Alessio Gastaldello: Mamuthones è concepito come il mio progetto solista ma dal vivo mi piace tenere una formazione aperta.
Gli ultimi concerti hanno coinvolto Marco Fasolo dei Jennifer Gentle alla chitarra e Maurizio Boldrin alla batteria, una figura storica del beat padovano e un musicista straordinario, attivo fin dagli anni 60 con i Condor e poi I Ragazzi dai Capelli Verdi e nei 70 musicista in giro per il mondo con Pino Donaggio e impegnato in diversi progetti prog/psichedelici.
Nel frattempo io ho inserito nel mio set un Crumar DS-2... insomma nell'arrangiare alcuni pezzi di SATOR ci è venuta voglia di inciderli e dare un seguito a questo album con in parte alcuni brani profondamente rivisti.
komakino: In che modo il quadrato del Sator è divenuto rappresentativo dell'insieme di musiche del tuo album?
Alessio Gastaldello: Lo è divenuto a posteriori ma è stato la quadratura del cerchio. Stavo cercando in rete un po' di immagini per l'artwork, ho inserito su google le parole “esoterico primitivo cristiano” e ho scoperto il quadrato del SATOR, che è semplicemente perfetto.
Lo sviluppo dell'artwork poi è opera di Be invisible now! E devo dire che il risultato finale è eccellente!
komakino: La Boring Machines mi pare l'etichetta italiana più adatta ad abbracciare un disco come Sator, quindi la solita domanda sulla scena: a Tuo parere, come sta andando oggi rispetto quando cominciasti con i Jennifer Gentle?
Alessio Gastaldello: Negli ultimi anni sono stato fuori dalla presunta scena per cui non saprei esattamente cosa risponderti. Se guardo ai nomi di cui si parla, ad una verifica superficiale via myspace e youtube... direi male... molto male... forse peggio...
komakino: Una domanda sui Jennifer Gentle senza di te: ti è piaciuto The midnight room?
Alessio Gastaldello: The Midnight room è uscito in un periodo in cui mi era difficile rapportarmi ai Jennifer Gentle per cui non sono riuscito a stabilire un contatto emotivo particolare, ma questo prescinde dal valore (alto) oggettivo dell'album.
komakino: Dal vivo, come si propone su palco il tuo set?
Alessio Gastaldello: Come ti dicevo prima mi piace tenere una formazione aperta. Finora mi sono esibito in duo con Isacco alla chitarra, in trio sempre con Isacco e Maurizio Boldrin alla batteria (una volta ha suonato pure Marco Fasolo la batteria per noi!) e più recentemente sempre in trio con Marco Fasolo alla chitarra e Maurizio alla batteria.
Io suono organetto e sintetizzatore e sto dietro a voce, basi ed effetti.
Mi manca ancora di esibirmi completamente da solo... ma ci sto arrivando...
komakino: Jennifer Gentle, - Father Murphy, Slumberwood, Be invisible now! - praticamente, chi più, chi meno, vi conoscete e siete in una comune di psichedelia, per quanto ognuno con le proprie sfaccettature: conosci altre 'realtà' che sfuggono a questa conta? Chi ci mettiamo sull'arca di Noè?
Alessio Gastaldello: Come ti ho detto prima sono un po' fuori dal giro per cui non ho molto da consigliarti. Però direi che ce n'è abbastanza...
komakino: Secondo Te cosa dice il quadrato del Sator?
Alessio Gastaldello: Bè, la mia interpretazione preferita è quella che c'è sulla cd-label [il pater noster, ndk]. Poi, come per quasi tutto ciò che conta per me, l'importante è ciò che dice a me.
Ci scambio qualche chiacchiera in occasione del suo primo (quasi secondo, visto l'esordio con Fabio Orsi) disco solista a titolo Sator.
