Third release for Alessio Gastaldello's Mamuthones, - this time, supported by a full-band, featuring his long-time friend, and ex-bandmate in Jennifer Gentle, Marco Fasolo, playing guitar, plus, the percussionist Maurizio Boldrin, - a line-up formerly tested on road with several live gigs together.
A new pluralism in Mamuthones which is soon something clearly vivid, in comparison with Gastaldello's former albums, making of this self-titled record his (now their) wildest chapter so far, - where some of the same songs previously featured in The First Born (2008) and Sator (2009) now get a different prospective, a darker shade of black, more primitive and aggressively ritual.
A sort of combination of altered kraut-rock and vintage post-punk tribalism.
A New Start is psychedelically mesmeric and experimental, MJ74 is on the same plan, but with a more sinister devilish mysticism (- dated 1974, the press-kit says, since Boldrin is now 62 and recorded it decades ago), - a different esoterism, - while Kash-o-Kashak sounds like Morriconian, a long ride on a singular bass chord, bombing and visionary, reverse and echoed guitars, synth.
Ota Benga turns more crude and violent than before: a rhythmic battle, with Gastaldello's whispered vocals utterly creeping, while a satured, choked guitar grows more and more, trying to answer to the drums' call.
The final track Ave Maria is even more lugubrious and funereal than its previous version: such like the text of an apocryphal, ancient bible, ending in an overexposed divine revelation, told by crash and ride cymbals.
If we could choose a paranormal / psychic movie from 70s, which would fit with these sound ambients, I have no doubt, - it would be The Wicker Man: religiously wrong.
Buy it here.
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° ° /_ .K ..·
·.. º .·
Terzo disco per i Mamuthones di Alessio Gastaldello, - questa volta supportato da una full-band, dove figurano l'amico di vecchia data (e di vecchia union d'intenti nei Jennifer Gentle) Marco Fasolo, alla chitarra, e il percussionista Maurizio Boldrin, - una line-up già testata in una serie di concerti dal vivo.
Un nuovo pluralismo che si presenta presto vivido se fatto paragone con i precedenti album Mamuthones, il che fa di questo disco self-titled il suo (ora loro) capitolo più selvaggio sin ora, dove alcuni pezzi, precedentemente contenuti in The First Born (2008) e Sator (2009) ottengono ora una differente prospettiva, una diversa pennellata di nero, più primitiva ed aggressivamente rituale.
Una sorta di combinazione alterata di kraut-rock e tribalismo post-punk dal sapore vintage.
A New Start è psichedelicamente mesmerica e sperimentale, come anche MJ74, sullo stesso piano, ma con un misticismo diabolesco più sinistro, - un esoterismo differente (e datato 1974, dato che - come si legge da press-kit - Boldrin è oggi 62enne, e registrò la traccia decadi or sono) , - mentre Kash-o-Kashak suona Morriconiana, una lunga cavalcata sul sentiero unico mostrato da un singolo accordo di basso: bombeggianti e visionari, chitarre in eco e reverse, synth.
Ota Benga diventa più cruda e violenta: una battaglia ritmica, con le voci sussurranti di Gastaldello che s'insinuano e si nascondono fra gli strumenti nella coltre di pece, mentre una sei corde satura di distorsione cresce sempre più cercando di rispondere a tono alla chiamata dei tamburi.
La traccia che chiude l'album, Ave Maria, è anch'essa più lugubre e funerea della versione antecedente, quasi quanto un testo apocrifo di un'antica bibbia: finisce in una rivelazione divina accecante, spiegata da cimbali crash e ride di batteria.
Se potessimo scegliere un film sul paranormale, horror anni 70, che combaciasse con questi ambienti, non ho dubbi, la mia scelta sarebbe The Wicker Man: religiosamente sbagliati.
Comprate il disco qui.
A new pluralism in Mamuthones which is soon something clearly vivid, in comparison with Gastaldello's former albums, making of this self-titled record his (now their) wildest chapter so far, - where some of the same songs previously featured in The First Born (2008) and Sator (2009) now get a different prospective, a darker shade of black, more primitive and aggressively ritual.
A sort of combination of altered kraut-rock and vintage post-punk tribalism.
A New Start is psychedelically mesmeric and experimental, MJ74 is on the same plan, but with a more sinister devilish mysticism (- dated 1974, the press-kit says, since Boldrin is now 62 and recorded it decades ago), - a different esoterism, - while Kash-o-Kashak sounds like Morriconian, a long ride on a singular bass chord, bombing and visionary, reverse and echoed guitars, synth.
Ota Benga turns more crude and violent than before: a rhythmic battle, with Gastaldello's whispered vocals utterly creeping, while a satured, choked guitar grows more and more, trying to answer to the drums' call.
The final track Ave Maria is even more lugubrious and funereal than its previous version: such like the text of an apocryphal, ancient bible, ending in an overexposed divine revelation, told by crash and ride cymbals.
If we could choose a paranormal / psychic movie from 70s, which would fit with these sound ambients, I have no doubt, - it would be The Wicker Man: religiously wrong.
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Terzo disco per i Mamuthones di Alessio Gastaldello, - questa volta supportato da una full-band, dove figurano l'amico di vecchia data (e di vecchia union d'intenti nei Jennifer Gentle) Marco Fasolo, alla chitarra, e il percussionista Maurizio Boldrin, - una line-up già testata in una serie di concerti dal vivo.
Un nuovo pluralismo che si presenta presto vivido se fatto paragone con i precedenti album Mamuthones, il che fa di questo disco self-titled il suo (ora loro) capitolo più selvaggio sin ora, dove alcuni pezzi, precedentemente contenuti in The First Born (2008) e Sator (2009) ottengono ora una differente prospettiva, una diversa pennellata di nero, più primitiva ed aggressivamente rituale.
Una sorta di combinazione alterata di kraut-rock e tribalismo post-punk dal sapore vintage.
A New Start è psichedelicamente mesmerica e sperimentale, come anche MJ74, sullo stesso piano, ma con un misticismo diabolesco più sinistro, - un esoterismo differente (e datato 1974, dato che - come si legge da press-kit - Boldrin è oggi 62enne, e registrò la traccia decadi or sono) , - mentre Kash-o-Kashak suona Morriconiana, una lunga cavalcata sul sentiero unico mostrato da un singolo accordo di basso: bombeggianti e visionari, chitarre in eco e reverse, synth.
Ota Benga diventa più cruda e violenta: una battaglia ritmica, con le voci sussurranti di Gastaldello che s'insinuano e si nascondono fra gli strumenti nella coltre di pece, mentre una sei corde satura di distorsione cresce sempre più cercando di rispondere a tono alla chiamata dei tamburi.
La traccia che chiude l'album, Ave Maria, è anch'essa più lugubre e funerea della versione antecedente, quasi quanto un testo apocrifo di un'antica bibbia: finisce in una rivelazione divina accecante, spiegata da cimbali crash e ride di batteria.
Se potessimo scegliere un film sul paranormale, horror anni 70, che combaciasse con questi ambienti, non ho dubbi, la mia scelta sarebbe The Wicker Man: religiosamente sbagliati.
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