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Modotti

Migranti

https://www.inkoma.com/k/3910

[8tks CD, 48min, Upupa + Fooltribe rec]

 | federico immigrato e rifugiato
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Acqua che scorre non ha mai deluso. | Attraversare l'acqua dava sempre un risultato. | Le pietre d'un guado erano stazioni dell'anima.

Il nuovo disco Migranti suona come se i Modotti prima di comporlo ne avessero intravisto i lineamenti più evocativi direttamente dalle pagine del taccuino da viaggio del migliore Seamus Heaney. Allo stesso modo dei versi qui sopra del grande poeta irlandese, il terzetto ferrarese infatti sembra avere una sensibilità innata per raccontare il cambiamento, i passi sulla strada e le facce provate come dopo la notte che non si è riposato. Non a caso l'album comincia con Stazione Termini.
Ad un primo ascolto gli otto pezzi del loro secondo lavoro sembrano avere un impeto ed un'irruenza molto più sfrontata e impetuosa di Le sens du combat, come se paradossalmente fosse davvero questo il loro esordio o l'opera più vicina alla loro natura più grezza e incontrollata, mentre l'ep di due anni fa appartenesse ad una dimensione più evoluta, poetica e levigata.
La Winterson ha scritto che non si può rispondere con poche parole alle domande veramente importanti. Non sappiamo che domanda si sono fatti Luca e gli altri prima di cominciare a scrivere questo disco, qui però i tre dicono veramente tutto su quella che è la loro indole, il loro stato e la condizione artistica.
Il gusto per le battaglie perse è sempre quello che fa andare a guardare le luci di fuori dalle case anni '90 di Unwound, Uzeda o Faraquet. I Modotti però dimostrano anche di sapere con quale faccia accendere direttamente nelle loro stanze per guardarsi allo specchio combinando al giusto i suoni di stazza chicaghiana, con l'impatto diretto dei Fugazi e adattandoli alla complessità di fondo delle loro soluzioni liriche intime e personali. Pur dando un peso sempre rilevante ai testi, i nostri limitano il più possibile il peso delle parole lasciando lunghe parti strumentali, sia per rafforzare il gioco degli intrecci che per un omaggio involontario forse alla sintesi strepitosa di Carver, a cui dedicano oltretutto Ray e T(e)ss. Lo scambio e la sovrapposizione delle voci di Luca e Marco poi sembra ancora più emblematico della via con cui Modotti vogliono testimoniare la loro predisposizione al confronto e alla parola data e ascoltata.
A questo punto possiamo dirlo. Belli come Tina.


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Running water never disappointed. | Crossing water always furthered something. | Stepping stones were stations of the soul.

Modotti's newest record, Migranti, sounds as if, even before they wrote it, they had glimpsed the most evocative outlines of it directly from the pages of Seamus Heaney's travel notebook. At the same way of his lyrics, the three piece from Ferrara, Italia, have got like an innate sensitivity to describe the change, the steps on the road and faces tired, like after a sleepless night. No coincidence that the album begins with Stazione Termini (main railway station in Rome, - k's note).
At first listen the eight pieces of their second work appear to have an impetus and a strenght much more loud and impetuous than Le sens du combat, as if, paradoxically, this was really their debut or the work closer to their nature more crude and uncontrolled, while the EP of two years ago belonged to a more evolved, poetic and smoothed dimension.
Winterson wrote that the really big questions can not be answered in a few words. We do not know what questions Luca and the others have questioned before beginning to write this record, except that the three say really everything about their character, their state and condition of Art.
That kind of taste for lost battles is the same which still move back people to go and watch at the lights outside the 90s houses of Unwound, Uzeda or even Faraquet. But, Modotti, actually, know which of those rooms they can visit, find their own face into the mirrors of those houses, and combine the straight impact of Fugazi, getting the right glue for their complex poetry, innermost and personal.
While giving always a relevant importance to the lyrics, ours wisely dose as far as possible the weight of words, performing long instrumental parts, both to strengthen the game of plots, wether for an involuntary homage, maybe, to the amazing synthesis of Carver, to whom they dedicate Ray and T(e)ss.
Solo as well as together, Luca and Marco's vocals seem even more emblematic than the way in which Modotti want to show their readiness for dialogue, and for words - said and heard.
At this point we can say it. Beautiful as Tina.


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Feedback:

 pall youhidemeOpen new window writes:
Bello il nuovo disco, tra Unwound, Fugazi e Max Volume. Tutto rispetto.
(21/02/2012 13:14:00 - ip: 89.97....)
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