Jessica Bailiff's new album of harmonies takes a refreshing pastoral turn,
after years of brilliant as well addictive experimental sound research
that placed Her for the most into the post-shoegaze scene. Principally
only If We Could - a long breath-in through the hypnosis - signs a real continuum with
Her early droning releases (guitars like a luminiscent ray breaking the
clouds, along with seraphic vocals), while here, more than in former
self-titled album, there's a new focus on Her beatiful enchanting
voice, now became more present (listen Evidence), even if always whispered and gentle. In Persuasion and Spiral Dream it is like You find a connection with story-teller Mary Timony, and piano on evocative Cinq made
me feel like i suddenly opened my eyes over a green landscape beaten by
the wind after a long rain, - and i started breathing after its first
30 secs, so relaxed, and, uh, what a pity, it's only 2'20".. The whole
album song-writing is not so spartan as it may seem: at a first random
listen it can sound somewhat folk, but, - especially on headphones -,
You can hear a rich pattern of sounds, noises and instruments,
especially able to replace the missing part of drumming. Anyway yes, an
acoustic guitar and piano are in close-up, - but is that sufficient to
call it alt-folk? It's more like a book of brief chapters, looking for
a balance between simplicty and trascendental.
++++++++++++++++
Il nuovo album d'armonie di Jessica Bailiff prende una rinfrescante svolta pastorale, dopo anni di brillante quanto da dipendenza ricerca sperimentale del suono, che Le ha fornito un posto nella scena post-shoegaze. Principalmente solo If We Could - un lungo prendere respiro attraverso l'ipnosi - segna un reale continuum con le Sue prime ronzanti uscite (chitarre come un raggio luminescente che spezza le nuvole insieme a voci serafine), mentre qui, più che nell'ultimo self-titled, c'è un nuovo focus sulla di Lei bella voce incantevole, ora diventata più presente (sentite Evidence), anche se sempre sussurrata e gentile. In Persuasion e Spiral Dream è come riuscire a trovare una connessione con la canta storie Mary Timony, e il piano sulla suggestiva Cinq mi ha fatto sentire come avessi aperto all'improvviso i miei occhi su un grande prato verde, battuto dal vento dopo una lunga pioggia, - è ho cominciato a respirare solo i primi 30 sec, cosí rilassato, e, oh, peccato, sono solo poco + di 2 min. L'intera partitura dell'album non è cosí spartana come potrebbe sembrare: ad un primo ascolto casuale può suonare eslusivamente folk, ma - specialmente in cuffie, si può sentire un ricco pattern di suoni, noise e strumenti, in particolar modo capaci di rimpiazzare la mancante parte di percussioni. Poi sí, una chitarra acustica e piano sono spesso al centro di tutto, ma basta questo per dirlo un disco alt-folk? E' + come un libro di brevi capitoli che cercano un equilibrio tra semplicità e trascendentale.
ƒ¬mp3s (via label):
.2. Lakeside Blues
.6. Persuasion (sample)
.9. Pressing (sample)
.11. With You (sample)
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Il nuovo album d'armonie di Jessica Bailiff prende una rinfrescante svolta pastorale, dopo anni di brillante quanto da dipendenza ricerca sperimentale del suono, che Le ha fornito un posto nella scena post-shoegaze. Principalmente solo If We Could - un lungo prendere respiro attraverso l'ipnosi - segna un reale continuum con le Sue prime ronzanti uscite (chitarre come un raggio luminescente che spezza le nuvole insieme a voci serafine), mentre qui, più che nell'ultimo self-titled, c'è un nuovo focus sulla di Lei bella voce incantevole, ora diventata più presente (sentite Evidence), anche se sempre sussurrata e gentile. In Persuasion e Spiral Dream è come riuscire a trovare una connessione con la canta storie Mary Timony, e il piano sulla suggestiva Cinq mi ha fatto sentire come avessi aperto all'improvviso i miei occhi su un grande prato verde, battuto dal vento dopo una lunga pioggia, - è ho cominciato a respirare solo i primi 30 sec, cosí rilassato, e, oh, peccato, sono solo poco + di 2 min. L'intera partitura dell'album non è cosí spartana come potrebbe sembrare: ad un primo ascolto casuale può suonare eslusivamente folk, ma - specialmente in cuffie, si può sentire un ricco pattern di suoni, noise e strumenti, in particolar modo capaci di rimpiazzare la mancante parte di percussioni. Poi sí, una chitarra acustica e piano sono spesso al centro di tutto, ma basta questo per dirlo un disco alt-folk? E' + come un libro di brevi capitoli che cercano un equilibrio tra semplicità e trascendentale.
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not yet, probably nobody cares, or nobody cared enough to tell something. Also: nobody reads komakino.
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