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komakino: Wiki insegna: "I Mamuthones e gli Issohadores sono tipiche maschere del carnevale di Mamoiada in Sardegna. Le due figure si distinguono per i vestiti e per il modo di muoversi all'interno della processione: i Mamuthones procedono affaticati e in silenzio, come degli schiavi in catene, mentre gli Issohadores vestono in modo colorato e brioso e danno movimento alla processione": - Alessio, potremmo definire la tua Musica come un cerchio di fatica e silenzio? Il concetto di schiavo in catene riusciamo ad infilarcelo anche? Quest'anno a carnevale come ti mascheri?
Alessio Gastaldello aka Mamuthones: La scelta del nome Mamuthones è stata presa di fatto senza conoscere bene la tradizione. Mi colpí molto il loro aspetto, esoterico, ancestrale, primitivo. Leggendo qua e là ho trovato molte interpretazioni. Forse quella che più si avvicina a ciò che vorrei rappresentasse la mia musica è quella del rito propiziatorio.
Ho letto anche di una rappresentazione della lotta tra il Bene e il Male che mi piace molto. In silenzio e con fatica è forse il modo in cui ho lavorato in questi anni, ma ciò forse è servito a “togliermi qualche catena”.
Ah...a mia figlia ho promesso che, molto modestamente, mi vestirò da Superman...
komakino: Ascoltando questo e il precedente album dove collaboravi con Fabio Orsi, il primo termine che mi viene in mente come chiave di lettura per il tuo sound mi pare essere 'esoterico': e non intendo darkettone, gotico o pacchianamente/ormonalmente diavolesco; - ma una sorta di psichedelia indotta, quasi una posa immota yoga che sfocia nell'autoipnotismo sino la catarsi. Una primitiva religiosità dei suoni. Insomma, non mi sembri molto per la quale del chorus/verse/chorus..
Mamuthones: Guarda, io ho molto rispetto per il pop.
Credo sia molto difficile saper scrivere una bella canzone pop. Io non ne sono in grado. Con Marco/Jennifer Gentle cercavavamo la canzone pop e direi che qualcuna l'abbiamo trovata, ma il mio contributo era legato all'arrangiamento, alla scelta dei suoni, a qualche sfumatura, la scrittura era in mano a Marco. Oggi, anche per dei miei limiti tecnici, questo non mi interessa, ma questo non significa che disdegni il pop.
Come dici tu sono sicuramente più interessato a “una primitiva religiosità dei suoni”. L'auspicio è stato quello di creare una musica che avrebbe potuto esistere anche senza gli strumenti di oggi, come fosse un rito che precede l'uomo.
komakino: Riesci a definire un punto di partenza e uno di fine nella creazione di Sator? Si tratta solo di improvvisazioni o c'è una ricerca attenta, una regola d'insieme? - Come e dove hai registrato l'album? Puoi farci qualche cenno sugli strumenti che hai usato?
Mamuthones: Le session di registrazione sono coincise con il momento della scrittura stessa. Quando ho dato vita a Mamuthones non avevo un metodo di lavoro e nemmeno avevo le idee chiare su cosa volessi fare e soprattutto come.
Avevo in mente le atmosfere di cui ti ho parlato prima e sapevo che volevo suonare da solo.
Ho sistemato gli strumenti che avevo in taverna dai miei, dove abbiamo registrato i primi due album dei Jennifer Gentle. Ho comprato una scheda audio e ho imparato ad usare il pc per registrare.
Poi la mia strumentazione era principalmente composta da batteria e percussioni, per cui avevo bisogni di altro. Avevo avuto modo di provare un organetto ad aria e mi era piaciuto molto. Per cui sono partito da lí... ne ho comprato uno su e-bay e all'inizio ho registrato principalmente con quello e le percussioni, molte volte lavorando pesantemente sui suoni e l'effettistica.
I miei amano viaggiare e spesso portano a casa “strumenti” che sono più dei gadget turistici che altro... la taverna dove registro ne è piena. Viene dunque spontaneo integrare qualcuno di questi oggetti: ho usato dunque un thumb piano, una sorta di strumento a corda africano a mò di basso, flauti e flautini a volontà... Isacco (Maretto, ndk), anche lui nei primissimi Jennifer Gentle ci ha messo una bella chitarre elettrica, Marco/Jennifer Gentle e Marco/SillyBoy Entertainment un po' di voci e bisbigli.
Alcune voci le ho rubate in rete, altre cose alla processione dell'Assunta al mio paese e infine sono riuscito a farmi prestare anche un Fender Rhodes.
komakino: Leggevo sul sito della Boring Machines che è il primo di due capitoli, - in che modo possiamo (o puoi) riconoscerlo incompleto?
Alessio Gastaldello: Mamuthones è concepito come il mio progetto solista ma dal vivo mi piace tenere una formazione aperta.
Gli ultimi concerti hanno coinvolto Marco Fasolo dei Jennifer Gentle alla chitarra e Maurizio Boldrin alla batteria, una figura storica del beat padovano e un musicista straordinario, attivo fin dagli anni 60 con i Condor e poi I Ragazzi dai Capelli Verdi e nei 70 musicista in giro per il mondo con Pino Donaggio e impegnato in diversi progetti prog/psichedelici.
Nel frattempo io ho inserito nel mio set un Crumar DS-2... insomma nell'arrangiare alcuni pezzi di SATOR ci è venuta voglia di inciderli e dare un seguito a questo album con in parte alcuni brani profondamente rivisti.
komakino: In che modo il quadrato del Sator è divenuto rappresentativo dell'insieme di musiche del tuo album?
Alessio Gastaldello: Lo è divenuto a posteriori ma è stato la quadratura del cerchio. Stavo cercando in rete un po' di immagini per l'artwork, ho inserito su google le parole “esoterico primitivo cristiano” e ho scoperto il quadrato del SATOR, che è semplicemente perfetto.
Lo sviluppo dell'artwork poi è opera di Be invisible now! E devo dire che il risultato finale è eccellente!
komakino: La Boring Machines mi pare l'etichetta italiana più adatta ad abbracciare un disco come Sator, quindi la solita domanda sulla scena: a Tuo parere, come sta andando oggi rispetto quando cominciasti con i Jennifer Gentle?
Alessio Gastaldello: Negli ultimi anni sono stato fuori dalla presunta scena per cui non saprei esattamente cosa risponderti. Se guardo ai nomi di cui si parla, ad una verifica superficiale via myspace e youtube... direi male... molto male... forse peggio...
komakino: Una domanda sui Jennifer Gentle senza di te: ti è piaciuto The midnight room?
Alessio Gastaldello: The Midnight room è uscito in un periodo in cui mi era difficile rapportarmi ai Jennifer Gentle per cui non sono riuscito a stabilire un contatto emotivo particolare, ma questo prescinde dal valore (alto) oggettivo dell'album.
komakino: Dal vivo, come si propone su palco il tuo set?
Alessio Gastaldello: Come ti dicevo prima mi piace tenere una formazione aperta. Finora mi sono esibito in duo con Isacco alla chitarra, in trio sempre con Isacco e Maurizio Boldrin alla batteria (una volta ha suonato pure Marco Fasolo la batteria per noi!) e più recentemente sempre in trio con Marco Fasolo alla chitarra e Maurizio alla batteria.
Io suono organetto e sintetizzatore e sto dietro a voce, basi ed effetti.
Mi manca ancora di esibirmi completamente da solo... ma ci sto arrivando...
komakino: Jennifer Gentle, - Father Murphy, Slumberwood, Be invisible now! - praticamente, chi più, chi meno, vi conoscete e siete in una comune di psichedelia, per quanto ognuno con le proprie sfaccettature: conosci altre 'realtà' che sfuggono a questa conta? Chi ci mettiamo sull'arca di Noè?
Alessio Gastaldello: Come ti ho detto prima sono un po' fuori dal giro per cui non ho molto da consigliarti. Però direi che ce n'è abbastanza...
komakino: Secondo Te cosa dice il quadrato del Sator?
Alessio Gastaldello: Bè, la mia interpretazione preferita è quella che c'è sulla cd-label [il pater noster, ndk]. Poi, come per quasi tutto ciò che conta per me, l'importante è ciò che dice a me.
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